L’Italia resta fedele alla TV, ma la radio conferma il suo ruolo d’informazione
Nonostante l’avanzata del digitale, secondo il rapporto European Media Industry Outlook 2025, la televisione resta la principale fonte d’informazione per gli italiani, seguita dai media online. La radio, stabile al terzo posto, conferma la propria forza come mezzo autorevole, accessibile e sempre credibile nel panorama europeo.

La televisione resta il principale mezzo d’informazione in Italia, ma la radio continua a mantenere un ruolo centrale e di grande affidabilità. È quanto emerge dal rapporto European Media Industry Outlook 2025 della Commissione europea, elaborato da Connact su oltre 55 mila interviste nei 27 Stati membri.
Il 67,4% degli italiani indica la TV come principale fonte di informazione, una percentuale ben superiore alla media europea del 52,9%. L’Italia si conferma quindi uno dei Paesi più legati al piccolo schermo, ma allo stesso tempo registra una buona crescita dei canali digitali e conferma la solidità della radio come mezzo di fiducia.
Crescono online e radio nel panorama informativo
Secondo l’indagine, il 39% degli italiani si informa leggendo testate online (contro il 35% medio europeo), mentre la carta stampata tiene con il 18,3%, in linea con la media UE.
La radio, con il 37% degli ascoltatori europei che la scelgono per informarsi, rimane tra i mezzi più credibili e capillari, capace di garantire immediatezza e autorevolezza anche nell’era dei social.
Il rapporto, presentato a Bruxelles durante il convegno “Le nuove frontiere dell’informazione e dell’industria culturale UE”, organizzato con il Parlamento europeo e con ANSA come media partner, evidenzia come il mezzo radiofonico mantenga una posizione stabile e di fiducia nel sistema informativo europeo.
Radio e credibilità: un binomio che resiste al tempo
Nonostante l’avanzata del digitale e dei social, la radio continua a essere percepita come mezzo di informazione affidabile e vicino alle persone.
Oltre un terzo dei cittadini europei la ascolta regolarmente per aggiornarsi, dimostrando come il linguaggio sonoro resti una componente essenziale dell’ecosistema dei media.
Il Global Media Intelligence Report segnala inoltre che l’Europa è l’area del mondo che dedica meno tempo ai media, ma la radio riesce comunque a distinguersi per costanza e qualità della fruizione: un dato che conferma la sua capacità di resistere e adattarsi, restando un punto di riferimento per milioni di ascoltatori.