HomeMagazineIl DAB fallisce in Norvegia, l’FM non è morta come si pensava?

Il DAB fallisce in Norvegia, l’FM non è morta come si pensava?

La notizia ha colpito un po’ tutti. Certo, stiamo parlando della Norvegia, un Paese ed una nazione per certi versi molto diversa dalla nostra. Eppure la comunicazione relativa ad una sorta di fallimento del progetto legato alla radio digitale DAB è arrivata anche in Italia e sta attirando l’attenzione di quelli che, nel nostro Paese, si erano mostrati scettici di fronte a questa innovazione.

Come apprendiamo da digitalradioinsider, il dato è il seguente. Per la prima volta in Norvegia, l’ascolto giornaliero della radio a livello nazionale è al di sotto del 50%. Anche se i norvegesi non hanno un grande numero di canali radio tra cui scegliere, oggettivamente si riscontra una certa insoddisfazione da parte della popolazione nel passaggio dall’FM al DAB. Per molteplici ragioni sembra pertanto che il DAB sia lontano dal divenire così popolare come si era pensato. Pare ci sia grande malumore per la decisione imposta che ha costretto la popolazione a sostituire i propri apparecchi FM con quelli DAB+.

In particolare, i norvegesi sono preoccupati perché questa operazione non è ancora stata fatta in maniera completa altrove. Inoltre molti Paesi vicini alla Norvegia, come Finlandia e Svezia, sembra non stiano passando completamente al DAB. A questo si è aggiunto il fatto che molti norvegesi, che durante le vacanze si recano spesso in Svezia, abbiano potuto scoprire l’enorme contrasto e divario tra le trasmissioni col DAB rispetto a quelle FM.

I problemi più comuni riportati dai norvegesi nell’uso della tecnologia DAB sono i seguenti: mancata copertura in alcune aree geografiche marittime o di campagna; frequenti problemi di ricezione distorta quando ci si sposta in automobile; qualità del suono inferiore; elevato consumo di batteria per diversi apparecchi.

I promotori del DAB avevano ipotizzato che questa sarebbe stata l’estate che l’avrebbe consacrato, ma le cose non sembrano andare in questa direzione. L’opposizione a questo progetto è incrementata a partire dal 2017, l’anno dello switch-off. Il 60% della popolazione è insoddisfatta di questa decisione, a seguito della quale c’è stata una forte decrescita negli ascoltatori della radio.

Nel confronto tra il 2018 ed il 2016 pare si sia perso un buon 15% di ascoltatori. Tornando ai dati iniziali, è significativo che solo il 48,5% dei norvegesi attualmente ascolti le radio nazionali, mentre nelle vicine Finlandia o Svezia il numero di ascoltatori oscilla in una percentuale che va dal 68 al 75%. Questi numeri non riguardano però le radio locali, che spesso trasmettono ancora in FM ed hanno duplicato o triplicato gli ascoltatori.

Che possa accadere qualcosa di simile anche nel nostro Paese? Difficile dirlo, eppure è innegabile che i dubbi verso questa tecnologia siano molti. Forse non è ancora il momento di abbandonare l’FM, che coi suoi pregi e difetti, ci ha fatto conoscere e amare la radio.

Articolo a cura di Mattia Savioni

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