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Alessandro Cattelan di Radio Deejay parla con Radiospeaker.it

È incredibile come la stessa situazione, lo stesso contesto, addirittura lo stesso luogo possano essere vissuti in modi estremamente differenti da persone diverse: per loro, per lui (Alessandro Cattelan), un giorno di lavoro come gli altri, una puntata normale, con la presenza però di un piccolo numero di persone come pubblico e giornalisti in attesa (anche se poi ci confesserà che era una cosa nuova anche per lui che lo ha emozionato e fatto felice). Per noi, per me, un giorno da segnare sul calendario con un pennarello rosso indelebile, una valanga di emozioni, un ricordo incredibile.

Resoconto: giovedì 24 gennaio 2013, dalle 12 alle 14, conferenza stampa UFFICIALE di presentazione del programma “Catteland” e di Alessandro Cattelan, nuovo arrivato in casa Deejay.

Ci sono proprio tutti, Repubblica, Panorama tanto per citarne alcuni. E ci siamo anche noi, Radiospeaker.it è presente. Un’ora di programma a pochi metri dagli studi della diretta, con il sottoscritto intento a catturare e vivere ogni movimento, battito di ciglia o sussurro per respirare a pieno l’aria del grande network.

Una volta finita la trasmissione Alessandro si concede a giornalisti e fotografi con un gradito fuoriprogramma: dall’ufficio della Direzione scende Linus che si prende l’onere di presentarlo ufficialmente e di spiegare i motivi che hanno portato a questa scelta e al loro “fidanzamento”.

Utilizza una metafora a lui tanto cara, quella dello spogliatoio in una squadra di calcio, dicendo che Alessandro è come se fosse “stato sempre uno dei nostri”, uno di famiglia, che ha seguito per tanto tempo considerandolo sempre uno della squadra fino a quando le opportunità si sono create e il matrimonio è stato ufficializzato.

Ci scherza anche su Linus, come è nel suo stile, dicendo che però il vero motivo del suo inserimento, svelato in anteprima oggi alla stampa, è che essendo un notevole difensore centrale a calcetto potrà finalmente ricomporre la squadra della radio, visto che per sopraggiunti limiti di età non era stato possibile negli ultimi anni. Linus poi lascia la scena e dopo aver risposto ad alcune domande di rito, Alessandro si lancia nelle interviste faccia a faccia. Ovviamente non ci siamo fatti scappare l’occasione e ci siamo messi in fila. Questo il risultato della nostra chiacchierata. Video, foto, momenti, testimonianze, prendete tutto e fate una bella scorpacciata, sperando di riuscirvi a trasmettere anche solo una minima parte della magia che può regalare una giornata del genere. Grazie alla radio, che ha sempre la capacità di emozionarci in modo così travolgente.

INTERVISTA AD ALESSANDRO CATTELAN – RADIO DEEJAY


Per iniziare un po’ la domanda di rito: come ti trovi qui, come è stata l’accoglienza, come va
L’accoglienza è stata ottima anche se il cambiamento, il passaggio da una radio all’altra, è stato grosso ma in fondo semplice. Qui conoscevo tutti, da chi va in onda a chi sta dietro le quinte, è il primo posto in cui sono venuto quando sono arrivato a Milano, una radio che frequento da tanto tempo e quindi l’ambientamento è stato semplice, tanto che non lo considero nemmeno un ambientamento. Con la gente che ascolta va molto bene, sono riuscito a lasciarmi bene con quelli che ascoltavano Radio 105 e credo che non aver preso parte ai litigi che si sentivano e che spesso venivano fomentati per niente mi abbia permesso di lasciarmi bene con chi mi ascoltava fino a ieri e a farmi ben volere da chi mi ascolta oggi

Tu sei entrato in un contesto molto consolidato e in un gruppo molto affiatato e ben assortito, cosa ti ha colpito più positivamente in questo primo periodo che magari non ti aspettavi?
Un po’ tutto, ma soprattutto sentire che quando questa trattativa ha iniziato a prendere forma (anche se era un po’ un segreto di Pulcinella visto che da entrambe le parti molti sapevano) qui ero atteso e ben voluto, sapere che alle persone che c’erano qui faceva piacere che mi aggiungessi a loro. Poi questo è un posto che funziona sempre a mille, quando arrivi l’accoglienza è forte e vieni messo subito a tuo agio. Questa stessa conferenza stampa con la presentazione del programma, era una cosa a cui non ero abituato e che mi fa sentire importante e una grossa attenzione da parte della radio nei miei confronti, ti fa sentire bene.

A proposito del programma, perché la scelta di un format come “Catteland” per l’esordio a Radio Deejay?
Perché è la cosa che credo di saper fare meglio, parlare con la gente. Credo che il mio lavoro vero, quello in cui mi sento bravo, sia la televisione ma la radio è quello che mi piace più di tutti, quello in cui mi diverto e se in radio so fare qualcosa credo che questo qualcosa sia creare una sorta di empatia, un legame con la persona che sta chiamando nel giro di 4-5 minuti, che è il tempo medio di una telefonata. Cerco di creare un interesse e uno scambio che solitamente si ha con gli amici. Perciò credo che questa sia la mia dimensione più naturale, un programma in cui racconto la mia vita agli ascoltatori attraverso il racconto che mi danno delle loro.

Hai accennato alla Tv, sappiamo che sei un volto noto anche dello schermo televisivo, quindi la persona giusta per rispondere a questa domanda: qual è secondo te la caratteristica principale per essere (uso un termine a te molto caro…) credibile in radio e quale per esserlo in tv
Credo che la caratteristica principale per essere credibili in televisione sia dare la sensazione di sapere quello che stai facendo. Molto spesso si pensa che presentare un programma in televisione sia una cosa che possa fare qualsiasi persona che abbia un viso noto, infatti negli ultimi anni si sono avvicinati alla tv anche sportivi, personaggi dei reality, e tanti di loro sono anche molto capaci. Però serve un lavoro dietro, serve conoscenza, come in ogni lavoro. Quindi credo che per essere credibili serva dare l’impressione di sapere cosa stai facendo. Invece per essere credibili in radio la caratteristica più importante credo sia essere sinceri. In radio più sei sincero, più sei aperto, più parli e dici quello che ritieni importante e interessante e che ti viene dal cuore, più risulti credibile a chi ti sta ascoltando.

Questo è un momento molto positivo per te dal punto di vista lavorativo, cosa consigli a tutti gli aspiranti e i talenti emergenti presenti anche sul nostro sito che vorrebbero percorrere la tua stessa strada?
Di provarci, la radio ad esempio non ha limiti di età, non c’è un momento in cui dici sono troppo vecchio per farla, puoi andare avanti finchè lo spirito ti sorregge. Bisogna andare avanti, so benissimo che è anche questione di fortuna perché si deve creare quella situazione in cui ti viene concessa un’opportunità, poi però devi essere bravissimo a giocartela bene. Però credo che se uno insiste, prima o poi l’occasione gli passa davanti, certo che se poi ti passa davanti e te la lasci sfuggire non ti puoi neanche lamentare. Però, se ci credete, insistete.

Reportage a cura di Nicola Zaltieri

Admin Radiospeaker

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