HomeMagazineCuriosità RadiofonicheProgrammi Radiofonici: è ora di rinnovo?

Programmi Radiofonici: è ora di rinnovo?

E’ una delle domande che probabilmente spesso tormenta le giornate di chi è deputato a prendere decisioni relativamente alla crescita di una realtà radiofonica. A tal proposito, ci si chiede quali siano le richieste del grande pubblico, legato anche a genere musicali disparati, dove, alcuni dei quali, non trovano un corrispettivo in ciò che viene trasmesso.

Ma in riferimento alla radiofonia, non è solo la musica ad essere oggetto delle scelte degli editori o dei direttori artistici, impegnati nella realizzazione di un palinsesto che possa giocare un ruolo importante nella concorrenza nazionale.

Sono, infatti, gli stessi format ad avere il compito di creare un perfetto rapporto di fidelizzazione con gli ascoltatori, al fine di accrescere l’indispensabile audience, utile per lo sviluppo dell’emittente stessa.

Questi contenitori d’intrattenimento o informazione, in alcuni casi però, non soddisfano le aspettative di chi magari vorrebbe ascoltare qualcosa di nuovo, originale, ed è contrario a ciò che viene continuamente proposto, frutto di una programmazione, secondo molti, ripetitiva e difficilmente protesa alla trasmissione di innovative proposte.

Non è assolutamente semplice capire le reali esigenze del pubblico odierno che se da un lato è strettamente legato ad aspetti puramente “commerciali”, dall’altro tende a valutare positivamente anche quella determinata musica, a firma di altrettanti validi artisti, che purtroppo non godono dello spazio che magari meritano.

Il mercato radiofonico è inevitabilmente legato a meccanismi e dinamiche che oggi più che mai rendono il media soggetto ad influenze che provengono anche dal “piccolo schermo”, come abbiamo ribadito più volte. Quest’ultimo aspetto sembra che condizioni la volontà di chi è capo di una radio, in modo particolare, nel reclutamento di nuove “voci”.

Forse anche per questo si parla di prodotti simili che, unitamente alla conduzione , ripropongono i classici “talk” ormai ben standardizzati in tv e riproposti anche in FM.

Il fattore “rischio” a cui difficilmente si tende o comunque non in maniera abbastanza diffusa, dovrebbe, secondo noi, appartenere a buona parte di coloro che potrebbero sfruttare maggiormente le potenzialità della radio, realizzando qualcosa di potenzialmente attrattivo, rinnovando il successo che oggi “cuffia e microfono” continuano a riscuotere.

In tal modo, si darebbe dare nuova linfa al mezzo, offrendo, nello stesso tempo, nuovi spazi e possibilità a coloro che desiderano essere gli artefici di una “ventata nuova” nel mondo della comunicazione.

Articolo a cura di Maurizio Schettino

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