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Marshall McLuhan e la Radio: un mezzo caldo e potente

«La radio tocca intimamente, personalmente, quasi tutti in quanto presenta un mondo di comunicazioni sottintese tra l’insieme scrittore-speaker e l’ascoltatore. Il suo aspetto è proprio questo: è un’esperienza privata. Le sue profondità subliminali sono cariche degli echi risonanti di corni tribali e di antichi tamburi. Ciò è insito nella natura stessa del medium, per il suo potere di trasformare la psiche e la società in un’unica stanza degli echi». Queste parole ricche di fascino sono tratte dall’opera “Gli strumenti del comunicare” di Marshall McLuhan, il celebre sociologo canadese morto a Toronto nel 1980.

La fama di McLuhan è legata agli studi sugli effetti della comunicazione sulla massa e sul singolo. McLuhan definisce la radio un mezzo privato, capace di risvegliare sensazioni arcaiche. Per descrivere il potente impatto della radio sulla società accenna alla famosa trasmissione del giornalista americano Orson Welles sull’invasione dei marziani. Fu poi Hitler, continua McLuhan nella sua opera, ad utilizzare le grandi potenzialità della radio per rendere possibile la sua ascesa al potere, con tutte le drammatiche conseguenze che ne derivarono. Ma, continua lo studioso, le società ad alto livello di alfabetismo sono riuscite ad assorbire la portata rivoluzionaria della radio.

Particolarmente celebre è la tesi di McLuhan “Il medium è il messaggio” secondo la quale non è importante tanto studiare i mezzi di comunicazione per i contenuti trasmessi quanto per la loro struttura che influenza la forma dell’associazione e dell’azione umana. Infatti, secondo il sociologo, i criteri strutturali in base ai quali è organizzata la comunicazione non sono mai neutrali: la televisione, ad esempio, indurrebbe gli spettatori ad una stasi fisica e mentale.

In questa sede non vogliamo certo pretendere di esporre la complessa teoria del celebre sociologo ma ci limiteremo solo ad accennare ad alcuni principi da lui esposti in riferimento al nostro mezzo di comunicazione preferito, la radio.

E’ famosa la classificazione di McLuhan dei media in “caldi” e “freddi”. McLuhan classifica come freddi i media a bassa definizione e che richiedono, pertanto, un’alta partecipazione dell’utente. I media caldi, al contrario, sono caratterizzati da alta definizione e bassa partecipazione. Il media caldo, infatti,estende un unico senso fino ad un’alta definizione, cioè che è colmo di dati. La radio viene definita da McLuhan un mezzo caldo.

Con questo scritto vorrei proporre uno spunto di riflessione per parlare con voi, radioamatori, del “tamburo tribale”, la radio. Secondo voi, qual è il ruolo della radio nel mondo di oggi, che lo stesso McLuhan definì “Villaggio globale”, un mondo in cui sono aboliti i limiti di spazio e di tempo grazie alle nuove tecnologie? La radio a vostro parere ne risulta potenziata?

Articolo a cura di Eleonora Corgiolu

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