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Il Museo della Radio e della Televisione di Torino

Ogni grande appassionato di radio è mosso dal desiderio di effettuare nuove scoperte, di carpire i segreti di questo apparecchio tanto amato, e alle volte di andare a scavare nel passato, risalire alle origini di questo strumento pieno di storia e tradizione, e di ripercorrerne le tappe più importanti e significative.

Per questa ragione nelle prossime righe parleremo di un luogo probabilmente già noto a molti di voi lettori, ma che vale la pena di raccomandare a chi ancora non lo conoscesse.

Si tratta del Museo della Radio e della Televisione, situato a Torino, presso il Centro di Produzione della RAI. Un museo aziendale dedicato alla memoria di Enrico Marchesi, pioniere della radiofonia italiana, e al cui interno sono raccolti oltre 1200 cimeli.

Oggetti di valore storico e inestimabile, delle vere rarità, come il primo microfono della radiofonia nostrana, passando per gli apparati utilizzati da Marconi per l’esperimento della “telegrafia senza fili”, le radio a galena e apparecchi di uso domestico ormai introvabili.

Molto suggestiva la possibilità di registrare e riascoltare la propria voce con un vero microfono degli anni ’20. Segni concreti di epoche passate, invenzioni che hanno influenzato enormemente la storia della comunicazione e a cui dobbiamo davvero molto.

Ancora più sensazionale è la possibilità di ascoltare registrazioni di personaggi storici, che hanno segnato la storia del nostro paese e della radiofonia; da Guglielmo Marconi ai discorsi di Mussolini, dalle trasmissioni di Radio Londra alla voce di Luigi Pirandello e molto altro ancora.

Reperti di straordinario impatto a cui se ne aggiungono molti altri, strettamente legati alla storia della RAI e dei suoi archivi, ma che ripercorrono perfettamente l’evoluzione tecnologica vissuta nell’ultimo secolo.

Un museo incredibilmente affascinante, che però ha una storia abbastanza tribolata alle spalle. Il primo progetto di realizzazione risale al 1939 ma venne interrotto a causa degli interventi bellici. Progetto ripreso a metà degli anni ’60, ma nemmeno in quel caso portato a termine, fino a quando nel 1984 si riuscì finalmente ad esporre una mostra grazie a Romeo Scribani, funzionario della RAI e primo curatore del museo.

Da quel momento la raccolta ha trovato sede e si trova tuttora, come scritto in precedenza, presso il Centro di Produzione della RAI e dal 1993 è accessibile al pubblico. Insomma, se la radio è il vostro grande amore, non fare un piccolo viaggio a Torino sarebbe quasi un tradimento.

 

 

Articolo a cura di Fabrizio Pascale

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