Radiofreccia: “Le auto senza radio mettono a rischio la libertà di scelta degli ascoltatori”
 
    La radio è da sempre la compagna di viaggio per eccellenza. Eppure, il settore automotive sta cambiando rotta: molti costruttori stanno progressivamente producendo auto senza radio, sostituendola con sistemi di infotainment connessi e a pagamento.
Un cambiamento che, secondo Radiofreccia, rappresenta un rischio concreto per la libertà di scelta degli automobilisti e per il futuro stesso della radio come mezzo universale e accessibile.
Il caso Tesla e la scomparsa dell’autoradio
Nel suo editoriale firmato da Doctor Mann, Radiofreccia analizza il caso Tesla, che dal 2026 rimuoverà la radio tradizionale da alcuni modelli base negli Stati Uniti. Una decisione che, secondo molti osservatori, potrebbe anticipare un trend destinato a diffondersi anche in Europa e in Italia.
Senza radio FM o DAB di serie, gli utenti dovranno affidarsi a app e piattaforme streaming, spesso vincolate a abbonamenti o connessioni dati, perdendo la possibilità di sintonizzarsi liberamente su stazioni locali o nazionali.
La radio come diritto di accesso all’informazione
Per Radiofreccia, questo scenario mette in discussione un principio fondamentale: la radio come servizio universale gratuito.
La radio non è solo intrattenimento, ma anche informazione, sicurezza e socialità, capace di raggiungere chiunque, ovunque, anche in assenza di connessione internet.
Un aspetto cruciale, come ricordato anche dal commissario Agcom Massimiliano Capitanio, che ha invitato le istituzioni a intervenire con norme che obblighino i costruttori a mantenere la radio di serie nei veicoli nuovi.
Il rischio di un’auto sempre più “chiusa”
Senza una regolamentazione chiara, avverte Doctor Mann, l’auto rischia di diventare un ambiente sempre più dominato da logiche commerciali, dove le scelte di ascolto dipendono da accordi tra produttori e piattaforme digitali.
Una prospettiva che allontana gli automobilisti da quella libertà di sintonizzazione che da oltre un secolo caratterizza il mezzo radiofonico.
Come sottolinea l’articolo di Radiofreccia, “la radio è casa, anche in viaggio” — e toglierla dalle auto significa privare gli utenti di una parte essenziale della loro quotidianità.
 
                 
                 
                
 
                 
                 
                 
                 
                 
                