Marcella Bella al Corriere: “La radio mi ha tagliata fuori per l’età”
Marcella Bella denuncia la discriminazione anagrafica nel mondo della radiofonia italiana. In un’intervista al Corriere della Sera, la storica voce di “Montagne Verdi” ha lanciato un duro messaggio contro le emittenti che ignorano gli artisti over 50.
A 73 anni, Marcella Bella è tornata sulla scena con una nuova energia, un tour di successo e una forte presa sul pubblico, anche giovanissimo. Eppure, come racconta lei stessa al Corriere, il suo rapporto con la radio resta complicato.
“Le radio, quando hai una certa età, ti tagliano fuori. A meno di chiamarti Vasco Rossi, non ti passano un disco”, ha dichiarato con amarezza la cantante siciliana, criticando l’industria radiofonica italiana per la mancanza di inclusività generazionale.
L’accusa: “La radio italiana penalizza gli artisti senior”
Secondo Marcella Bella, in Italia essere un’artista con una carriera lunga e consolidata può trasformarsi in un limite, soprattutto per le donne. Nonostante un nuovo singolo (“Pelle Diamante”), un ritorno a Sanremo dopo 18 anni e un crescente apprezzamento da parte dei giovani, le radio – denuncia – non le danno più spazio.
“Capita a me come ad altri. Una cosa intollerabile”, spiega, confrontando la situazione italiana con quella di altri Paesi. “In Francia, negli Stati Uniti o nel Regno Unito, se sei artista lo sei fino a 90 anni”.
Un problema culturale o commerciale?
Le parole di Marcella Bella aprono un dibattito importante sul ruolo della radio oggi: deve seguire solo le logiche del mercato o anche quelle del valore artistico e culturale? È giusto escludere dai palinsesti i cantanti che hanno segnato la storia della musica italiana solo per una questione di età?
L’appello di Marcella Bella: “Servono più dignità e rispetto”
Alla base delle sue parole, non c’è solo delusione personale, ma anche un appello per un cambiamento di prospettiva nel mondo radiofonico: riconoscere il merito, l’impatto culturale e il talento, indipendentemente dall’età.
“Io credo che un artista debba essere valutato per quello che ha da dire, non per la sua carta d’identità. La radio dovrebbe essere un mezzo inclusivo, non escludente”.
Una riflessione che suona come un invito a ripensare i criteri con cui vengono selezionati i brani in rotazione, affinché la radio resti un canale realmente rappresentativo di tutte le voci della musica italiana.