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Tavolo Editori Radio sarà la nuova frontiera della radiofonia?

E’ stato presentato nella sede della Rai in Corso Sempione a Milano, il CDA di una nuova e futuristica società, ovvero il Tavolo Editori Radio, organo di rappresentanza di tutte le radio nazionali, pubbliche e private.

Per la prima volta, dunque, l’Italia vede nascere un’entità editoriale unita che mira a dare maggiore visibilità e donare massima trasparenza a tutto l’assetto radiofonico, potendo contare su personalità di primissimo piano nell’ambiente; tra gli altri, il presidente Nicola Sinisi (Rai), Antonio Niespolo (Kiss Kiss), Francesco Dini (Elemedia), Mario Volanti (Radio Italia), Lorenzo Suraci (RTL 102.5), Claudio Fabbri (Finelco), Massimiliano Montefusco (RDS).

Tutte le maggiori realtà radiofoniche hanno scelto di unirsi e dare nuovo slancio al mondo delle radio, messo sempre in secondo piano dai media e dalle istituzioni.

Punto importante, che merita riflessioni approfondite, è la scelta di non affidarsi più a società esterne per la rilevazione dei dati d’ascolto, tema scottante dell’ultimo quinquennio. Dopo Audiradio si è passati a GFK Eurisko che, con tanto sforzo e impegno, non ha sempre soddisfatto a pieno editori e pubblicitari.

Da qui la necessità di trovare nuove formule e competenze, partendo da un presupposto fondamentale spiegato dagli stessi soci: perché pagare tot milioni una società esterna che non soddisfa le nostre esigenze, quando possiamo iniziare a rilevare i dati in modo diretto investendo le stesse cifre che provengono dall’interno? Perché basarci su dati d’ascolto non sempre precisi quando si può calcolare tutto in modo più uniforme, prendendo in considerazione non solo i canali analogici ma anche quelli digitali?

Domande lecite a cui il TER riuscirà, si spera, a dare risposte pratiche nell’immediato futuro con azioni capillari su tutto il territorio, “prendendo come modelli di riferimento” dice Montefusco “quello statunitense e canadese, oltre ad alcuni modelli a noi più vicini, europei”.

Il presidente Sinisi ha poi acceso una miccia molto importante nelle menti dei presenti, parlando della radio sui generis e citando terminologie care agli altri media quali “cenerentola”, “sorella minore della tv e della carta stampata”, cosa che non dovrebbe esistere considerando una differenza semplice ma sostanziale, cioè il metodo comunicativo che, mentre in tv e sui giornali è più elaborato, costruito, in radio è immediato e vero, cosa che il pubblico percepisce e da cui non si è mai voluto allontanare.

Sembrerebbe tutto molto bello, però bisogna guardare anche al futuro ponendosi delle semplici domande: potrà davvero essere questa la soluzione per risolvere i problemi del mondo radiofonico del paese? Le grandi radio riusciranno a dare il giusto spazio alle realtà locali, multiregionali e web o creeranno un distacco ancor più netto rafforzando il loro potere?

Auguriamo un buon lavoro al nuovo organo, che possa esaltare ai massimi livelli il mezzo più amato dagli italiani: la radio.

Articolo a cura di Alvise Salerno

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