HomeMagazineQuel Capodanno con Radio Deejay: via Massena al centro dell’inclusione sociale

Quel Capodanno con Radio Deejay: via Massena al centro dell’inclusione sociale

Quel Capodanno con Radio Deejay: via Massena al centro dell’inclusione sociale

“Radio Deejay c’è”, l’ha detto Linus nella canzone di Natale. Allora tanto vale crederci, ma se non bastano le parole allora possiamo appellarci ai numeri: 39 sono gli anni che tiene compagnia agli ascoltatori. “Fare compagnia”, in radio, è notoriamente sbagliato da dire: meglio “accompagna”. Infatti, Via Massena accompagna tante generazioni verso una vita migliore. Non è una frase fatta, ma un fatto che diventa frase. Per confermarlo dobbiamo – gioco forza – andare indietro nel tempo: Capodanno 2018. Un altro mondo: il COVID-19 poteva essere al massimo il nome di una formazione psichedelica per band emergente, i virus c’erano anche allora ma a dare maggior preoccupazione per molti erano soltanto quelli del computer e la pandemia pensavamo (quasi) tutti che, al massimo, potesse essere un artificio buono per l’ennesimo film di Roland Emmerich.

Il disagio sociale, tuttavia, c’era anche all’epoca ma stazionava in quel sottobosco di vicende che turbano ma poi restano in un limbo che anticipa l’oblio: andare a ballare liberamente, che oggi torna a essere un obiettivo, poteva essere proibitivo non per tutti ma per qualcuno. I giovani con disabilità, ad esempio, hanno sempre concepito – non necessariamente a causa loro – certi ambienti come limitanti: la gioventù impone certe passioni, fra cui poter ballare in discoteca liberamente. Possibilità che dovrebbe essere concessa a tutti, come ogni cosa sulla carta, ma nella realtà diviene di difficile realizzazione. Questo per vari motivi, che non è necessario elencare adesso, perché lamentarsi non è il disco migliore da poter sentire attualmente.

Radio Deejay, guardare oltre da 39 anni: il Deejay Time e quella luce nel buio pesto

Allora, quelli di Radio Deejay hanno pensato – come spesso avviene – prima di altri a come trasformare l’utopia in opportunità: stava per cominciare il 2018 e al Palazzo dei Congressi di Roma (zona Eur) andava in scena il Deejay Time, con Albertino e tutti gli ‘amici della cassettina’. Un appuntamento fisso (in radio) che ha trovato riscontro nella realtà quel San Silvestro dove a ballare c’erano tutti. Ma tutti davvero. Le persone con disabilità sono riuscite a godersi la serata essendone parte attiva: muoversi a ritmo delle hit più belle – mixate a dovere – senza avere postazioni decentrate o collocate altrove. Rimanere al centro del palco e della propria vita, senza distinzione né barriere di sorta. Nessun incidente, nessuna complicazione, tutti a disposizione con un unico, grande, intento: divertirsi e far divertire.

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Questo è il più bel regalo che l’emittente fa a chi la ascolta da quasi 40 anni: includere piuttosto che escludere, con tutti gli oneri e onori del caso. Il “Vecchio Leone” Linus ruggisce ancora come un tempo perché, quando è il momento di fare la differenza, su un pullman, un palco e nella vita, ci riesce sempre. Senza lasciare – stavolta davvero – indietro nessuno. Radio Deejay c’è, appunto. Mica per dire. Allora auguri e grazie, una volta di più, da chi è sempre andato “a ruota libera” piuttosto che in riproduzione casuale.

Andrea Desideri

Andrea Desideri

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