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Mauro e Andrea: dalle radio locali a Deejay

Mauro e Andrea: dalle radio locali a Deejay

Qualche settimana fa sono stato negli studi di Radio Deejay a Milano per una chiacchierata con Mauro e Andrea in merito al loro nuovo programma “Dee Notte Fonda (https://www.radiospeaker.it/blog/dee-notte-fonda-mauro-andrea-radio-deejay.html). Se dovessi scegliere i momenti che mi sono maggiormente piaciuti, vi direi senza dubbio quelli in cui mi hanno parlato della loro storia e di come, dopo tante sfide, ostacoli e difficoltà, sono riusciti ad entrare a far parte del team di un network così prestigioso e amato in Italia. Credo che ciò che mi hanno raccontato, possa essere di grande aiuto a tutti noi che, come loro, ci troviamo ad inseguire un sogno legato ad una grande passione come quella della radio.

La loro avventura radiofonica ha avuto inizio nel 2003, ormai più di 10 anni fa e come molti di noi è cominciata nelle radio locali (campane), quelle che offrono la possibilità a tanti di fare la “gavetta”, per poter provare, prima o poi, a fare il cosiddetto “salto”. Arrivati ad un certo punto del loro apprendistato, è nata la volontà di provare a partecipare ad un concorso nazionale per un network, che hanno vinto, senza però essere poi assunti. Certamente la parte più difficile per uno speaker è questa, quella in cui senti di poter dire qualcosa, sei consapevole di avere delle qualità, ma le porte chiuse in faccia sono moltissime. E’ in quel momento che, come mi hanno detto Mauro e Andrea, il rischio di gettare la spugna e rinunciare ad un sogno diventa forte (e forse anche inevitabile). Per loro due l’anno successivo a questo concorso è stato durissimo. Arrivati ad un passo dal sogno, non è certamente stato facile doverci rinunciare e tutti noi possiamo immaginare come si siano sentiti dopo una tale delusione.

Senza arrendersi mai però, sempre con la voglia di provarci e spinti dalla passione (questo deve essere di grande insegnamento per tutti noi), in occasione del concorso “Un giorno da Deejay” del 2011, decisero di giocarsi nuovamente (forse per l’ultima volta) il “tutto per tutto”. Ma questa nuova avventura, che sappiamo essere andata a lieto fine, diventa a mio avviso molto interessante proprio ora, per quello che può insegnare a ciascuno di noi.

Per prima cosa l’atteggiamento con cui mi hanno raccontato di aver preso questa sfida è stato diverso, senza grandi aspettative o spirito di competizione, ma consapevoli di volersi divertire giocandosi quest’opportunità. La prima selezione che passarono fu con Albertino, per il quale nutrivano una grande stima, dato che erano assidui ascoltatori del Deejay Time e certamente il fatto di presentarsi in onda con un loro idolo, di cui ben conoscevano la storia, è stato importante.

Arrivati tra i finalisti, la prova finale è certamente stata quella più dura di tutte: andare in onda con Linus (direttore artistico di Deejay) e Nicola Savino. Questo a mio avviso è stato però il momento in cui Mauro e Andrea hanno davvero saputo dimostrare tutto il loro valore, aiutati anche da un pizzico di fortuna, che in queste occasioni non guasta mai. La cosa divertente è che il primo ostacolo da superare nacque proprio da loro. Durante una telefonata con un ascoltatore che parlava di un giocatore dell’NBA infatti, Andrea venne “sorpreso” da Nicola ad annuire e si trovò a dover spiegare in diretta il motivo. Fortunatamente, quello che poteva sembrare un gesto “di rito” per voler dare l’impressione di essere preparato in materia, era in realtà reale, perché Andrea, da grande appassionato di basket americano, conosceva benissimo ciò di cui si parlava. La seconda prova che si trovarono a dover superare fu però ancora più strana. In seguito al disannuncio di una canzone, fatto con tono un po’ “impostato” (come accade spesso nelle radio locali), fu proprio Linus a riprenderli con una battuta che solo gli sportivi veri avrebbero potuto capire: “Dovete sgonfiare un po’, come quando si fa la Parigi-Roubaix!”. Messi in difficoltà però, Mauro e Andrea hanno saputo reagire anche in questo caso in maniera brillante, caratteristica fondamentale per uno speaker che, come mi è stato detto anche da loro: “deve sempre dimostrare di essere sul pezzo”. Così proprio Andrea, conoscitore della gara ciclistica di cui si parlava, in maniera simpatica replicò “Poi fa male il sedere però!” (la corsa in questione si corre infatti sul pavé, una pavimentazione stradale di cubetti di pietra molto duri) e probabilmente proprio in seguito a questa reattività e prontezza dei ragazzi, lo stesso Linus rimase colpito.

Insomma, l’intervista realizzata con Mauro e Andrea mi ha insegnato molto, soprattutto è stato bello scoprire come i problemi e le difficoltà a cui va incontro chi vuol fare radio siano sempre le stesse per tutti, senza alcuna distinzione. Credo che per riuscire a raggiungere un obiettivo come quello di approdare in un network sia necessario essere per prima cosa capaci, requisito fondamentale in radio (anche se qualcuno potrebbe obiettare che non è sempre così), ma serva anche conoscere più cose possibili di qualsiasi argomento si parli, perché è questo ciò che uno speaker deve saper fare assolutamente: essere preparato, saper dire la sua e poterlo fare dal momento che conosce ciò di cui si parla. A tutto questo va chiaramente aggiunta un po’ di fortuna, ma non fatevi depistare da chi sostiene che conti solo quella, perché ci vuole anche classe e bravura nel saper andare a cercare l’occasione per poter dimostrare il proprio valore.

Questo mi hanno insegnato Mauro e Andrea e di questo farò tesoro per continuare ad inseguire, come voi, questo sogno chiamato radio!

Articolo a cura di Mattia Savioni

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