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Radiospeaker.it incontra Charlotta Smeds di Radio Vaticana

Oggi Radiospeaker intervista Charlotta Smeds, caporedattrice di Radio Vaticana settore scandinavo.

Ci racconti come è iniziata la tua avventura radiofonica e come sei arrivata a Radio vaticana?
A Radio Vaticana ho iniziato a lavorare nel 2006 ed ero già da sedici anni a Roma, perciò avevo già vissuto molte altre esperienze prima di approdare qui. In radio non sono sbarcata già con una preparazione da “speaker”, anzi ho incontrato un ragazzo svedese ad una festa, lui aveva lavorato qui per tanti anni ma, all’epoca aveva deciso di cambiare lavoro e cosi mi fa:” Guarda so che la redazione scandinava sta cercando una voce svedese, perché non vai lì e chiedi….”, bisogna anche aggiungere che di svedesi, qui a Roma, ve ne sono tanti ma, di svedesi cattolici,pochissimi, si possono contare sulle dita di una mano; allora, ovviamente, questo era un motivo in più, poi da cattolica svedese lavorare a Radio vaticana ha una valenza molto forte. Vivendo qui per me è bellissimo lavorare qui.

Come riesci a coniugare la tua passione per la fotografia con il lavoro in radio?
E’ stato difficile perché ho sempre lavorato come fotografa prima di arrivare qui e in campo fotografico non devi parlare, anzi, racconti con immagini fotografiche nel silenzio. E’ stata una sfida, quella di non poter mostrare nulla ma di poter solo usare la voce per raccontare ogni cosa, all’inizio non è stato molto facile, erano tanti anni che non usavo più lo svedese e non avevo l’abitudine di mettermi davanti ad un microfono e parlare ma, anche questo con la pratica si supera, alla fine non è poi cosi arduo.

Quali sono i trucchi per realizzare un buon giornale radio?
I trucchi, ovviamente…conoscere bene a chi ti rivolgi, saper ascoltare la società che ti circonda,in modo da capire come relazionarti ad essa, poi è anche molto utile capire bene chi sei Tu; Avere consapevolezza della propria identità personale è fondamentale per riuscire ad essere dei buoni comunicatori. A Radio Vaticana siamo abituati a interagire con paesi diversi ed eterogenei, ogni redazione ha il suo campo d’azione e i suoi radioascoltatori.

Come si discosta il sistema organizzativo di Radio Vaticana rispetto ai Network nazionali?
E’ sicuramente un vantaggio nel senso che, posso avere notizie dirette da tante persone che lavorano qui, nelle stanze affianco alla mia, di distinte redazioni di settore e che, provengono da tanti paesi del mondo; ovviamente, è difficile per i nostri capi, riuscire a controllarci, perché non conoscono tutte le nostre lingue, ma devono fidarsi di noi, delle notizie che diamo, fatte con sincerità e secondo coscienza. Un vero controllo può averlo solo il radioascoltatore che riceve la notizia. Alla fine, comunque, abbiamo dei bravi responsabili che ci guidano, dandoci dei punti di indirizzo di massima da seguire come Radio Vaticana, poi sta ad ognuno di noi, responsabilmente, agire secondo la sua coscienza.

Il ruolo del giornalista radiofonico è rimasto inalterato nel tempo o è in corso di evoluzione? Quando ho cominciato qui si sentiva dire che, i nuovi media sono tanti e disparati e, ovviamente ci si chiedeva cosa sarebbe successo alla radio, se sarebbe scomparsa, appiattita dalla massa di strumenti mediatici. Credo che la radio sia un mezzo di comunicazione importantissimo,oggi estremamente rivalutato, la radio non sparirà mai, ne sono certa. E’anche giusto che la radio segua il ritmo di sviluppo sociale e che venga seguita non soltanto tramite onde di frequenza ma anche attraverso internet. La possibilità di ascoltare la voce di qualcun altro, di una persona, invece che, semplicemente leggere o guardare un immagine in movimento ha un valore.

Quindi il ruolo del giornalista in radio resta inalterato?
Ma penso proprio di si…

Cosa ne pensi di Radiospeaker.it?
Proprio per quello che dicevo prima, Radiospeaker gioca un ruolo fondamentale, affinchè la radio non sparisca in questo campo cosi vasto di comunicazione, perciò è sicuramente molto importante mantenere alto il livello degli speakers e continuare a parlare e a farsi sentire in radio.

Articolo a cura di Nicoletta Zampano

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