HomeMagazineDavide Damiani e Federico Pecchia si raccontano a Radiospeaker.it

Davide Damiani e Federico Pecchia si raccontano a Radiospeaker.it

Alcune settimane fa vi avevamo annunciato la coppia radiofonica “rivelazione” dell’estate: Davide Damiani e Federico Pecchia.

I due sono in onda ogni giorno dalle 19 alle 21 su Radio Zeta con “Aperizeta”, mentre dalla scorsa settimana sono entrati ufficialmente a far parte del weekend di RTL 102.5: sono in diretta il sabato e la domenica dalle 15 alle 17 con “Mai visto alla radio”.

Li abbiamo raggiunti per fare due chiacchere riguardo la loro carriera e le novità degli ultimi giorni.

1) Ciao ragazzi, grazie per avere accettato il nostro invito. Com’è nata questa coppia vincente? Come avete capito di essere in sintonia?

Davide: “Questa coppia è nata in maniera molto improvvisata. Ci conoscevamo già prima della Sardegna perché finivamo alla stessa ora in radio quando ero ancora da solo e io gli scroccavo sempre il passaggio per andare alla metro. Quando lui è poi stato inserito su Zeta siamo stati accoppiati e fin dal primo giorno abbiamo capito che c’era sintonia. Ci troviamo proprio bene insieme in onda: abbiamo capito che c’era la possibilità di scherzare senza chiedere permesso, che nessuno montava sull’altro…”.

Federico: “Abbiamo iniziato a conoscerci e abbiamo capito che ci stavamo simpatici a vicenda. Poi a caso, quest’estate, dovevo iniziare su Radio Zeta e dovevo iniziare in coppia con qualcuno. Così alla nostra direttrice Federica Gentile ho detto di provarmi con Damiani perché saremmo stati divertenti. Così ci ha messi insieme e da lì è nato tutto”.

2) Ci sono novità riguardanti il programma, ora che siete in due? Quali?

Davide: “La struttura di Aperizeta rimane la medesima. E’ ovvio che stare in coppia fa si che ci sia molto più gioco e che il flusso del programma sia molto più morbido”.

Federico: “Siccome siamo piaciuti tanto a Radio Zeta, la novità è che ci hanno messi insieme anche nel weekend di RTL 102.5. Quindi io praticamente vedo Davide in continuazione, non c’è un giorno che siamo distanti”.

3) Quali sono le differenze tra la conduzione singola e quella di coppia? Quali aspetti sono più difficili da realizzare?

Davide: “Non vedevo l’ora di sperimentare la coppia, poi mi è andata di lusso finire con Federico. Secondo me lavorare in coppia ti permette di far uscire la tua personalità radiofonica, soprattutto se accanto hai un collega generoso radiofonicamente parlando. C’è molta più possibilità di sperimentare e giocare, soprattutto per il tipo di mood che teniamo io e Federico. Farlo in conduzione singola sarebbe impossibile. Ma lavorare da solo (in particolare per me che non avevo mai fatto radio) mi ha aiutato a capire il palinsesto e i tempi, perché comunque quando lavori da solo non hai la possibilità di appoggiarti a qualcuno accanto a te”.

Federico: “La conduzione singola ha dei pro e dei contro: puoi far sempre come ti pare ma non hai mai qualcuno con cui confrontarti e parli da solo. La conduzione in coppia è molto più dinamica e vivace. Siamo super contenti che ci abbiano messi insieme”.

4) Quali consigli vi sentite di dare per una buona conduzione di coppia? Cos’è che conta di più?

Davide: “Per lavorare in coppia bisogna essere innanzitutto generosi con il collega, non essere avari di spazi e tempi, salirsi uno sopra l’altro. Un talk dove parla praticamente solo uno dei due è ben diverso da uno equilibrato. Ci vuole ascolto, è fondamentale. Poi bisogna amalgarmarsi il più possibile, lavorando sul rapporto di coppia. Io e Federico siamo uguali sia in onda che fuori, tanto che a volte in diretta ci perdiamo a parlare come se stessimo chiaccherando al bar. Siamo scemi sia a microfoni spenti che accesi”.

Federico: “Il consiglio che qualsiasi speaker che lavori in coppia possa darti è proprio l’ascolto, perché altrimenti la coppia non funziona mai. Se hai in mente una battuta di dire ma non stai ascoltando quello che sta dicendo l’altro, la battuta non funziona e poi non c’è un minimo di dialogo e scambio reciproco”. 

5) Quali consigli dareste ai giovani speaker che sognano di entrare in un network?

Davide: “Voi di Radiospeaker.it mi conoscete fin da RDS Academy, il mio percorso è stato molto particolare. Per me dare consigli è quasi impossibile perché le cose sono successe in così poco tempo (solo due anni fa entravo nell’Academy). Quello che mi sento di dire è che non si impara a fare radio in un talent show in due mesi. Uscito da lì mi sono rimboccato le maniche nelle radio locali, regionali e superstation. Ho preso tutto quello che potevo prendere, ho ascoltato tanta radio e ho cominciato a mandare provini. Mai mollare: la chiamata di Radio Zeta è arrivata un anno dopo che avevo inviato la mia demo! E’ importantissimo non perdere mai la propria personalità radiofonica e cercare di lavorarci sù”.

Federico: “Questa domanda l’ho sempre letta nelle interviste mentre sognavo di diventare come gli intervistati. Dicevano sempre di crederci sempre, lottare in continuazione, non mollare mai, non farsi abbattere dai no. Io pensavo: ‘Si okay, ma in sostanza non mi hai detto niente’. Se stai leggendo questa intervista e sei uno che ci sta provando, so che sembra stupido ma è proprio come dicevano. Mi sono impegnato tanto in passato: tanta recitazione e tre anni a Radio Eco, la web radio dell’Università di Pisa. Quest’ultima mi è servita come palestra perché potevo dire e fare quello che volevo e come preferivo. Qui ho capito dove potevo arrivare. Nella recitazione ho picchiato e ripicchiato su qualsiasi muro. Quindi non mollate mai: se invece lo farete, vinceranno gli altri. Se ci credete, picchiaci e prima o poi succederà qualcosa. Poi serve una gran botta di fortuna”.

6) Vi aspettavate di essere confermati insieme? Come avete reagito ai complimenti degli ascoltatori?

Davide: “Non posso dire che me lo aspettavo, ma lo speravo tanto. Avevamo capito che c’era del materiale su cui lavorare e ci si poteva divertire. Quando gli ascoltatori hanno iniziato a scriverci che stavamo andando nel verso giusto, la cosa ci ha fatto molto piacere. Il periodo di prova in Sardegna è andato molto bene e ce lo ricorderemo per sempre”.

Federico“Anche io ci speravo tanto, perché mi ero trovato benissimo in Sardegna. Poi ricevevamo tanti complimenti dagli ascoltatori ma soprattutto dagli altri speaker e colleghi. Sentirci dire che siamo forti o che facciamo ridere è stata una soddisfazione gigante. Alla fine degli interventi in diretta dalla Sardegna ci dicevamo di non mollare perché magari ci avrebbero confermati insieme. Poi la conferma è arrivata: ci siamo abbracciati dalla grande emozione”.

7) Provenite entrambi dalla stessa regione: questo fattore quanto ha influenzato la vostra sintonia?

Davide: “Ha aiutato tantissimo ma non credo sia stata una cosa fondamentale, potevamo trovarci bene anche se avessimo avuto origini diverse. Però il fatto di essere entrambi toscani ha creato proprio un’atmosfera tipicamente nostra in cui ci ritroviamo. Inoltre ci permettono di essere noi stessi anche nel linguaggio e questo va a nostro favore: la spontaneità la raggiungi al massimo quando “parli come mangi”. Per noi è così, ma in maniera un po’ più accurata rispetto ai bar toscani”.

Federico: “La vicinanza ha influito ma è contato anche molto il carattere di entrambi: siamo molto espansivi ed estroversi. Senza queste caratteristiche non sarebbe accaduto nulla. La nostra corregionalità ha influito in positivo nella conduzione: è simpatico il fatto che si siano due toscani al microfono. Ci capiamo quando ci diciamo parole in dialetto in radio e ci ridiamo in onda”.

Articolo a cura di Francesco Pinardi

Francesco Pinardi

Francesco Pinardi

Conduttore radiofonico, speaker, giornalista e studente di Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Torino. Leggi i miei articoli

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