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Betty Senatore di Radio Capital parla con Radiospeaker.it

Oggi Radiospeaker incontra Betty Senatore, bravissima speaker e straordinaria conduttrice di Radio Capital e abbiamo fatto quattro chiacchiere con lei.

Ciao Betty, ti va di raccontarci come è cominciata la tua carriera in radio
Ho sempre amato la radio e l’ho ascoltata sin dalla più tenera età  per ore ed ore.  Sono figlia unica e per me è stata un po’ come una compagna costante e  fedele anche se un po’ rumorosa! Sono stata così incuriosita da questo strumento da desiderare di essere “dall’altra parte”, provare cosa significhi FARE RADIO,non solo ascoltarla. Ho iniziato così la mia carriera  a Grosseto, città dove sono nata, a RGF 96.5 (adesso ahimé  non esiste più…). Prima assistevo da un angolo dello studio ai programmi condotti dagli altri speaker poi, per un periodo, ho letto le news e un giorno mi hanno “buttato” (termine non casuale, lo giuro…) in diretta davanti al microfono per sostituire un mio collega che stava poco bene. Quel giorno ho condotto una classifica ed il mio primo brano annunciato è stato KEEP TALKING dei Pink Floyd. Da allora non ho mai più smesso e approfitto di questa intervista per ringraziare il mio collega Giuseppe Licciardi . Quel 12 maggio del 1994, grazie alla sua influenza, mi ha “aperto” il microfono verso un mondo meraviglioso…

Quando hai capito che il tuo lavoro sarebbe stato quello di “speaker radiofonico”? Ho iniziato il mio percorso partendo da alcune radio locali della toscana. Prima a Radio Siena, poi a Lady Radio a Firenze e, contemporaneamente, a Radio Sieve, una radio che trasmetteva nella Val di Sieve. Chi parla alla radio ha il desiderio di essere sentito sempre da più persone ed io, che avevo collaborato con alcune emittenti locali, coltivavo il sogno di poter essere ascoltata in tutta Italia attraverso un grande network. Il desiderio di provare a fare sul serio, collaborando con una radio più grande, mi ha portato a mandare, non senza alcune paure!, una mia cassetta a Radio Cuore e, successivamente, a tentare un provino per Radio 2. Entrambi sono andati bene, infatti nel giro di poco tempo ho lasciato Firenze per trasferirmi a Pisa dove trasmettevo per Radio Cuore e poi, dopo neanche 3 mesi, venire a Roma dove vivo tutt’ora, per lavorare negli studi della RAI. Dal 2005 sono a Radio Capital. Ho sempre preso sul serio il mio lavoro, non lasciando mai nulla al caso, ma cercando sempre di prepararmi e cercare comunque di “essere all’ altezza” in ogni occasione mi si presentava. Poteva essere interpretato, soprattutto all’ inizio, come un hobby…ma per me è stato sempre molto di più. Lavorare poi per una radio a diffusione nazionale mi ha fatto capire che stavo veramente facendo sul serio.

Se un giovane speaker radiofonico ti chiedesse dei consigli, quali consigli daresti?
La Radio si basa su un concetto estremamente semplice da esprimere ma non troppo facile da mettere in pratica: si deve amare, senza remore, e si deve soprattutto amare il fatto di poter comunicare con gli altri attraverso le “parole” e la “musica”, che sembrano cose scontate, ma non lo sono affatto. E’ un mezzo che non ha filtri e se ci credi gli altri lo “sentono”! Per questo è molto importante che  rimaniamo noi stessi di fronte al microfono, proprio per non perdere la possibilità di entrare in contatto con chi ci ascolta, per  non perdere il fascino di questo mestiere. Suggerisco, a chi vuole avvicinarsi a questo mondo, di verificare se ciò che sta facendo sia il cammino giusto. Quindi potrebbe cominciare a muovere i primi passi in una radio locale, anche se so che la crisi sta mettendo a dura prova le piccole realtà, oppure attraverso le web radio che svolgono lo stesso ruolo delle radio locali.

Cosa ne pensi della “Radio” in questo momento? Com’è cambiata rispetto a quando hai cominciato?
Nella radio,rispetto a quando ho cominciato, sono cambiate alcune cose. Purtroppo, come accennavo prima, la crisi sta mettendo a dura prova le radio locali che sono molto importanti nel nostro paese perché esprimono realtà variegate e danno spazio a giovani talenti. Poi penso ci sia una maggior collaborazione fra i mezzi che un tempo erano nemici, cioè la tv e la radio. Questa commistione può portare sicuramente, ed è una cosa molto utile, ad una maggiore visibilità delle radio in genere. Sono però dell’idea che lo spostamento deve essere dalla radio alla tv, e non viceversa. Secondo me nelle radio si stanno usando troppi personaggi televisivi, che sono abituati ad usare un linguaggio diverso che alla radio balza subito all’orecchio. E’ un po’ come gli attori che fanno teatro e televisione. Sono due mezzi apparentemente simili, ma diversi nella loro fondamentale struttura.

Potremmo stare qui a chiacchierare per ore, purtroppo il tempo stringe, hai qualcos’altro da aggiungere sulla radio e sul mondo della conduzione radiofonica?
La radio funziona come ogni tipo di lavoro “artigianale”, non si finisce mai di imparare e si arricchisce ogni giorno ascoltando tutto ciò che ci circonda: (la lettura di) libri, giornali, (l’ascolto di) musica classica o nuova, oppure, semplicemente, osservando attentamente chi ci sta intorno, perché proprio quelle persone che ci sono vicine costituiscono un campione di coloro che  sono poi “al di là” della radio quando noi parliamo o suoniamo musica.

Cosa ne pensi di Radiospeaker.it?
E’ un portale molto utile, sia per chi ascolta sia per chi vuole imparare a lavorare dentro una radio. Insomma, è pieno di tante e utili cose, non vi resta che leggerlo e metterlo tra i siti “preferiti” del vostro computer!!

Admin Radiospeaker

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