120 anni di Radio: una storia che non finisce
120 anni di Radio: una storia che non finisce. Questo ĆØ il tempo trascorso dall’invenzione di quel mezzo di comunicazione di massa chiamato āradioā che, ancora oggi, non ha neanche una ruga. SƬ, perchĆ© era il 1901 quando Guglielmo Marconi installava in Cornovaglia un trasmettitore che, per la prima volta con una lontananza di 3000 km, permetteva di trasmettere un messaggio in codice Morse che arrivava a Terranova.
La lettera trasmessa era la āSā, rappresentava la prima forma di comunicazione a distanza e, dopo un secolo e due decenni, di cose da dire con la S ce ne sono ancora eccome. Prima tra tutte āSempreverdeā, come quella giovinezza che non passa e che fa della radio il mezzo di comunicazione che ci piace. Quello che non invecchia e che si mantiene giovane, sempre attuale, libero e vivace. āStazioneā, la preferita, quella che in macchina ti accompagna. Che fa da colonna sonora a ogni momento della giornata, che ti fa ricordare attimi passati e ti proietta sulle tendenze musicali ( e non solo) future.Ā āSpazio di condivisioneā e contenitore di musica, arte, attualitĆ , opinioni, notizie, pensieri, gossip, aggiornamenti in tempo reale.
āSingoloā, quello di lancio, che poi viene passato on air fino a che non ti entra nel cuore e non smetti di ascoltarlo. āSā come āStrumento di comunicazioneā, che unisce, che non si smentisce mai. Che cerca gli ascoltatori, che li coccola, con un senso di appartenenza. āSā come āStoriaā, di un amore per la musica, per le parole, per la gente che ascolta. āSorrisoā, quello che tiene compagnia, a tutte le ore, che non fa sentire soli. āSā come āScopertaā, quella di Marconi di 120 anni fa. Che ci regalato unāaltra āSā, quella di āSognoā, che non passa di moda, di trasmettere canzoni, di fare sentire bellezza. Di dare voce, di avvicinare la gente, senza confini di spazio e di tempo. In tre parole, di connettere il mondo.