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Il Meeting della Comunicazione Radiofonica tra passato e futuro

Si è concluso da poco più di una settimana il primo Meeting della Comunicazione Radiofonica, in barba a chi sostiene finita l’era della radio e dei radiofonici veraci. Di certo siamo alle prese con un cambiamento comunicativo di portata considerevole: il passaggio dalla radio commerciale a quella d’informazione, dall’uso del linguaggio spot allo storytelling, al coinvolgimento emotivo, all’utilizzo del racconto.

Cambiare è una delle più complicate azioni da compiere e c’è da mettere in conto pure un po’ di incertezza prima di instradarsi verso il percorso giusto. Nel frattempo ci si incontra e si dibatte. “Il Meeting esprime voglia di confronto tra operatori del settore, seppur con opinioni differenti. I giovani restano al centro del dibattito, sono i maggiori fruitori del mezzo e sono distratti da altro. Bisogna cercare di rinnovarsi sempre, la musica non può più essere l’aspetto predominante della radio che ha invece sempre più bisogno di contenuti nuovi e interessanti. Viviamo nella generazione dei talent show, delle visualizzazioni sulla rete, di fenomeni o presunti tali che improvvisamente diventano miti senza essere assolutamente pronti a gestire tale impatto mediatico e il proprio talento, nei casi in cui esso ci sia. La rete sta dando voce a tantissime nuove realtà il che è sicuramente un bene, ma con moderazione; molti si credono arrivati dopo pochi mesi senza mai aver fatto alcuna gavetta. Molti giornalisti magari non hanno mai lavorato, forse neanche visto una radio o una televisione, ma improvvisamente pensano di parlare a chissà quanti ipotetici lettori, non avendo neanche la preparazione per farlo”, ha detto Ubaldo Ferrini, organizzatore del Meeting, con Paola Quattrocchi.

Secondo il Meeting il futuro del sistema radiofonico non ha ancora un’identità ben delineata, spiega Ferrini: “Alcuni pensano che il futuro sarà rappresentato dalle web radio quindi con un moltiplicarsi di realtà quasi illimitato che dovrebbe teoricamente garantire una maggiore pluralità della comunicazione e dell’informazione. Chi è invece legato per cultura e tradizione alla modulazione di frequenza è scettico sulle web radio considerandole prive di professionalità e con pochissime possibilità di intercettare ascolti e quindi risorse pubblicitarie atte a costruire un progetto interessante”.

Le emittenti vincenti, nell’attuale panorama radiofonico, sono: “RTL, l’unica radio italiana a trasmettere in diretta 365 giorni l’anno 24 ore su 24 con edizioni aggiornate dei notiziari ogni 60 minuti. Radio 24 e Radio Sportiva, due talk radio che in pochi anni sono riuscite a catalizzare un grosso numero di ascoltatori a dispetto di chi pensa che si debba parlare poco e mettere tanta musica. Quando sei in grado di fornire contenuti di spessore e ti rivolgi ad un pubblico preciso, si possono ottenere risultati insperati in pochissimo tempo”. Da non sottovalutare, in questi ultimi casi, l’aspetto ironico e critico dei conduttori nel trattare l’informazione; così come non è possibile sottovalutare la realtà delle radio universitarie: nate in America qualche decennio fa, ora approdano in Italia, non troppo in sordina, e rappresentano la vera novità del sistema. Su questo punto l’organizzatore aggiunge: “Possono essere per gli studenti un modo di approcciare il mezzo radiofonico, visto che ogni anno sono tantissimi gli studenti che si iscrivono a Scienze della Comunicazione e magari rischiano di conseguire una laurea senza poi aver mai frequentato uno studio radiofonico. Le radio universitarie costituiscono un’opportunità per cominciare, soprattutto in alcune città in cui esistono solo grosse realtà in FM che indubbiamente non possono essere usate dai giovani per fare esperienza. L’importante a mio avviso è che queste radio universitarie siano un posto in cui si possa realmente imparare e confrontarsi con i professionisti dei media onde evitare magari di trascorrere anni in uno studio senza poi realmente aver imparato nulla o senza essere minimamente cresciuti”, specifica Ferrini.

Questi i punti principali al centro del dibattito, durante lo scorso 7 novembre in Sicilia, del futuro dell’evento il nostro interlocutore svela i retroscena del prossimo appuntamento: “Se il primo meeting è stato prevalentemente incentrato sul confronto radio FM e radio web con un focus sull’importanza del giornalismo radiofonico e dei programmi di informazione nelle radio, nei prossimi Meeting, sempre alla presenza dei professionisti dei media, si affronteranno altre tematiche come per esempio il rapporto tra le radio ed i discografici, come le radio selezionano nuove proposte, talenti emergenti. Ritengo ci siano tantissime tematiche da potere affrontare in un confronto sempre costruttivo che porti i rappresentanti di varie realtà a relazionarsi tra di loro e trovare soluzioni utili a tutti. Il prossimo Meeting si svolgerà sempre presso i Viagrande Studios, struttura siciliana di respiro internazionale. L’idea futura è di realizzare in video conferenza dibattiti con realtà nazionali che per motivi geografici non possono essere presenti in loco”, Ferrini si congeda così.

C’è da stare attenti al futuro, non troppo remoto, avanza chiedendo spiegazioni, appare distante da quel fare superficiale che ha caratterizzato tempi andati, ma soprattutto non cerca di affermarsi alla cieca.

 

Articolo a cura di Annalisa Colavito

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