Loud: quando il podcasting diventa social
Ideata da Alessandra Faustini, bresciana, durante il periodo del lockdown, Loud è un’applicazione social basata esclusivamente sulla voce e il podcasting.
Come spiegato su il corrirere.it ,Loud nasce per rispondere a quel sentimento di comune disagio e di inadeguatezza, dettato dalla superficialità dell’immagine presente nella maggior parte dei contenuti condivisi in rete.
L’applicazione, disponibile per sistemi IOS e Android, si basa sul Voice Sharing, ed semplice da usare: basta scegliere un nickname, inserire una foto e registrare la propria biografia; in seguito basta scegliere gli argomenti di cui si vuole parlare e inserire i podcast, chiamati loud, dando loro un titolo e hashtag adeguati. Gli altri utenti interessati, i louders, posso commentare rispondendo con una nota vocale. Gli interventi vengono poi pubblicati in ordine cronologico. Spiega Alessadra Faustini:
“La voce non mente, è credibile, è un mezzo intimo che riconsegna umanità alla comunicazione digitale”
Loud, dunque, si propone come un’applicazione democratica, che vuole valorizzare i contenuti e i punti di vista di ciascun utente, alimentare un dibattito e un confronto positivo e costruttivo che possa andare oltre differenze e distinzioni superflue. Il podcasting diventa social e permette così di riscoprire una forma di comunicazione più profonda e genuina, alimentata dalla parola e capace di favorire lo scambio e lo sviluppo di nuove idee e opinioni senza il pregiudizio dettato, spesso, dall’immagine.
I successivi sviluppi dell’app Loud prevedono l’implementazione di sistemi di editing audio per gli utenti che vogliono sperimentare con la propria voce.
L’applicazione è disponibile al link: loudsocialapp.com.