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Arriva PO.LIS, il programma radiofonico per sordi

La Radio è un mezzo di comunicazione meraviglioso in grado di informare, emozionare e far divertire. E’ giusto anche che tutti possano godere della fruizione di un programma radiofonico, persone con handicap comprese. Da qui nasce l’idea di creare un programma radiofonico adatto anche a persone sorde grazie all’utilizzo del LIS, il linguaggio dei segni. La trasmissione si chiamerà PO.LIS e andrà in onda su POLI.RADIO, la webradio del Politecnico di Milano. POLI.RADIO è giunta al decimo anno di vita e in passato ha vinto anche le Cuffie d’Oro 2015 come migliore radio legata ad un’università. Quale posto migliore per sperimentare se non in una webradio universitaria?

Abbiamo intervistato Enrica Zoleo, ideatrice della trasmissione, per capire meglio come il mondo della radio possa essere legato a quello dei sordi.

Com’è nata l’idea di un programma radiofonico con la lingua dei segni?
L’idea è nata un anno fa, quando mi sono trovata a dover scegliere un argomento da trattare per la mia tesi di laurea triennale: già sapevo di volermi laureare con una tesi sulla radio, ma non sapevo ancora precisamente su quale aspetto focalizzarmi. Ero a contatto con la comunità sorda ormai da tre anni perché ero al terzo, ed ultimo, livello di un corso triennale di lingua dei segni. Poi ho iniziato a notare che praticamente in tutti i bar di Milano c’erano le televisioni collegate sul canale di radiovisione di RTL 102.5 e ho realizzato una cosa abbastanza banale: nessun udente vuole guardare la radio, ma c’era qualcuno che la radio l’avrebbe potuta guardare.. i sordi. Parlandone con degli amici sordi, mi hanno poi raccontato che a Roma, nel 2013, esisteva una radio che aveva fatto un programma con delle persone sorde: Radio Kaos ItaLIS. Ovviamente l’idea mi aveva fatta impazzire: era un progetto che univa le mie due più grandi passioni, la radio e la LIS. Per questo motivo proposi al mio relatore Tiziano Bonini una tesi sulla fruizione della radio da parte delle persone sorde e lui, entusiasta, approvò. Sono andata a Roma per intervistare il direttore della web radio Radio Kaos Italy per la tesi e, parlando con lui e una collaboratrice del progetto Radio Kaos ItaLIS, ho capito che quello che stavo studiando solo dal punto di vista teorico poteva essere realizzato anche dal punto di vista pratico. Quindi quando sono arrivata a POLI.RADIO con il presidente Philip Michael Grasselli ci siamo detti: perché no? La radio dispone di tutta l’attrezzatura tecnica necessaria, io conoscevo già da tempo la mia partner radiofonica Martina Romano (che traduce il LIS) e quindi ho voluto fare una sorta di esperimento per vedere se questo prodotto potesse effettivamente piacere.

Di che cosa tratta il programma?
PO.LIS tratta sia argomenti del mondo sordo che non, proprio perché vuole essere un prodotto che possa essere fruito da tutti. Vorremmo da una parte fare chiarezza su alcuni aspetti della cultura sorda che la maggior parte degli udenti non conoscono: perché è sbagliato dire “non udente” o “sordomuto”, cosa sia la LIS, se e come i sordi ascoltano la musica. In ogni puntata parliamo poi di un “prodotto culturale” che tratta di sordi, come film, libri e serie tv. In più – tramite delle interviste – vogliamo promuovere iniziative per i sordi fatte da persone sorde. Il tutto è “accompagnato” da notizie ed argomenti di carattere generale, perché comunque i sordi non vogliono qualcosa che sia fatto apposta per loro, voglio solo avere la possibilità di fruire delle cose di cui fruiscono gli udenti. I brani proposti tra un intervento è l’altro sono accompagnati dal lyric video della canzone in modo da garantire la fruibilità del contenuto musicale.

Avete già avuto dei feedback da ascoltatori?
Sì, abbiamo avuto dei primi feedback sia da persone sorde che udenti ed è stato molto positivo. Abbiamo ricevuto un sacco di complimenti e chi ha avuto modo di seguire la prima puntata del programma è molto contento di come sia andata e del risultato che abbiamo ottenuto. Ovviamente era la prima volta e non era perfetta, ci sono degli aggiustamenti da fare, ma proprio il fatto che persone sorde o udenti ci dicano cosa sia andato bene o male nel programma ci spinge a migliorare per le prossime puntate. Alla fine questo programma si costruisce molto anche sui feedback, quindi cerchiamo di raccoglierne il più possibile.

Avete degli obiettivi?
Ad essere sincera, arrivare alla messa in onda in realtà era già un obiettivo. PO.LIS richiede una preparazione iniziale davvero non indifferente, quindi già essere riusciti ad arrivare il 19 aprile a fare la diretta è stato un traguardo. Adesso ogni puntata è un obiettivo: vorremmo riuscire ad andare avanti, conciliando i vari impegni di ogni membro della squadra, tra stage, lavoro, università, e preparare tutto il necessario per andare in onda non è scontato. Poi ovviamente l’obiettivo di base che ha fatto nascere il tutto era riuscire da una parte ad aiutare un processo di integrazione tra sordi e udenti che c’è già da tempo e che tantissimi progetti oltre al nostro cercano di creare. E poi quello di dimostrare al mondo degli udenti che ci sono infinite cose dell’universo sordo che ancora devono scoprire. Ma, soprattutto, poter dire ai sordi che la sordità sì, è una disabilità, ma una disabilità sensoriale, che non ti rende meno capace di un udente.

Un progetto ambizioso e lodevole mosso da due principali cause: l’integrazione delle persone con handicap e l’amore per la radio.

Intervista a cura di Stefano Tumiati

Stefano Tumiati

Stefano Tumiati

Regista Radiofonico, Tecnico Audio, Producer, Montatore Video Leggi i miei articoli

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