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Conduzione in coppia: pro e contro

Sono molte le emittenti radiofoniche, anche del panorama nazionale, che nel loro palinsesto godono di programmi in cui vi è la presenza di almeno due conduttori, i quali si alternano con altrettanti colleghi, anche loro in coppia, all’interno di una programmazione che riflette quella che è l’idea editoriale alla base della radio in cui si è “on air”. 

Anche nella conduzione in due la scelta degli speaker non è casuale, ma frutto di una collocazione che si basa su aspetti legati alle caratteristiche dei singoli, come la personalità, che ben si sposano all’interno di un format, riuscendo a creare una sinergia utile e funzionale per l’intera programmazione.

Non a caso sono svariati i programmi di successo realizzati in coppia e tuttora in onda; trasmissioni che sono entrate nel cuore delle persone riuscendo a fidelizzare quest’ultime nel corso degli anni, tanto da decretare il successo di coloro che poi sono diventati irresistibili personaggi dell’FM nazionale e non solo.

Facendo un’analisi dei contenitori radiofonici disseminati nell’etere sono pochissimi quelli in cui vi è la presenza di un solo conduttore. Anzi, sembra proprio che la conduzione si stia ampliando con nuove figure, ben distante da quella singola di un tempo, magari fatta di musica e richieste. Senza considerare che oggi vi è spesso anche una forte interazione nel corso di una diretta con chi è “dall’altra parte del vetro”.

Quali sono i pro e contro di una conduzione in coppia?

Da un lato il piacere di essere in onda magari con uno speaker che, nello stesso tempo, è anche l’amico o l’amica con cui vi è già un piacevole rapporto di confidenza, può essere assolutamente vantaggioso per l’efficacia della conduzione. Dall’altro, in particolare per gli speaker alle prime armi, potrebbe risultare difficile riuscire a creare un perfetto connubio di voci, con il rischio, spesso inevitabile, di inciampare in facili accavallamenti. 

La gestione di una diretta quando si è in due cambia e deve adeguarsi necessariamente al collega o, in alcuni casi, a chi fa “da spalla” allo speaker che ha in mano il controllo del programma secondo direttive ben precise impartite dalla direzione artistica. Una padronanza tecnica anche questa che si acquisisce nel corso del tempo e diventa fondamentale per riuscire ad adeguarsi a varie conduzioni, che cambiano a seconda del partner di riferimento. 

Il consiglio è di non primeggiare, magari con un atteggiamento fin troppo logorroico che andrebbe a mettere in secondo piano la voce del collega. Anzi, la bravura risiederebbe proprio nella sintonia che si instaura tra i due, affinché le argomentazioni possano avere una coerenza discorsiva.

Infine, soprattutto per i nuovi speaker, è molto utile avere un professionista al proprio fianco con anni di esperienza alle spalle: approfittatene!

Articolo a cura di Maurizio Schettino

Maurizio Schettino

Maurizio Schettino

Maurizio Schettino è speaker radiofonico, redattore giornalistico per testate e blog regionali e nazionali, ideatore organizzatore e presentatore di eventi, manifestazioni e/o concerti per enti pubblici e privati, con famose personalità del mondo dello spettacolo. Leggi i miei articoli

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