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105 I’m lovin’Expo: Moko, Valeria e Bryan si raccontano a Radiospeaker.it

105 I’m lovin’Expo: Moko, Valeria e Bryan si raccontano a Radiospeaker.it

Moko, Valeria e Bryan di 105 I’m lovin’Expo, dopo mesi di lavoro insieme a Radio 105, si raccontano in un intervista a Radiospeaker.it.

Abbiamo seguito da vicino la selezione per trovare i 3 inviati di RADIO 105 a Expo. Ci raccontate nel dettaglio come si è svolta e i vari step per poi arrivare ad essere LE 3 NUOVE VOCI della radio?
Il concorso proposto da Radio 105 e Mcdonald’s chiedeva 3 demo differenti (giornalistica, di intrattenimento e radiofonica), un video di presentazione, foto, link ai social principali, compilazione di un questionario e curriculum vitae con iter artistico. Su 400 partecipanti hanno fatto una cernita di 16 candidati per poi scegliere noi tre. Questo è quanto raccontiamo in giro, in realtà siamo assolutamente raccomandati.

Avevate già avuto altre esperienze radiofoniche in passato o è stato un amore a prima vista che vi ha colpito e affascinato?
Moko: Shareradio, Crossradio e Maliboom boom radio sono alcune delle web radio dove ho lavorato, ma la principale, quella che mi ha ripagato maggiormente è Radio Mokolab, tuttora attiva su spreaker.com/mokolab.
Valeria: Ho iniziato a lavorare in radio all’età di 21 anni, inizialmente in una piccolissima radio locale e poi per due anni a Radio 19, la radio del quotidiano ligure Il Secolo XIX. Fin da bambina mi cimentavo ad intervistare mio fratello per gioco, è sempre stata una passione presente in me.
Bryan: Sono sempre stato un ascoltatore della radio. È la prima esperienza in assoluto in radio come speaker, ho sempre avuto una grossa attrazione per il mezzo ma non ho mai avuto l’occasione per approfondirla.

Da un giorno all’altro, vi chiamano e vi dicono “parlerete al microfono di Radio 105”. Ci dite, davvero, che cosa si prova nel momento in cui capisci che ce l’hai fatta sul serio e il tuo sogno si è realizzato?
Moko: È una bella botta di adrenalina. Ti lascia il sorriso addosso e allo stesso modo un grande senso di responsabilità. L’ emozione ti pervade per molto tempo ed è figo farla tua, tutelarla per tenerla viva. Vedere un sogno che si realizza è un evento straordinario, soprattutto se preceduto da un impegno costante e determinato che hai mantenuto lungo il tuo percorso di crescita, una bella soddisfazione. Bella e importante quanto avere un altro obiettivo da perseguire subito dopo.
Valeria: La chiamata da 105 è stata del tutto inaspettata. Ho inviato la mia candidatura senza troppe aspettative, semplicemente perché mi aveva segnalato il concorso un mio amico. Quando ho ricevuto la telefonata da Gibba non mi sembrava vero. Solo quando mi sono ritrovata ad aspettare nell’atrio in sede a Turati ho capito che quel colloquio poteva rappresentare un bel salto di qualità per la mia carriera. Adesso sto vivendo a mille questa esperienza, forse mi sto fermando solo adesso a pensare quello che sto vivendo in questi
Bryan: Si provano davvero tante emozioni, a volte anche contrastanti tra loro. Mi è stato detto “Tra due giorni lavorerai a Milano”. Io, che vengo da Pescara, ho dovuto cambiare tutta la mia vita in 48 ore. Inizialmente ero molto confuso ma in fondo al cuore già pronto a mettermi di nuovo alla prova.

Tecnicamente che difficoltà avete trovato nel trasmettere su una radio nazionale? In sostanza, che cosa avete imparato o dovuto imparare?
Moko: Alcuni termini da non dire (tipo le parolacce in ogni frase) e gestire le tempistiche in 3 (venendo da una conduzione singola negli anni precedenti)
Valeria: La difficoltà maggiore è stata riuscire a coordinarmi nel corso delle dirette con i miei compagni di lavoro. Non conoscendoci prima abbiamo dovuto capire i limiti ed i punti di forza in pochissimo tempo. Per fortuna c’è grande intesa con Moko e Bryan, è andato tutto liscio fin da subito.
Bryan: Inizialmente per quanto mi riguardo dovevo capire cosa significasse condurre un programma radiofonico, diverso sicuramente dalla conduzione televisiva, diverso anche da quella dell’intrattenimento live. Una volta capite le tempistiche la difficoltà maggiore stava nel cercare di essere naturali e spontanei mantenendo una linea coerente e professionale. Ultimo muro da abbattere, che fortunatamente è stato distrutto completamente, la conduzione a tre. Dopo 3 mesi di training intenso siamo riusciti a trovare un ritmo ed una coordinazione notevole.

Vorreste continuare un percorso lavorativo nel campo radiofonico o avete altri progetti?
Moko: Continuare a far radio è uno dei miei obiettivi artistici più affascinanti. Desidero assolutamente continuare a respirare quest’atmosfera.
Valeria: Mi piacerebbe molto continuare a fare radio. La mia ambizione è quella di affiancare questo lavoro ad un’altra attività sempre nell’ambito della comunicazione. Mi piacerebbe lavorare anche nella produzione televisiva, non per forza come conduttrice.
Bryan: Ora lo posso ammettere, la RADIO è una DROGA, la provi e non puoi più farne a meno. Mi piacerebbe continuare a trasmettere e nel frattempo proseguire in quello che poi è stato il fulcro della mia crescita negli ultimi anni, l’intrattenimento e la conduzione live e, perché no, anche televisiva.

Bryan, ballerino e animatore, tu sei sicuramente il più social tra i 3. Come credi debba essere la comunicazione tra radio e ascoltatore per essere efficace? Quanto può aiutare l’aspetto social in un programma?
Ballerino, animatore e se volete farvi una risata sono anche architetto! La comunicazione tra radio e ascoltatore può essere efficace in un solo modo, sincerità e fiducia tra le due parti. Lo speaker, che fa le veci della radio, deve comunicare se stesso senza essere troppo autoreferenziale cercando l’alchimia con l’ascoltatore nel modo più semplice possibile, il rapporto di amicizia. Sembra banale ma quando gli ascoltatori ci vengono a trovare nella nostra postazione ci trattano come se ci conoscessero da una vita, a volte si ricordano le battute più disparate o i dettagli più articolati di quello che si è detto in trasmissione. Per quanto riguarda i social, ormai c’è davvero un limite quasi invisibile, tutto è collegato ed è un attimo postare una foto su Instagram e chiedere agli ascoltatori di commentarla. Grazie ai social ora tutti gli speaker hanno anche un volto e non solo la voce, in alcuni casi può aiutare gli ascoltatori ad esserci ancora più vicini, e se può migliorare la nostra “amicizia” ben venga.

Moko, speaker e fondatore di una radio web, leggendo la tua biografia per te la radio è stata una scelta di vita, abbandonando il lavoro che avevi per inseguire questo sogno. Vista la situazione radiofonica italiana attuale come si può “resistere” alla tentazione di arrendersi e abbandonare il sogno di una carriera in radio? Che caratteristiche bisogna avere secondo te per farcela?
La mia esperienza è stata vissuta grazie ad un progetto economico e di vita molto preciso. Sapevo per quanto tempo potevo permettermi di non pensare ad uno stipendio e quindi dedicare i miei sforzi alla crescita artistica e di vita. Il mio resistere alla tentazione di abbandonare tutto è stato sostenuto da una presenza femminile fondamentale e da un desiderio enorme di continuare a percorrere il mio cammino sconnesso ma pieno di botte di adrenalina e di lavoro proattivo. Le caratteristiche giuste a mio parere sono determinazione, proattività, ottimismo, amore, onestà e umiltà. Poi responsabilità, culo, tantissimo culo che ti vai a cercare e desiderio di migliorare la tua espressione artistica nonché la tua persona.

Valeria, in questo caso “beata tra gli uomini” e grande appassionata di calcio. A proposito di squadra, se già è difficile condurre in coppia voi addirittura siete in 3. Come si trova l’equilibrio giusto con lo stile e il carattere di ognuno senza che il ritmo del programma ne risenta?
Condurre in tre è stata un’esperienza unica che non avevo sperimentato prima. A Radio 19 conducevo da sola, adesso in tre è tutto diverso. Abbiamo tre personalità decisamente diverse e questo viene fuori sempre, la difficoltà è quella di trovare sempre il giusto equilibrio. Essendomi occupata per due anni sport e di calcio sono abituata a lavorare con soli uomini. Il mio carattere è ormai temprato!!! Mi diverto sempre tantissimo.

Intervista a cura di Nicola Zaltieri

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