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Alberto Sordi e la Radio

Sono trascorsi quasi dieci anni dalla scomparsa di Alberto Sordi, avvenuta il 25 febbraio del 2003, all’età di 82 anni, ma il suo ricordo è sempre vivo nel cuore degli italiani. Sordi, uno degli interpreti più grandi del nostro cinema, raccontò vizi e difetti dell’italiano medio. ‹‹ I personaggi positivi li scartava a priori. Era talmente convinto che i difetti degli italiani andavano descritti e sviscerati per cui era sempre alla ricerca di personaggi cosiddetti negativi, ma che, artisticamente diventavano archetipi o metafore››- così Ettore Scola aveva detto in un’intervista. E li raccontò al cinema, certo, ma prima ancora alla radio, il mezzo che gli consentì di raggiungere la popolarità.

Era il 1947 quando l’Albertone nazionale esordì nei programmi “Oplà” e “Rosso e nero” (il primo varietà radiofonico di successo cui seguì anche l’omonima trasmissione televisiva nel 1954) condotti da Corrado e diretti dal fratello Riccardo Mantoni. Nacque “Il Signor Dice”, il personaggio elaborato insieme a uno stimato attore romano, Fiorenzo Fiorentini: un ometto balbuziente, “supportato” ironicamente da Sordi, che ebbe successo. Cominciava così a prendere forma un “carattere” che diventerà il suo marchio di fabbrica: “un ometto petulante, insistente, maligno per quanto ingenuo, capace di terribili e inaspettate esplosioni fonetiche” (Sordi. Ammazza che fusto, a cura di Massimo Moscati, Rizzoli, 1995. p.15).

Ma la popolarità, quella vera, arrivò nel novembre del 1948 con la conduzione del programma “Vi parla Alberto Sordi”, trasmesso sulla Rete Rossa, il giovedì alle ore 21:15, fino alla primavera del 1949 e poi nel novembre del 1949 fino al marzo del 1950 alle ore 20:33. Non fu facile ottenere una trasmissione con il suo nome e lo si deduce dalle parole dell’attore: ‹‹[…] Pugliese, il direttore della Radio, mi disse che il divismo radiofonico non era ancora nato, perciò non era consuetudine fare un programma con un solo personaggio.[…] Naturalmente non mi diedi per vinto, e cominciai a frequentarlo. Durante una gita in barca, Pugliese perse gli occhiali in mare. Occhiali a quanto pare insostituibili, al punto che incaricò dei sub per recuperarli. Io mi tuffai in acqua con loro e andai a sbattere la testa proprio sugli occhiali del direttore! Era destino, e infatti lui capitolò e mi permise due prove, che si tramutarono in quattro anni di successi[…]›› (Sordi. Ammazza che fusto, p.11).

Successi dovuti ad alcuni personaggi interpretati da Sordi come l’indimenticabile “Mario Pio”, un consolatore telefonico simpatico per quanto irritante, che ai suoi interlocutori rispondeva così: ‹‹Pronto, pronto in chi parla?/Sì, Mario Pio. Pronto in chi parla? Con chi parlo io?››. Personaggio che, forse, qualcuno lo ignora, era la caricatura di Maria Pia Moretti, la prima radiocronista nonché prima confidente telefonica degli italiani in “Nottuno, confidenze al telefono”: una rubrica radiofonica, in onda all’inizio degli anni ’50, in cui la Moretti riceveva le chiamate degli ascoltatori alle prese con amori o delusioni. Fu un vero successo Mario Pio, dovuto anche a Ettore Scola che collaborò ai testi delle scenette interpretate da Sordi.

 

Guarda qui il video di “Mario Pio”:

 

https://www.youtube.com/watch?v=IJ3vH443WNU

Altro noto personaggio sordiano era “Il Compagnuccio della parrocchietta” che, con voce leziosa, salutava gli ascoltatori così: “Buonasera amici miei carissimi. Buonasera a tutti. Come state? State tutti bene?”. Era un giovane di Azione Cattolica che, pur avendo modi gentili, infastidiva parecchio; era talmente petulante da attirarsi l’antipatia dei suoi interlocutori. Una macchietta che piaceva molto a Vittorio De Sica, tanto che nel 1951 propose a Sordi di portarlo al cinema.

Insieme produssero “Mamma mia che impressione!”, diretto da Roberto Savarese, che per Sordi fu anche il primo film da protagonista: si rivelò un flop. Forse era troppo dialogato per l’epoca. E, poi, c’era il personaggio de “Il conte Claro”, un nobile decaduto improvvisatosi dispensatore di “buoni consigli” alla radio, che diceva con voce chioccia: ‹‹Buongiorno, amici e nemici. Buongiorno a tutti. Questo è il mio motto: buongiorno! Null’altri che buongiorno!›› cui si aggiungeva il tormentone ‹‹Comprendi l’importanza?››. Erano personaggi davvero irresistibili per i quali Sordi ricevette la “Maschera d’argento”, come miglior attore radiofonico, nel 1949 e anche l’anno successivo.

 

Guarda qui il video de “Il Conte Claro”:

 

L’esperienza in radio si concluse con “Il teatrino di Alberto Sordi”, programma ricco di sketch, in onda solo per pochi mesi sul Secondo Programma (dal 6 maggio al 24 giugno del 1952, il martedì alle ore 21.00, e dal 17 luglio all’11 settembre del 1953, il venerdì alle ore 21:15). ‹‹Amici in ascolto dal Lilibeo al Brennero, dal Manzanarre al Reno, da Sicilia a Cariddi, Buonasera! E, virgola, rispettando i fusi orari, virgola, a te ascoltatore statunitense buongiorno!›› si legge nello spassoso sketch “Notizie a ruota libera”.

Ci fu, poi, una breve parentesi radiofonica sul finire degli anni ’60, quando ormai Sordi era un divo del cinema (aveva girato film come I vitelloni”, “Un americano a Roma”, “Il vigile”), nel programma di Radiodue “Gran varietà” (1966-1979), in cui però l’attore ripropose i personaggi di Mario Pio e del conte Claro, basandosi sui testi originali delle scenette, con la partecipazione di Gianni Agus. Scenette che possono essere riascoltate sul sito di Rai Radio2 in podcast.

Un attore, Alberto Sordi, alla radio e al cinema, un attore strepitoso e, a questo punto, la domanda è d’obbligo: “Lo sapevate?”.

Articolo a cura di Sofia Napoletano

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