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Didattica con il Podcasting: il manuale di Alberto Pian

Recentemente Radiospeaker ha già introdotto l’argomento “podcast”in radio, cercando di spiegarne in modo semplice l’utilità, ma andiamo ad approfondirne il suo utilizzo. Proprio in questi giorni mi sono imbattuta nella lettura di un semplice ed efficiente manuale “Didattica con il podcasting”di Alberto Pian, che tratta la materia in modo lineare e didattico, guidando il lettore all’approfondimento delle sue innumerevoli potenzialità.

I podcast sono ormai gemellati all’esperienza radiofonica. Oggi la radio si ascolta, si vede, si legge e soprattutto si naviga. Il podcast risulta essere l’ultima frontiera nel mondo dell’elaborazione e diffusione di contenuti via web. Alberto Pian è un Apple Professional Development ed Apple Distinguished Educator. Insegna presso IIS Bodoni Paravia e all’università( Master di e-learning dell’università della Tuscia) e in più è formatore Espero e non solo ha pubblicato nel 2009 questo manuale sul podcasting, ma è anche autore di numerosi libri e pubblicazioni su argomenti didattici e pedagogici per la scuola.

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Un percorso impegnativo, ma molto interessante per chi viaggia sulle onde radiofoniche. Il podcasting è un sistema che permette di scaricare in modo automatico dalla rete contenuti organizzati in “episodi” e presentati in formato audio, video o pdf. L’applicazione rintraccia i prodotti senza che l’utente registrato sia costretto a ricercarli tra migliaia di pagine web, e lo avvisa di ciascun aggiornamento pubblicato.

Come afferma lo stesso Pian in un suo saggio sul Podcasting per un’ analisi dinamica:“La radio, come caratteristica intrinseca, corrisponde meglio degli altri media ai bisogni degli utenti, perché stimola il mondo dei sentimenti (…)la radio si ritaglia il suo spazio nell’immaginario,creando una dimensione quasi di sogno solitario e collettivo allo stesso tempo,trasformandosi in una sorta di macchina della realtà virtuale”. Secondo i suoi studi il podcasting ha in comune con la radiofonia non solo il senso “uditivo”, ma anche l’articolazione di generi specifici in diversi episodi(trasmissioni).

Oggi il podcasting può essere inteso come un vero e proprio strumento di “contaminazione”fra mezzi che toccano sensi diversi (audio, immagini, testi), e di generi (i formati delle trasmissioni).  Anche il web e soprattutto il podcasting, riflettono il fenomeno tipico che caratterizza la radiofonia, cioè quello di essere sia un mezzo unificante ma anche di segmentare l’ascolto in nicchie specifiche delimitate. Le nuove tecnologie del DAB (Digital Audio Broadcasting) forniscono all’ascoltatore una serie di servizi importanti come la visione di testi sul display, la navigazione attraverso collegamenti (link), la memorizzazione delle trasmissioni e il loro riascolto oltre a una qualità del segnale di tipo CD.

Il podcasting conferma un punto specifico: le trasmissioni realizzate sono ancor più specifiche e mirate di quelle radiofoniche, si rivolgono a una nicchia precisa e selezionata e propongono dei contenuti molto selettivi. Questo perché per realizzare e mantenere un podcast è sufficiente il lavoro, non particolarmente impegnativo, di un solo individuo: è una “radiofonia” alla portata di tutti e che rispecchia gli interessi specifici del suo autore. In questo caso il target sarà conforme alle tendenze individuali del podcaster (l’autore di podcast).

L’autore di questo manuale inoltre, sottolinea che le radio segmentizzano il mercato dell’ascolto.Questa stratificazione del pubblico degli ascoltatori è finalizzata a selezionare gruppi che condividono i medesimi gusti musicali, il medesimo lessico, lo stesso “parlato” radiofonico che viene smerciato. Sono tratti distintivi, che contribuiscono a rafforzare l’identità primitiva che ha origine in una specifica comunità di parlanti. Così come la lingua può identificare una popolazione, un ascolto e un’interazione radiofonica in un contesto di soggetti che condividono gusti fondati sull’oralità (musica, parola,semantica), permettendo di sviluppare, nell’immaginario dell’ascoltatore,l’impressione di costituire un preciso e distinto gruppo di parlanti: una lingua, un“popolo”.

La diretta,poi, non è presente nel podcasting, per definizione. Tra l’altro a differenza dei normali reader rss di podcast, iTunes sembra proporre un netto accostamento dei soggetti al podcast, per esempio proponendo il logo e le descrizioni del podcast, una serie di categorie specifiche, immagini e link associate ai file audio e, dal 2006, è stata introdotta anche la possibilità che i fruitori del podcast possano scrivere proprie recensioni e commenti nella pagina principale di visualizzazione di ciascun podcast. E’ una piccola cosa, ma questa modifica tende a rispondere proprio alla mancanza di feedback (diretta radiofonica), di cui il podcast in se è privo rispetto alla radio.

Gli studi sulla radiofonia, concordano nel mettere l’accento sul carattere “privato” dell’ascolto radiofonico, che sembra preservare l’intimità dell’ascoltatore. La radio, nella sua forma di podcasting, riscuote sempre più nuove attenzioni e simpatie. Fondamentale il senso uditivo. Un paesaggio è colto molto di più attraverso l’udito che attraverso la vista. L’udito che risulta primario in radio è più potente del suono nel cogliere lo spazio circostante, spesso siamo abituati ad assegnare alla vista ciò che appartiene all’udito ma “non possiamo immaginare di non ascoltare.

Molti esperti di comunicazione radiofonica sottolineano l’importanza dell’ascolto radiofonico in relazione alla sfera emozionale:il lavoro mentale di un ascoltatore, sul piano cognitivo, è qualitativamente e quantitativamente differente da quello di uno spettatore televisivo. Il radioascoltatore è immerso in un mondo di significanti che deve decodificare con i suoi mezzi e che astrae dal luogo o dai luoghi proposti dalla radio in una realtà introspettiva. Per l’ascoltatore il solo luogo che gli si presenta concretamente è il posto in cui si trova: in auto, a casa, mentre fa jogging… il luogo radiofonico è rappresentato solo attraverso un insieme di significanti trasmessi oralmente.

Il suono giunge all’ascoltatore dall’interno del suo ambiente e non dall’esterno e la voce del conduttore si confonde con l’ habitat familiare dell’ascoltatore. E’ su questo aspetto che poggia la sensazione di far parte di una comunità di ascoltatori, oppure di avere l’impressione di un ascolto “privato”, fatto direttamente per lui, il soggetto “ascoltante”, quindi, chi ascolta ha la percezione fantasiosa ed immaginativa che la trasmissione radiofonica sia diretta a lui e, tra l’altro, proprio da questo aspetto, derivano una serie di tecniche di conduzione del parlato.

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Il podcasting, quindi, si iscrive nel solco dell’oralità radiofonica, per questo ne condivide alcuni aspetti soprattutto nel rapporto fra soggetto e ascolto, che è un rapporto di natura linguistica. La radio viene considerata un medium secondario, perché non richiede un’attenzione diretta durante l’ascolto, a differenza della televisione. E’ proprio sulla base di questa distinzione che si ritiene che la radio abbia, a discapito della televisione, una “potenza” maggiore nell’erogazione dei suoi messaggi.

Un libro di “istruzione” che vuole essere un motore di formazione scolastica nazionale alla scoperta del linguaggio “podcast”.Un linguaggio che va oltre la semplice realtà radiofonica e che può unire in sé tutte le tecnologie digitali. Il manuale si rivolge a chi è desideroso di scoprire e sperimentare tutte le opportunità del “podcast”. E voi che aspettate?

Articolo a cura di Nicoletta Zampano

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