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Legge di Bilancio: taglio di 20 milioni annui alle radio e tv locali

Cresce la preoccupazione delle associazioni di categoria per il taglio di 20 milioni di euro annui previsto dalla Legge di Bilancio, giudicato un rischio concreto per la sopravvivenza delle emittenti locali, l’occupazione e il pluralismo dell’informazione sui territori.

Legge di Bilancio: taglio di 20 milioni annui alle radio e tv locali

La Legge di Bilancio torna al centro del dibattito sul futuro dell’emittenza locale. Un emendamento governativo, depositato nella notte, prevede un taglio di 20 milioni di euro di fondi all’anno per il triennio 2026-2028 alle risorse destinate alle radio e televisioni locali, suscitando la dura reazione delle principali associazioni di categoria.

Confindustria Radio Televisioni – TV Locali, AERANTI-CORALLO e ALPI hanno espresso fortissima preoccupazione e netta contrarietà nei confronti di una misura che colpisce in modo strutturale il comparto locale, già messo alla prova da difficoltà economiche e da una concorrenza sempre più sbilanciata con grandi operatori nazionali e piattaforme globali.

Il Fondo per il pluralismo penalizza l’emittenza locale

Secondo quanto emerge dalla relazione tecnica, l’incremento complessivo del Fondo per il pluralismo avvantaggia esclusivamente il comparto della carta stampata, mentre le emittenti radiofoniche e televisive locali subiscono una riduzione stabile delle risorse.

Una scelta che, secondo le associazioni, appare particolarmente critica in una fase storica in cui le emittenti territoriali svolgono un ruolo centrale nel garantire informazione di prossimità, copertura capillare del territorio e pluralismo delle voci.

Preoccupazioni istituzionali sul ruolo del MIMIT

A destare ulteriore allarme è la previsione che consente al Presidente del Consiglio dei ministri di rimodulare il riparto del Fondo tramite decreto, escludendo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), titolare delle competenze sul settore radiotelevisivo locale.

Secondo le associazioni firmatarie, questa impostazione introduce instabilità e incertezza, contribuendo a una progressiva marginalizzazione istituzionale dell’emittenza locale all’interno delle politiche pubbliche sull’informazione.

«Siamo di fronte a una decisione che mette seriamente a rischio la sopravvivenza di centinaia di imprese, migliaia di posti di lavoro e il pluralismo dell’informazione nei territori», dichiarano congiuntamente Confindustria Radio Televisioni – TV Locali, AERANTI-CORALLO e ALPI.

Taglio fondi: Le dichiarazioni del presidente CRTV Antonio Marano

Sul tema è intervenuto anche Antonio Marano, presidente di Confindustria Radio Televisioni, che ha espresso il più profondo sconcerto dell’intero settore per il taglio dei fondi e per la sottrazione di competenze al MIMIT.

«Ancora una volta, ad ogni occasione utile, si tenta di sacrificare un asset fondamentale per il pluralismo democratico del sistema Paese, perpetrando un danno incalcolabile a un settore vitale per la nostra democrazia», ha dichiarato Marano.

Il presidente CRTV ha ribadito il valore delle emittenti locali come presidio informativo dei territori, sottolineando che non si tratta di semplici attività commerciali, ma di realtà che garantiscono quotidianamente informazione su cronaca cittadina, consigli comunali, problematiche ambientali e iniziative culturali locali.

Occupazione, territorio e controllo democratico

Secondo Marano, il settore dell’emittenza locale offre migliaia di posti di lavoro qualificati, spesso in aree meno centrali del Paese, contribuendo in modo diretto all’economia e alla coesione sociale dei territori. L’indebolimento del comparto si tradurrebbe in una riduzione del controllo civico sull’operato delle amministrazioni locali, con effetti negativi su trasparenza e partecipazione.

«Chiediamo con forza al Governo e al Parlamento di rivedere immediatamente questa scelta», ha concluso Marano. «Non si può chiedere all’informazione locale di essere la sentinella del territorio e la voce dei cittadini, per poi privarla sistematicamente degli strumenti minimi per mantenere vivo l’articolo 21 della Costituzione».

Confindustria Radio Televisioni lancia infine un appello a tutte le forze politiche affinché intervengano con urgenza, evitando che un taglio definito irrisorio sul piano dei conti pubblici produca conseguenze irreversibili per il pluralismo democratico e per il sistema dell’informazione locale.

Adriano Matteo

Adriano Matteo

Tecnico del suono radiofonico, live e broadcast, giornalista iscritto all'albo pubblicisti della Puglia e grande appassionato di radio in tutte le sue sfaccettature. Leggi i miei articoli

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