HomeMagazineAntitrust su Mediaset e Hazan: Polo delle Radio a rischio?

Antitrust su Mediaset e Hazan: Polo delle Radio a rischio?

Tutti sono concentrati sulla decisione che l’Antitrust prenderà entro un periodo non troppo lungo, sicuramente entro il primo trimestre 2016.

Esso infatti dovrebbe dare il suo giudizio sull’operazione legata al patto tra Mediaset e Hazan, già stipulato a Settembre 2015 tra i due (ricordiamo che gli Hazan sono gli storici proprietari di Finelco, che controlla Radio 105, Virgin Radio e Radio Montecarlo).

Se la valutazione in questo senso risulterà positiva Mediaset potrebbe, in poco tempo, diventare socio di controllo di un vero e proprio “gigante” del settore radiofonico, attraverso l’unione di Radio 101, già di sua proprietà, con Radio 105, Virgin Radio e Radio Montecarlo.

Il punto cruciale, che attende il via libera da parte dell’Antitrust è il fatto che Mediaset possa convertire della azioni senza diritto di voto (ma titoli con evidenti diritti economici) in azioni con diritti di voto. Grazie a ciò potrebbe raggiungere un’ampia maggioranza nella holding che controlla Radio 105, Virgin e Radio Montecarlo.

Da quel momento in poi potrebbe dunque partire il progetto per un vero e proprio “polo radiofonico”, con evidenti sinergie con la televisione. Fulcro di questo piano sarebbe Radio 105, che rappresenta il vero punto di forza di tutto il gruppo grazie ad ascolti costantemente in crescita.

Resta da capire anche quello che sceglierà di fare la famiglia Hazan, per anni alleati di Rcs prima dell’ingresso in campo di Mediaset: se intenderà restare in minoranza oppure se preferirà iniziare una nuova avventura imprenditoriale. Secondo alcune voci essi potrebbero scegliere un’altra strada, cioè scorporare dal polo radiofonico Radio Montecarlo, ma naturalmente si tratta di pure supposizioni.

Nel frattempo l’orizzonte non è “sereno”, dato che la Commissione Europea vuole che le emittenti tv liberino le frequenze di trasmissione più preziose entro il 2020, a favore delle reti mobili (5G).

Se in Germania e Francia questo si è già trasformato in azioni concrete, la richiesta di Bruxelles ha creato non pochi problemi in Italia, dato che le emittenti pensavano di avere più tempo per procedere con questa operazione (qualcuno aveva ipotizzato addirittura il 2030).

Insomma, la situazione è in forte evoluzione e di qui a pochi mesi potremmo assistere a scenari nuovi che riguarderanno anche il mondo della radiofonia. Per scoprirlo dovremo aspettare, nel frattempo non resta che interrogarci sulle conseguenze che potrebbero esserci.

Articolo a cura di Mattia Savioni

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