Sciopero dei giornalisti il 28 novembre: stop a GR e TG nelle emittenti che applicano il contratto FNSI–FIEG
Il 28 novembre 2025 segna una giornata di mobilitazione storica per il giornalismo italiano. Dopo vent’anni dall’ultima protesta di questa portata, i giornalisti aderenti al contratto FNSI–FIEG scioperano per chiedere il rinnovo del contratto nazionale, scaduto nel 2016.
Lo sciopero coinvolge anche il mondo radiofonico:
le emittenti nazionali che applicano il contratto FNSI–FIEG non trasmetteranno giornali radio né telegiornali nella giornata di venerdì.
Sabato 29, invece, i quotidiani non saranno in edicola.
Perché si sciopera: condizioni peggiorate e richieste degli editori respinte
La protesta non riguarda soltanto la parte economica. La categoria denuncia:
- un peggioramento generalizzato delle condizioni di lavoro
- un aumento delle minacce da parte della criminalità organizzata
- l’uso crescente delle querele temerarie per intimidire i cronisti
- scelte editoriali che comprimono qualità e tempi dell’informazione
La segretaria generale della FNSI, Alessandra Costante, ha parlato di una perdita di oltre il 20% del potere d’acquisto negli ultimi anni, respingendo nettamente le richieste degli editori di ridurre diritti e salari, in particolare per i giovani.
Le richieste del sindacato
I giornalisti chiedono un contratto che sia al passo con l’evoluzione del settore e che affronti temi centrali per il futuro della professione:
- riconoscimento delle nuove figure digitali
- regolamentazione dell’uso dell’Intelligenza Artificiale nelle redazioni
- equo compenso per i contenuti online
- tutela effettiva dei diritti professionali
Alla mobilitazione hanno aderito, tra gli altri, Stampa Romana, Usigrai e Rete NoBavaglio, rendendo lo sciopero una protesta ampia e trasversale che coinvolge tutto il comparto editoriale.
Chi non sciopera: le radio locali con contratto FNSI–Aeranti-Corallo
Non partecipano invece i giornalisti a cui si applica il contratto FNSI–Aeranti-Corallo, diffuso soprattutto nelle radio e televisioni locali.
Si tratta di un modello contrattuale diverso, con condizioni economiche storicamente più basse rispetto a quelle del contratto FNSI–FIEG, che il sindacato aveva accettato per evitare proposte ancora più penalizzanti avanzate da altre sigle confederali.
La convivenza di più contratti continua però a generare tensioni interne, alimentando il dibattito sulla necessità di mettere fine alla distinzione – percepita da molti – tra giornalisti “di serie A” e “di serie B”.