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Gianluca Gazzoli: da RDS Academy a The Voice of Italy

Qualche giorno fa uno dei prospetti radiofonici (e non solo) più interessanti in Italia, Gianluca Gazzoli, ha comunicato tramite la sua pagina ufficiale Facebook il suo addio a una delle radio più in crescita degli ultimi mesi: Number One.

Lo abbiamo contattato per capire meglio cosa si nasconde dietro questa scelta, arrivata a pochi mesi dal termine della stagione 2015/2016.

Ciao Gianluca e benvenuto su Radiospeaker.it.
Ben trovati a voi ragazzi.

Partiamo proprio da qui, dalla scelta di mettere da parte le dirette su Radio Number One. Perché si è arrivati a questo punto così, all’improvviso?
Sono stato in onda su Number One per due anni, all’inizio sotto la direzione di Luca Viscardi e, dopo, anche di Claudio “Paco” Astorri. Ci sono diversi motivi che mi hanno portato a prendere questa decisione. Nelle ultime settimane ho notato che il percorso parallelo che sto portando avanti con i video sui social stava andando sempre avanti, prendendo una determinata piega, permettendomi di fare ciò che più mi è congeniale e di affermarmi come Gianluca Gazzoli, mentre in radio sentivo un senso di staticità dettato dal cambiamento che quella realtà ha subìto, trasformandosi in una radio di flusso e mi sono sentito “ingabbiato”. Dopo un paio di settimane in questo stato, ho capito che stavo facendo qualcosa in cui non credevo più e che non mi appartenesse, quindi ho preso la scelta di andare via e concentrarmi sugli altri progetti in questo momento aperti e a quelli futuri in cantiere e per crescere radiofonicamente. Auguro a Number One il meglio, è una realtà che stimo e in crescita. La nuova rotta, insieme al grande impegno di tutti, sta pian piano dando risultati positivi. Semplicemente non era più la mia dimensione.

Adesso cosa dobbiamo aspettarci dallo speaker Gianluca Gazzoli, hai già qualche porta aperta? Magari Radio 2, dove conduci un programma settimanale legato a doppio filo alla
tua nuova avventura in video come “outsider” di The Voice.
Fare radio per me è fondamentale, il mezzo con cui amo maggiormente esprimermi e quindi prioritario. Farò di tutto per farla sempre viaggiare in parallelo con gli altri progetti. Adesso sono concentrato sui video, ma sto valutando con attenzione alcune proposte arrivate da diverse emittenti importanti che hanno mostrato interesse nei miei confronti e la cosa ovviamente fa grande piacere. In questo momento collaboro con Radio 2, una realtà con cui mi sto trovando molto bene e sono felice di avvertire tanta stima nei miei confronti.

Continuiamo con Radio 2, come ti trovi in questa realtà nazionale e come sta andando il progetto che state portando avanti con la versione radiofonica di The Voice?
E’ un’esperienza completamente nuova, divertente e credo sia molto utile per chi ascolta. Inizialmente non avevo idea ci fosse così tanto pubblico interessato a seguire un talent attraverso la radio, invece posso dirti che riceviamo molti sms da parte di persone che ascoltano il nostro programma sia in macchina, sia a casa mettendo il mute. Credo possa considerarsi un nuovo modo di guardare la tv, non solo un programma facilmente assimilabile radiofonicamente come The Voice.

Continuando a parlare di talent, tra poco partirà una nuova edizione di RDS Academy, il talent di Sky dedicato agli speaker cui tu hai partecipato nella prima edizione. Si vocifera che, dopo il mezzo flop dello scorso anno, gli autori stiano sondando il terreno con gente che abbia già una buona visione di radio, prendendo voci fresche dalle radio locali. Che ne pensi?
Parliamo di voci di corridoio, certo, però penso che sia giusto da parte degli autori cercare gente che sappia già cosa vuol dire stare davanti un microfono. E’ un modo per alzare il livello del programma e della competizione. Non dimentichiamo che il vincitore firma un contratto con una delle radio più ascoltate in Italia, è doveroso cercare talenti che abbiano una formazione e un buon rodaggio alle spalle. Non dimentichiamoci che i finalisti della prima edizione lavorano tutti in una radio, così come alcuni concorrenti dello scorso anno. Certo, può essere criticabile sotto altri punti di vista, ma resta una buona occasione per i giovani, quindi viva RDS Academy.

Ormai sei una certezza sia in radio che in video. Se dovessi essere costretto a scegliere tra una delle due strade per il tuo futuro, cosa sceglieresti?
Premesso che non vorrei mai trovarmi davanti a questa scelta, per me è come se ti dicessero “vuoi più bene a Papà o a Mamma?”. In questo momento i video mi stanno dando la possibilità di trovare una strada come “personaggio”, per quanto odi il termine. Spesso per la situazione attuale questo aiuta anche il percorso radiofonico. La differenza con altri casi è che io nasco come speaker e ho fatto e sto facendo ancora tutta la gavetta necessaria per essere pronto alla “chiamata” importante. Ho sempre avuto una convinzione legata a quest’aspetto: un radiofonico, nella stragrande maggioranza dei casi, può imparare a fare tv con grande facilità. Viceversa, un televisivo non riesce a imparare a fare radio, o comunque può riuscire con tante difficoltà e grossi limiti. Il microfono è sincero, non ci sono filtri, non ci sono montaggi, quello che viaggia attraverso le frequenze è quello che sei. Il microfono non mente mai. Presto tornerò protagonista in radio. Non c’è dubbio, è una promessa, a me stesso e a chi mi segue.

Grazie Gianluca, in bocca al lupo e un buon proseguimento da parte di tutto lo staff di Radiospeaker.it.
Grazie a voi ragazzi e a presto!

Intervista a cura di Alvise Salerno

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