Radio in auto, Capitanio (Agcom): “La radio è un presidio di democrazia, ma rischia di sparire dalle auto”
Il commissario Agcom Capitanio lancia un appello sulla scomparsa della radio dai veicoli moderni. A rischio pluralismo e accesso all’informazione.
L’allarme del commissario Agcom Capitanio sulla scomparsa dell’autoradio nei veicoli di nuova generazione e l’importanza di garantire pluralismo e accesso all’informazione
Capitanio: Il futuro della radio in auto è a rischio
“La radio è un presidio di democrazia, ma potrebbe presto scomparire dalle automobili”. Con queste parole, il commissario Agcom Massimiliano Capitanio ha acceso i riflettori su un tema sempre più urgente per il mondo radiofonico italiano: la graduale eliminazione dell’autoradio tradizionale dai veicoli di nuova generazione, in particolare elettrici.
Secondo Capitanio, “sono circa 26 milioni gli italiani che ogni giorno ascoltano la radio in auto”, rendendo questo mezzo uno strumento fondamentale di informazione, pluralismo e libertà. Ma il rischio oggi è quello di vederlo sostituito da piattaforme private o contenuti non regolamentati, accessibili solo tramite interfacce digitali come USB e Bluetooth.
Agcom chiede una legge per tutelare la radio a bordo
Per rispondere a questa emergenza, Agcom ha inviato una segnalazione formale al Governo, chiedendo un intervento normativo che imponga la presenza obbligatoria della radio FM e DAB nei veicoli, in linea con le direttive europee. In Parlamento si sta discutendo una proposta in tal senso, ma Capitanio avverte: “Il rischio è reale e sottovalutato”.
Oltre al possibile impatto sul lavoro di migliaia di operatori del settore, il commissario ha sottolineato che la radio è un’infrastruttura pubblica, come le autostrade o i servizi postali. Per questo ha anche ribadito il valore del sistema FM come back-up per la comunicazione pubblica, e del DAB+ come futuro tecnologico da sostenere.
Gli aggregatori digitali possono essere una soluzione?
In attesa di una normativa, una possibile soluzione transitoria può arrivare dagli aggregatori digitali come TuneIn, FM-world o Radioplayer, che consentono l’ascolto delle emittenti tramite smartphone e collegamento Bluetooth con l’impianto dell’auto.
Ma Capitanio è chiaro: “Serve una vera educazione all’ascolto e un impegno istituzionale per rendere la radio accessibile a tutti i cittadini, su ogni mezzo”. Un appello forte che si inserisce in un contesto più ampio di difesa dei media tradizionali, oggi sempre più minacciati dalla digitalizzazione.