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Prix Italia 2015: il concorso dei format radiofonici

Prix Italia 2015: il concorso dei format radiofonici

Nell’era dei talent e talenti liquidi, individuare kermesse che abbiano una storia, e riescano a consegnare ai posteri i concorrenti, è più arduo che impossibile. Eppure con un briciolo d’attenzione è possibile individuare meeting di un certo tipo. Il Prix Italia ad esempio, previsto dal 19 al 24 settembre prossimi nelle strutture RAI di Torino.

Il capoluogo piemontese, “cuore finanziario – amministrativo e testa dirigente – produttiva della radiofonia” (P. Ortoleva, Le Garzantine, Radio, pag. 896), torna a far parlare di sé attraverso l’evento destinato a nuove voci della radio, a format innovativi ed emittenti alla ricerca di una più ampia visibilità. Per l’occasione, gli organizzatori – dodici persone, più il  Segretario Generale Dr. Paolo Morawski – riaffermano che il cuore pulsante della radiofonia nostrana risiede nel quarto comune più popoloso d’Italia. Lì, dove nel 1930 dimorava la sede centrale dell’EIAR, e nel 1933 germinava la CETRA.

La manifestazione inizialmente denominata Premio Italia, nel 1948 quando nacque, presto mutò appellativo divenendo Prix Italia, solo due anni dopo. La mission, negli anni, non ha cambiato sembianze, anzi la necessità di far luce sulle novità del mondo radiofonico è sempre più un’impellenza. Il vecchio sistema perde colpi, a favore del nuovo che cerca di garantirsi, con le mani e coi denti, quella fetta di credibilità che gli spetta.

Il Premio Italia, dunque, nasceva con “lo scopo di dare impulso alle messinscene radiofoniche e ai radiodrammi e di far conoscere oltre gli angusti limiti nazionali le opere meritevoli” (P. Ortoleva, Le Garzantine, pag. 636). Oggi il concept è lo stesso, “ogni rassegna è sempre a caccia di format innovativi, chi crea azzarda pure al futuro: trova spazio al Prix Italia”, afferma Alfredo Gallo, collaboratore RAI International, durante l’intervista rilasciata a Radiospeaker. Le novità aggiunte, negli anni, riguardano una sezione dedicata alla tv, introdotta nel 1957 e una al web, introdotta nel 2000.

L’ulteriore cambiamento è legato al tema, che cambia di anno in anno. “Lo storytelling” è l’argomento di questo 2015; ovvero quell’urgenza comunicativa – molto giornalistica – finalizzata a narrare episodi, dettagliandoli nei particolari. Per prendere parte al Prix, “ogni network sparso nel mondo è contattato da un player, procacciatore del posto, esperto nel mondo della comunicazione che consiglia al network il format da inviare.

Ogni network ha la possibilità di concorrete con più format: radiofonia, tv e web. Il materiale ricevuto viene visionato, ascoltato da una commissione di esperti internazionali che indica i lavori da mettere in concorso. Ogni anno concorrono più 50 media, è un segnale forte verso il Prix Italia. A premiare  è una seconda Commissione di esperti internazionali di ogni settore, nei quattro giorni di lavoro a Torino.

Gli esperti presenti sono anche internazionali”, racconta Gallo. Tra le personalità previste per la prossima edizione c’è “il Presidente Dr. Rèmy PFLIMLIN, Presidente e Direttore Generale di France Tèlèvision, non  è  mai mancato alle premiazioni; non mancherà per il 2015. Come non mancherà il Presidente RAI, il Direttore generale RAI.

Ogni anno le Ambasciate Italiane all’estero ricevono inviti per loro, e inviti da distribuire a personalità del posto”, aggiunge il collaboratore RAI. “Rispetto al Festival di Sanremo è più facile accreditarsi al Prix Italia”, specifica Alfredo Gallo scherzandoci un pò. “I colleghi del Festival di Sanremo – aggiunge – vogliono sapere anche di colore ai gli occhi, mentre da noi è più semplice. La RAI giornalmente da notizie del Prix Italia, per chi desidera recarsi a Torino ed essere accreditato, non ci sono problemi. Basta farsi autorizzare dalla nostra, o su Internet alla pagina specifica sul Prix Italia 2015”.

 

 

Articolo a cura di Annalisa Colavito

 

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