Svizzera, Alessio Petralli critica la dismissione dell’FM: “Così la radio perde ascoltatori e qualità”
Continua a far discutere in Svizzera la decisione della SSR (Società Svizzera di Radiotelevisione) di abbandonare le trasmissioni in FM a favore del solo DAB+, una scelta che, secondo molti osservatori, ha messo in difficoltà una parte significativa del pubblico radiofonico.
L’ultimo intervento critico arriva dal linguista ed esperto di media Alessio Petralli, direttore della Fondazione Möbius Lugano, docente e autore di diversi saggi sui linguaggi della comunicazione. In un editoriale pubblicato dal Corriere del Ticino, Petralli riflette sul cambiamento imposto agli ascoltatori e sulle sue conseguenze per il futuro della radio.

“Un risparmio minimo, ma un grande danno per l’ascolto”
Nel suo articolo, Petralli contesta la scelta della SSR di spegnere le onde ultracorte, sottolineando come la decisione, giustificata da un risparmio di circa 15 milioni di franchi l’anno, abbia avuto effetti pesanti sull’accessibilità.
Molti automobilisti, spiega l’autore, si sono trovati improvvisamente senza segnale FM nelle proprie vetture, spesso non ancora equipaggiate con ricevitori DAB. Il risultato, secondo Petralli, è una “perdita di consuetudini” e di pubblico, che si è spostato verso radio private o stazioni estere, modificando in modo significativo il panorama dell’ascolto quotidiano.
Anche le soluzioni alternative — come l’ascolto in streaming tramite smartphone o l’installazione di nuovi dispositivi — vengono definite poco pratiche e costose, soprattutto per chi era abituato alla semplicità dell’FM.
L’allarme: “Così si abbassa la qualità dell’intrattenimento radiofonico”
Oltre alla questione tecnica, Petralli esprime preoccupazione per un progressivo impoverimento dei contenuti radiofonici.
Secondo il linguista, molte radio private offrono un intrattenimento “improvvisato e ripetitivo”, spesso privo della preparazione e della professionalità che caratterizzavano la radio pubblica svizzera.
Il rischio, sottolinea, è che l’ascoltatore si disaffezioni e che la radio perda la propria funzione culturale e formativa, riducendosi a una sequenza di parlato poco curato e musica casuale.
Possibile ritorno all’FM: un segnale di apertura
Nonostante la critica, Petralli riconosce positivamente le recenti dichiarazioni della direttrice generale della SSR, Susanne Wille, che ha manifestato l’intenzione di valutare un ritorno alle trasmissioni in FM.
“Meglio non aspettare ulteriori decisioni politiche – scrive l’autore – e agire subito per rispondere alle esigenze degli ascoltatori.”
Un invito chiaro a riconsiderare il ruolo dell’FM come strumento di libertà di ascolto, accessibilità e qualità editoriale.
L’articolo originale di Alessio Petralli è stato pubblicato sul Corriere del Ticino e offre una riflessione lucida su un tema che interessa da vicino tutto il mondo della radio, anche oltre i confini svizzeri.