Lorenzo Suraci: «I social dominano, ma la radio non morirà mai»
Il fondatore di RTL 102.5 racconta il suo percorso e il futuro della radio tra innovazione tecnologica, multicanalità e forza della voce.

La voce della radio non si spegnerà mai. È questa la convinzione profonda di Lorenzo Suraci, fondatore e presidente di RTL 102.5, che in una recente intervista rilasciata al quotidiano La Verità ha ripercorso la sua lunga carriera e offerto uno sguardo lucido sull’evoluzione del mondo dei media.
«Dopo il Covid, i social hanno imposto il loro linguaggio, ma la radio non morirà mai: la forza della voce resta insostituibile», ha affermato con determinazione Suraci, in una riflessione che tocca i temi centrali dell’attualità mediatica e dell’identità radiofonica.
Lorenzo Suraci: una storia cominciata per caso, ma con visione
Nato in Calabria, Suraci racconta come il suo percorso nel mondo radiofonico sia cominciato quasi per caso, in una Italia attraversata da tensioni politiche e sociali. Nonostante il contesto complesso, la radio si è subito rivelata uno strumento potente di espressione e connessione.
Nel tempo, quella passione si è trasformata in un progetto solido e lungimirante. Alla base, non una strategia politica, ma una visione inclusiva del mezzo. «Per fare radio non serve essere politici, ma avere una visione chiara. Io sono un democratico cristiano, filo-governativo, ma ho dato spazio anche alla Lega», afferma. Una frase che riassume la sua idea di pluralismo editoriale, che ha sempre accompagnato lo sviluppo di RTL.
RTL 102.5: da stazione radiofonica a ecosistema multicanale
Negli anni, RTL 102.5 ha compiuto una trasformazione profonda: da emittente radiofonica a vero e proprio media brand crossmediale, capace di integrare radio, TV, web e social in un’unica strategia coerente.
«Abbiamo creato un linguaggio radiofonico nuovo, quasi televisivo, che ha portato la radio dentro le case in modo diverso», spiega Suraci. Una rivoluzione fatta di immagini, studio televisivo e programmazione visiva, che ha aperto la strada a un nuovo modo di fare radio: la radiovisione, un modello oggi adottato da numerose altre emittenti.
Con oltre 300 collaboratori interni, una sede tecnologicamente all’avanguardia e una redazione strutturata come quella di una rete televisiva, RTL si è posizionata come punto di riferimento nell’industria radiofonica italiana. Il segreto? L’investimento costante.
«Io non ho mai avuto paura di investire, anche quando tutti mi dicevano che era troppo rischioso», afferma Suraci. Un approccio che ha fatto la differenza nel costruire un gruppo capace di innovare senza snaturarsi.
La forza della voce: l’audio è il futuro
Nel passaggio forse più significativo dell’intervista, Lorenzo Suraci mette in chiaro una visione che molti professionisti della radio condividono: il futuro dei media sarà sempre più legato all’audio.
«La televisione è finita, ma non l’audio. La voce è il mezzo più diretto e personale. È emozione pura», dichiara. Una frase che racchiude la convinzione che la voce umana, con la sua capacità empatica e narrativa, resterà al centro della comunicazione, anche in un mondo dominato dagli algoritmi e dalle piattaforme.
In questo contesto, i social media vengono sì riconosciuti come dominanti, ma non in grado di sostituire l’immediatezza e l’autenticità della radio. Per Suraci, «i social non possono sostituire l’empatia di una voce che ti parla davvero».
Tra memoria e futuro: la radio come missione
Quello che emerge dalle parole di Suraci è un ritratto appassionato e sincero di un imprenditore che ha fatto della radio la propria missione. Un uomo che ha saputo coniugare visione imprenditoriale, innovazione tecnologica e amore per il mezzo.
Nel suo racconto, si intrecciano passato e presente, ma sempre con lo sguardo rivolto al futuro. Un futuro in cui la radio continuerà ad evolversi, senza mai perdere la sua anima più vera: la capacità di emozionare, informare e accompagnare.
Una lezione per il settore
Le parole di Lorenzo Suraci arrivano in un momento in cui la radio si interroga su nuove forme di distribuzione, monetizzazione e linguaggi. Ma la sua testimonianza rappresenta un messaggio di fiducia: la radio, se sa rinnovarsi, non ha nulla da temere.
Il mondo digitale offre sfide ma anche opportunità inedite. E la storia di RTL 102.5 lo dimostra: è possibile crescere, innovare e differenziarsi restando fedeli alla propria identità.
Perché – come ribadisce Suraci – «la radio è viva. E la voce, finché ci saranno orecchie per ascoltarla, non morirà mai».