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Periscope e i primi approcci radiofonici

Da qualche settimana, negli States, è esplosa la Periscopemania.
Utilizzando il proprio profilo twitter, infatti, è possibile fare un collegamento diretto con questa nuova app, Periscope, e trasmettere live qualsiasi cosa da ogni parte del mondo.
Per chi ancora non sappia di cosa stiamo parlando, è molto semplice: sono stati fusi in un corpo solo gli Hangout di Google+ e il sistema di live blogging di Twitter, il tutto con una qualità video eccellente.

Alcuni dicono si tratti di una moda, altri pensano possa essere il futuro, sta di fatto che Periscope è entrato nella vita, nel quotidiano di molte persone, però ci sono dei piccoli limiti da rilevare, infatti, al momento funziona solo con i dispositivi Apple e non è possibile rispondere agli utenti che commentano ciò che stanno osservando.

In Italia quest’app comincia a prendere piede, ogni giorno sempre di più, e sono in tantissimi a utilizzarla nel settore della comunicazione. Dalle tv ai giornalisti, dai cantanti agli scrittori, si sta formando un esercito di “internauti live”.

Di recente, anche alcuni speaker radiofonici, sia di radio locali sia di network, hanno deciso di utilizzarlo per far vedere tutto ciò che accade nel corso di una diretta, compresi i fuori onda. Una su tutti, Giuditta Arecco di RDS, che usa Periscope regolarmente dal suo cellulare, facendo vedere quel che accade negli studi per la prima mezz’ora di programma. Scelta molto intelligente, perché l’attenzione degli utenti cala inevitabilmente dopo poco tempo, quindi sarebbe azzardato e difficile trasmettere due ore di fila. Mezz’ora o 45 minuti potrebbero essere il giusto compromesso.

La domanda che in molti si pongono, adesso, è se potrebbe essere anche questo un nuovo modo di fare radio, di farla conoscere ai più giovani, o se resterà solo una moda fine a se stessa.
Di certo, utilizzare Periscope nel corso delle dirette, soprattutto quando in studio ci sono ospiti, rende tutto molto più interessante e interattivo, adatto alla nuova generazione costruita e cresciuta sui social, con internet.

Solo il tempo, come sempre in tutti gli ambiti, darà le dovute risposte.

 

Articolo a cura di Alvise Salerno

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