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Radio InBlu: l’intervista a Fabio Cruciani, responsabile tecnico

Oggi Radiospeaker.it incontra il coordinatore e responsabile tecnico della sede romana di Radio InBlu: Fabio Cruciani, per parlare del modo di lavorare in una Syndication Radiofonica

Ciao Fabio, da quanto tempo fai radio e quali sono le radio dove sei stato?
È dal 1978, dall’età di sedici anni. Andavo a scuola, una scuola professionale di cinematografia e televisione, che oggi prende il nome d’istituto Rossellini, all’epoca era il cine tv :”mitico”. Ho cominciato in una piccolissima radio, all’età di sedici anni, una radio che poi come tante radio di quell’epoca non esiste più, ma all’epoca c’era un grandissimo fermento. C’era tanta voglia di fare, anche con mezzi come potete immaginare molto, molto minimi, con mezzi spesso casalinghi e da lì è nata la passione per la radio. Io sono un tecnico del suono, ho provato tutte le professioni del tecnico del suono (in teatro, cinema, televisione e negli studi di registrazione), poi la radio mi ha catturato e da lì, in quella piccola radio che si chiamava Nova Radio Roma ho cominciato il mio percorso. Da lì in poi sono arrivato nel 1998 in questa realtà nascente che si chiama Blu Sat 2000, poi la Syndication Radio in Blu. Quindi a trentaquattro anni ho un po’ ricominciato da capo. Non sono più il tecnico del suono ma sono il coordinatore della sede di Roma di Radio in Blu, il coordinatore tecnico e della produzione. Quindi coordino la produzione quotidiana della sede di Roma di questa syndication radiofonica.

ASCOLTA L’INTERVISTA A FABIO CRUCIANI DI RADIO INBLU

A proposito, sede di Roma perché Radio in Blu è un network. Un network di radio cattoliche italiane che ritrasmettono il segnale di Blu Sat 2000. Questa è la descrizione che c’è su Wikipedia. È corretta ma, non del tutto. Perché innanzitutto non siamo un network, siamo una syndication quindi è vero che ci sono collegate a noi le radio cattoliche italiane. Quelle che decidono di condividere il loro palinsesto con le nostre proposte, che consente loro di avere, di integrare all’interno della loro programmazione delle trasmissioni di qualità. Facciamo del nostro meglio per diffondere appunto le nostre trasmissioni, il nostro palinsesto, le radio hanno la libertà di scegliere le produzioni che sono più vicine alla loro linea editoriale e in più possono aderire alla syndication e trasmettere almeno sei ore in diretta. Il resto del palinsesto lo possono prelevare, registrare e diffondere in differita.

Fabio c’è una questione che è molto richiesta dai nostri ascoltatori/lettoir: la definizione precisa di Syndication, che già hai accennato e introdotto.
Cominciamo dicendo che il Network parte dall’idea di avere un unico segnale che parte da uno studio, da una sede e diffonderlo su tante frequenze, tante se ne riuscivano ad acquisire nelle varie regioni italiane. Quello che si diffonde da un network che ad esempio ha sede a Roma è lo stesso segnale che puoi ascoltare contemporaneamente a  Milano, a Torino fino ad arrivare a Palermo, in Sardegna. Questo è il network, diciamo che il network acquisisce le frequenze sul territorio e diffonde un unico palinsesto. Per quanto riguarda la Syndication la scelta è diversa perché, noi nasciamo come banca programmi radiofonici. Quindi all’inizio eravamo soltanto sul satellite e le radio si collegavano con noi, con un apposito decoder satellitare riprendevano i nostri servizi. (che all’inizio erano soprattutto i notiziari, una proposta musicale e pochi programmi). Poi via via la nostra banca programmi si è arricchita. È  diventato un vero e proprio palinsesto radiofonico che si può ascoltare nella sua totalità sul sito www.radioinblu.it , si può ascoltare via satellite e su una frequenza a Roma (96.3 FM). Per il resto le nostre radio sempre con il loro decoder satellitare riprendono in diretta quelli che sono i nostri programmi inseriti, nella syndication. La regola dice che devono essere non più di sei ore al giorno. Per il resto se vogliono possono aderire riprendendo i GR e poi le altre trasmissioni d’intrattenimento, di servizio musicale.

Grazie, ci hai chiarito un po’ la situazione. Le radio che partecipano a Radio in Blu, che comunque sono inserite nel circuito della syndication sono circa duecento, leggevo.
Sono un po’ di meno oggi. Ti posso dare un dato aggiornato, sono circa cento.

 

Dobbiamo aggiornare la pagina di Wikipedia, perché altrimenti poi le interviste vanno male.
Assolutamente d’accordo, bisognerebbe intanto capire chi l’aggiorna.

Come si fa a coordinare cento radio?  E come viene gestita la pubblicità delle cento radio? Voi trasmettete pubblicità da Roma oppure ogni radio trasmette la propria pubblicità? Le cento radio ricevono da noi costantemente via e-mail le informazioni sul nostro palinsesto. Le informazioni sul nostro palinsesto sono diverse c’è: un’informazione prettamente tecnica con orari e procedure per poter ricevere correttamente i nostri programmi, c’è poi l’informazione prettamente artistica che dà ragguagli sui contenuti delle singole trasmissioni o anche sulle novità settimanali, come gli ospiti che sono presenti all’interno delle nostre trasmissioni ogni settimana. Tutte quelle informazioni che possono migliorare la comunicazioni con le nostre radio e a guidarle nella scelta delle trasmissioni. Dal punto di vista della pubblicità invece abbiamo quattordici punti ora in cui diffondiamo la nostra pubblicità e le radio ricevono, naturalmente adeguando la loro messa in onda, i nostri spazi pubblicitari e li riprogrammano all’interno della loro programmazione locale.

Quindi non vengono inseriti direttamente nei programmi?
No, no, assolutamente. Noi siamo abbastanza rigidi da questo punto di vista. Abbiamo dei punti ora, alle cinquantotto, due minuti prima dell’edizione dei nostri giornali-radio.

Radio in Blu è una radio cattolica però, a differenza di altre radio di stampo cattolico non trasmette solo contenuti religiosi.
Giusto e probabilmente è stata una delle scelte vincenti sin dall’inizio. L’idea da parte dei nostri editori era quella di fare una radio cattolica che rispetto al passato si proponesse con professionalità. Quindi con professionisti. Questa è stata la prima mossa, rivolgersi a personale che poi ha fatto crescere anche chi c’era già sin dall’inizio. Il palinsesto da grande risalto alla voce della chiesa, e quello è fuori di ogni dubbio, si dà grande risalto alle grandi manifestazioni, mi vengono in mente i grossi sforzi che si sono fatti negli ultimi anni per seguire le giornate mondiali della gioventù o altre manifestazioni del genere. Nonché i viaggi del Papa. Quindi le dirette straordinarie ma, oltre a questo, c’è una programmazione musicale molto attenta, una programmazione musicale che non conosce censure. Diciamo che l’unico intendimento è quello della qualità della musica, con grande attenzione alla musica italiana. E i contenuti dei programmi i nostri collaboratori, i nostri speaker, i nostri producer, i nostri autori,  cercano un po’ di interpretate quelli che sono i desideri delle radio collegate che spesso ci mandano suggerimenti e consigli. Noi cerchiamo un po’ di raccoglierli e di inserirli nel nostro palinsesto. Questo è un po’ il nostro intendimento, non ultimo anche la collaborazione con le radio che possono proporre delle loro trasmissioni. Se sono giudicate valide le mettiamo a disposizione di tutte le altre radio. Quindi anche un modo di collaborare in maniera reciproca, sempre molto fruttuoso.

Un bellissimo progetto e un modo di intendere il lavoro in radio. L’ultima domanda poi ci salutiamo. Che cos’è per te Radiospeaker.it? Cosa ne pensi del nostro portale?.
Guarda te lo avevo anticipato fuori intervista e ribadisco con grande vigore e forza, è innegabile che è stato per me un vero piacere ricevere questo tuo invito e come sempre faccio quando avvengono queste circostanze vado un po’ ad informarmi. Io lo conoscevo diciamo di sponda prima, ho un po’ approfondito e devo dire che secondo me è uno strumento fondamentale per chi ha la radio dentro, per chi ha la passione della radio dentro di sé e vuole avere un opportunità per cercare di capirci qualcosa, per cercare di collaborare, per cercare di lavorare. Ho trovato anche dei consigli e questo mi piace sottolineare non era assolutamente preparato, c’è una sorta di decalogo di dieci punti su come proporsi in una radio. Sono i dieci punti che io dico sempre a tutti i ragazzi, a tutti i tecnici, a tutti gli speaker che mi chiedono un consiglio, come poter lavorare in radio, come si può fare. Sono dieci punti sacrosanti che invito tutti voi ad andare a leggere sul sito Radiospeaker.it, perché veramente racchiudono un po’ l’essenza iniziale di chi ha la passione per questo mezzo. Quindi il mio pensiero se non si fosse capito è molto positivo.

Grazie mille Fabio per questa bella intervista e per i complimenti che ci hai fatto, li ricambiamo.
Grazie a te, è stato un vero piacere. In bocca a lupo a tutto e un saluto.

Intervista a cura di Giorgio d’Ecclesia

Admin Radiospeaker

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