HomeMagazineLe Radio Francesi contro l’obbligo di trasmettere musica nazionale

Le Radio Francesi contro l’obbligo di trasmettere musica nazionale

La “Grandeur francese” è un concetto nato con Luigi XIV, il Re Sole, ma che è stato portato avanti da tanti altri uomini – simbolo, come il generale Charles De Gaulle. Si riferisce a “une certaine idée de la France”, un modo particolare ed intenso di vivere la propria cultura ed il proprio paese, un orgoglio che investe ogni settore della comunità d’Oltralpe e che va a toccare significativamente anche un ambito specifico come la radiofonia.

Esiste, infatti, una legge del 1994 che impone a tutte le emittenti radiofoniche francesi di mandare in onda, dalle 6,30 alle 22,30, il 40 per cento del repertorio locale, metà del quale di nuovi talenti. La norma fu all’epoca approvata per tentare di arginare l’invasione (barbarica) della musica anglofona in Francia, adesso però le emittenti nazionali sono alle corde, giurano di non poter più riempire la quota prevista dalla legge protezionista con il repertorio nazionale a causa della diminuizione di testi che nascono in francese. Questo perché la maggior parte degli artisti, desiderosa di varcare i confini nazionali, utilizza prevalentemente la lingua inglese per comporre i propri brani.

Un esempio lampante arriva dalla “Victoire de la Musique”, premio francese molto simile ai Grammy Awards americani, dove la vittoria se l’è aggiudicata Yael Naim, cantautrice franco-israeliana, il cui repertorio è per la maggior parte in inglese. La questione è stata affrontata anche dal Midem, il mercato mondiale della musica svoltosi a gennaio nel Palais des Festivals a Cannes.

Il problema è strutturale: nel 2003 gli album usciti in francese sono stati 718, nel 2010 solo 138. Il calo è stato dunque vertiginoso. Il capo di due emittenti, FUN e RTL2, è sbottato: «Non si può andare avanti così, la faccenda delle quote deve cambiare», David El Sayegh, responsabile dello SNEP (che protegge gli interessi discografici nazionali) gli ha subito risposto: «Le radio FM usano soltanto 15 singoli per coprire il 90 per cento della loro quota. E’ segno che sono terrorizzati dal nuovo materiale».

Il CSA, una sorta di Autorità francese delle Comunicazioni, non è ancora intervenuta nella contesa, come andrà a finire lo scontro?

Articolo a cura di Fabrizio Brancaccio

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