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Intervista a Luisa Vernelli: in radio dalla zona rossa per fare la differenza

La radio ha da sempre un’importante responsabilità e con lei chi la fa, chi presta la propria voce, le proprie idee, la propria mente al mezzo di comunicazione più longevo della storia. La radio ha il compito, ogni giorno, di informare il proprio pubblico, di renderlo partecipe di quello che succede nel mondo, ma allo stesso tempo deve svagare e a volte anche distrarre.

In giorni come quelli che stiamo vivendo le cose non cambiano, anzi questa responsabilità è sentita molto di più da chi fa questo mestiere e, anche in base alla linea editoriale della propria emittente, si sceglie come affrontare e cosa raccontare nei propri programmi; c’è chi sceglie di dedicarsi completamente all’argomento “caldo” e dare tutte le news minuto per minuto per mantenere informato il proprio pubblico e chi, per alleggerire i pensieri degli ascoltatori, sceglie di lasciare questo importante compito alla redazione, per dedicarsi a qualcosa di positivo.

È quello che, durante l’emergenza Corona Virus, stanno facendo tante radio presenti nelle zone rosse, come Radio Sange proprio a Codogno, e noi di radiospeasker.it abbiamo chiacchierato al telefono con Luisa Vernelli, nostra ex allieva, che proprio in questa radio sta portando avanti un programma chiamato Red Zone, nato in questi giorni.

Ecco alcuni dei momenti più importanti di questa chiacchierata:

Qual è la missione? Oltre a far informazione c’è anche quella di tranquillizzare?

“Esatto, l’idea parte dal fatto che normalmente conduco un programma nel week-end che si chiama ‘Week-end Lulu’ per il quale vado alla ricerca di notizie belle e positive possibilmente made in Italy, perché la mia filosofia è: se ti faccio vedere qualcosa di negativo magari tu ti blocchi e devi ingegnarti per riuscire a trovare una soluzione, se invece ti faccio vedere qualcosa di bello e positivo, allora se qualcuno l’ha già  fatto, posso fare anch’io qualcosa e magari ci si attiva di più. In questo momento nella red zone, ma soprattutto fuori, c’è bisogno di positività, di messaggi belli perché da dentro vediamo che si trova comunque un modo per ritrovarsi, fuori invece la gente ha paura e tutto questo rischia di penalizzare anche noi perché ci vorrà sempre più tempo per tornare alla normalità e quindi da qui anche l’idea di dare messaggi tipo ‘non abbiate paura, non c’è bisogno che vi chiudiate in casa, con le giuste precauzioni si può uscire’ e quindi ci facciamo portavoce di tante iniziative, dando anche la voce alle persone.”

E il pubblico come risponde? La radio riesce nell’intento di sdrammatizzare e tranquillizzare?

“La gente normalmente nella vita di tutti i giorni ci domanda cosa ci sarà dopo, cosa avverrà in queste giornate però c’è anche tanta umanità è sostegno. C’è forza di andare avanti e voglia di fare; un grido che si sta alzando in questi giorni è ‘Vogliamo fare, fateci fare’. Grande merito al nostro Mr. Sange, fondatore della radio, che lavora alla croce Casalese di Casalpusterlengo portando avanti anche il suo lavoro, riesce ad essere sempre presente alle nostre dirette portando anche il sorriso con la sua spontaneità e la battuta sempre pronta. Quindi grazie a tutta la squadra anche a quelli che essendo nella zona gialla non possono esser presenti. Io mi son detta: son contenta di essere nella zona rossa e con questa mia passione riuscire a fare quello che per me è la radio, cioè la comunicazione, raccontare delle storie belle e positive, passare dei messaggi attraverso la radio; per assurdo tutta questa situazione mi ha permesso di fare esattamente quello che per me è la radio e a maggior ragione adesso che c’è bisogno di storie umane belle e positive. Non perché non ci sia l’aspetto del virus, è sicuramente una situazione in cui bisogna portare attenzione per tutelare le persone più esposte e che magari possono avere la vita in pericolo, però troviamo anche la parte ironica, più bella e più divertente.”

Quindi il ruolo della radio e anche dei social prende valore, o cambia proprio? La radio ha sempre avuto il ruolo di fare informazione ma allo stesso tempo di mantenere leggeri gli ascoltatori.

“Esatto, mi viene in mente Radio Londra che era esattamente la voce vera delle persone, non perché sia più vera rispetto a quella della televisione o altro, ma forse la radio è più in contatto con le persone, vuoi perché si possono mandare messaggi, vuoi perché si possono fare le telefonate, però l’ho sempre sentita più vicina alle persone, questo da sempre.”

E voi dalla zona rossa continuerete ad andare in onda con Red Zone fin quando ce ne sarà bisogno?

“Per ora fin quando ce ne sarà bisogno, perché ormai sono più le persone a chiederci se ci saremo anche domani; ogni giorno si festeggia e ci si chiede cosa fare oggi per trascorrere la giornata e quindi magari il pubblico non segue tutta la diretta come normalmente fa con tutti i programmi della radio però sai che c’è quell’appuntamento, si crea una sorta di routine e noi andiamo avanti; il dopo è un grandissimo punto di domanda, adesso si impara anche a vivere alla giornata. Sai, adesso noi speriamo che domenica ci dicano di tornare alla normalità ma non è la certezza e quindi intanto noi andiamo avanti così e poi si vedrà perché ammetto da libera professionista che c’è un po’ la paura di cosa sarà dopo; poi se ci sarà bisogno di testimonianze o di dar voce agli imprenditori delle zone rosse o gialle la radio c’è, la porta è aperta.”

Dove possiamo ascoltarvi?

“Sul web siamo su www.radiosange.it; c’è l’app per telefono o su facebook per le dirette sulla nostra pagina Radio Sange.”

Grazie Luisa di Radio Sange, in bocca al lupo per tutto e buona radio!

“Grazie mille, grazie a te e grazie a Radiospeaker come sempre.”

Articolo a cura di Adriano Matteo

Adriano Matteo

Adriano Matteo

Tecnico del suono radiofonico, live e broadcast, giornalista iscritto all'albo pubblicisti della Puglia e grande appassionato di radio in tutte le sue sfaccettature. Leggi i miei articoli

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