Linus risponde a Cecchetto in una lettera al Corriere della Sera
Nei giorni scorsi Jody Cecchetto, dopo l’addio a RTL 102.5, è tornato a parlare, questa volta non in radio ma sui suoi social, in merito al commento di Linus sul documentario del padre Claudio People from Cecchetto andato in onda lo scorso 20 dicembre su Rai1.
Ha fatto parlare non poco quel reel che ha generato numerose reazioni del pubblico, creando, a tratti, due schieramenti: alcuni dalla parte di Cecchetto, altri dalla parte di Linus – che subito aveva risposto in un breve commento sotto il reel.
Claudio Cecchetto, dopo il video di Jody, spiega al Corriere come sono andate le cose con Linus
All’indomani del video social, della quale realizzazione pare Claudio Cecchetto fosse ignaro, in una sua intervista sul Corriere della Sera arrivano le prime spiegazioni.
“Linus era arrivato nel 1984. L’ho assunto io e lo sottolineo. Linus era un mio dipendente – spiega Cecchetto – Nel 1995 arrivò il Gruppo L’Espresso con Carlo De Benedetti. Di fatto erano i miei antagonisti. Quando acquisirono al 50% la Radio, cominciarono a cambiare le regole del gioco. La mia mission era duplice, guidare la radio numero uno in Italia da una parte, scoprire e lanciare talenti dall’altra, ma nel complesso era di matrice artistica”.
“Quella dell’Espresso – continua Claudio Cecchetto – ovvero dei miei antagonisti, era fare un sacco pubblicità e fatturare. Radio Deejay era la mia radio fondata con i miei soldi, era ovvio che a quelle condizioni non potevo restare. In questo quadro come capita spesso quando cambiano le proprietà Linus decise di restare, divenne dipendente del Gruppo L’Espresso. Scelse di stare dalla parte del più forte. Ma non voglio alimentare un dualismo inesistente ancora oggi dico che i miei antagonisti erano L’Espresso e De Benedetti“.
Come nasce il “conflitto”? Cecchetto: “Chiedetelo a Linus”
In seguito al commento di Linus sotto al video di Jody, molti si sono chiesti cosa Jody non avrebbe potuto capire mai, le vere motivazioni di questo “conflitto” che periodicamente torna ad accendersi: “Chiedetelo a lui. Non a me – spiega Cecchetto al Corriere – Perché deve essere chiaro che questi attacchi sono partiti da lui”.
“Non è nella mia indole attaccare nessuno – conclude Claudio Cecchetto – Non ho attaccato nessuno da politico qui a Riccione, dove continuo a sostenere la linea della proposizione e non quella dell’opposizione. Se non ho attaccato nessuno da politico figuriamoci se l’ho fatto da talent scout o da dj“.
Linus chiarisce le cose con una lettera inviata al Corriere della Sera
Non tarda ad arrivare la risposta di Linus che, sempre al Corriere, invia una lettera indirizzata proprio al direttore.
“Caro direttore,
cominciamo dalla fine, cioè da questa crocefissione degli ultimi giorni.
Non ho risposto al post del figlio di Cecchetto se non scrivendogli direttamente sul suo profilo. Non volevo essere sgarbato e non volevo alimentare una polemica basata sul nulla. Poi evidentemente l’attualità non ha regalato niente di interessante in questo inizio anno ed eccoci qua.
Solo per puntualizzare alcune cose, in particolare in riferimento all’ennesima intervista rilasciata dallo stesso Cecchetto.
Ho lavorato con lui per dieci anni, lui era il boss, io un ragazzino.
A lui devo tutto il mio successo, e l’ho scritto e dichiarato in ogni occasione. Su ogni libro che ho scritto e in ogni intervista che mi hanno fatto, controllate pure. Ma i ragazzini crescono e i boss invecchiano, è la vita, e spesso non dipende dall’età…
Prima precisazione: nel ’94, quando lui decise di ricattare il Gruppo a cui quattro anni prima aveva venduto la radio («ridatemela o me ne vado» disse; «ok, vattene» gli risposero) io ero un signor nessuno. Solo dopo la sua uscita il Gruppo, che di radio sapeva meno di zero, chiese ad Albertino (che allora era l’ago della bilancia) di portare avanti la radio e a me di dargli una mano. Io accettai, con molta incoscienza, e il resto è storia”.
Linus: “non ho mai rilasciato una qualunque dichiarazione contro Cecchetto”
“In questi trent’anni non ho mai rilasciato una qualunque dichiarazione contro di lui, mai. Cercatela pure, non la troverete. Al contrario suo, che non ha mai perso un’occasione che fosse una per denigrarmi, compreso darmi dell’hater perché mi ero permesso di dire che la Notte Rosa fosse una cosa obsoleta. Per fortuna lo stesso Sindaco di Rimini intervenne a darmi ragione.
Certo, non ci siamo mai stati simpatici.
Certo, capisco la frustrazione per aver visto la radio che lui aveva fondato e poi buttato non solo non affondare ma continuare a viaggiare a gonfie vele. Da trent’anni poi! Dev’essere terribile! Ma, mi chiedo, è colpa mia?
E veniamo alla pietra dello scandalo, il «fesso»: caro Jody, nel video che hai pubblicato si sente me ironizzare sul flop del programma e Nicola darmi del fesso. E io che rispondo “no, fesso quello”. Secondo te, come avrei dovuto definire chi fa una puntata celebrativa sui «nostri anni» e con cura certosina e scientificamente meschina evita per tutto il tempo anche solo di nominarmi? Bastava quello, ma i fessi non sono stati in grado di capirlo. Con immutata stima, come diceva un mio amico“.