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Radio City 2015: luci e ombre

Si è conclusa la prima edizione di Radio City, un Festival delle Radio di ogni categoria, network, regionali, locali e web. La manifestazione si è tenuta a Milano alla Fabbrica del Vapore, una location davvero stupenda e adatta per ospitare il meglio che la Radio può proporre oltre che tutti gli appassionati che da sempre popolano questo fantastico mondo.

È stato anche l’antipasto di Radio Days Europe, altro appuntamento internazionale di grandissima importanza, fino a martedì sempre a Milano e di cui Radiospeaker.it è partner ufficiale. Ideatore e promotore del  progetto è Filippo Solibello, noto speaker di Rai Radio 2, presenza costante all’interno di Radio City e trait d’union impeccabile tra i vari eventi, incontri e seminari del weekend.

Una tre giorni “estenuante” in quanto a contenuti, piena di cose da fare, occasioni di confronto e opportunità di conoscere o anche solo vedere da vicino i propri idoli di sempre, spesso presenti con un ruolo dall’altra parte della barricata, come pubblico, appassionati e ascoltatori. Spesso seduti vicino a te in platea a seguire ammirati e molto interessati quello che succedeva sul palco o i vari appuntamenti proposti.

Il palinsesto, in sostanza, da venerdì mattina a domenica sera si è snodato tra dirette dei migliori network nazionali, presenti con i loro truck nel piazzale all’ingresso della Fabbrica del Vapore: Radio Deejay, Radio 2, Radio Italia, Radio Popolare e Radio Immaginaria hanno parcheggiato i loro mezzi e hanno intrattenuto nel migliore dei modi tutti i curiosi e gli addetti ai lavori che passavano per un saluto, un autografo o una foto.

Ma non solo, perché quasi tutte le altre radio hanno avuto uno spazio importante con incontri o dirette nell’area interna. Parallelamente a questi momenti al piano superiore è stato allestito uno studio di diretta e uno spazio per celebrare le Web Radio e il FRU, la nona edizione del Festival delle Radio Universitarie.

Proprio i ragazzi del web sono stati protagonisti dei vari dibattiti, delle domande e dei timori che la voglia di inseguire questo sogno inevitabilmente comporta, visti i risultati negativi degli ultimi mesi e il futuro non proprio roseo delle radio in Italia. Interrogativi che hanno proposto a gran voce a tutti i professionisti presenti, senza però ricevere grandi risposte e grandi rassicurazioni.

Non addentriamoci nel problema perché sarebbe un discorso lunghissimo, contorto e forse irrisolvibile, a cui potremo magari dedicare uno spazio più approfondito in un secondo articolo. La sera, la Fabbrica del Vapore si trasformava in quello che la radio ancora oggi può regalare, festa e divertimento. Il party di M2O il venerdì sera, l’aperitivo con Discoradio e gli appuntamenti con Radio Italia Club e Babylon live di Rai Radio 2 il sabato sera, casa Bertallot e Alex Braga live la domenica. Insomma, si ascolta, ci si interroga, si parla di radio, ci si confronta ma si balla, si canta e ci si diverte anche.

E poi parliamo di personaggi. Praticamente tutti i più conosciuti, che si potevano incrociare in un angolo del bar o seduti in platea mischiati alla folla, uno degli aspetti più belli del Radio Days secondo il mio punto di vista. Si può quindi incontrare Giuseppe Cruciani che gioca con la figlia, Federico l’Olandese Volante in “visita” come un ascoltatore qualunque, il Direttore di Radio 105 che saluta e stringe mani ad amici e speaker di altre Radio, Anna Pettinelli seduta in un angolo della sala aspettando che arrivi il suo turno e tanto altro ancora.

Abbiamo parlato del meglio, anche se non tutti erano ovviamente presenti, e il meglio dal mio punto di vista è stato rappresentato dall’incontro con Claudio Cecchetto la domenica pomeriggio, in cui erano riuniti tutti gli speaker, dalla Radio più piccola a quella più grande, che in tanti anni ho conosciuto e con cui ho condiviso varie opinioni (penso di non aver mai salutato così tanta gente nella mia vita). D’altronde si parla del maestro della radiofonia italiana ed è normale che questo attiri chiunque all’incontro.

Altri momenti sicuramente da ricordare sono stati l’incontro sulla conduzione sportiva in Radio nella tarda mattinata di sabato, con ospiti illustri come Francesco Repice, Carlo Genta, Ivan Zazzaroni e Fabio Caressa, momento imperdibile per tutti gli appassionati di sport e delle telecronache calcistiche, uno dei ruoli più difficili in radio. Oppure la testimonianza di Renzo Arbore sempre nel pomeriggio di sabato, che in quanto a radio ha ancora da insegnare a chiunque, avendo segnato un’epoca indimenticabile della radiofonia italiana.

E infine il momento centrale di tutta la tre giorni, l’incontro con Helen Boaden, direttrice di BBC Radio, intervistata da Maria Grazie Mattei e passata anche dai microfoni di Radio 2. Un incontro chiuso a pochi intimi ma poi aperto a tutti a cui purtroppo non ho potuto partecipare ma che mi hanno detto essere stato davvero emozionante e ricco di spunti su cui riflettere.

Parlavo di luci e ombre a inizio articolo e mi sembra giusto chiudere dando la mia impressione da semplice partecipante, essendo alla prima edizione non ci si aspettava nulla e per questo i pareri sono molto più sinceri. Sottolineo subito che ci sono parecchie luci e poche ombre, le critiche sono arrivate dicendo che l’evento è stato poco pubblicizzato quindi ha raccolto pochi visitatori rispetto alle attese (lo stesso Solibello ha confermato che la macchina si è messa in moto in poche settimane) e che la location era fin troppo grande per le reali esigenze e per il numero di partecipanti.

Queste le osservazioni più ricorrenti insieme alla richiesta di maggiore spazio per le web radio e le radio universitarie. Ritengo comunque queste critiche positive, visto che a mio parere la minor presenza in termini di numero era però segnale che tutti i presenti erano addetti ai lavori e reali appassionati.

Certo poteva essere organizzata in altro modo e le Radio dislocate con un occhio diverso, ma ripeto siamo alla prima edizione e di certo l’anno prossimo si farà meglio. Per quanto riguarda le tante luci sicuramente la più splendente è quella di essere riusciti a riunire le maggiori emittenti in un unico posto, di aver invitato grandi professionisti della radio e essere riusciti anche a portare grandissimi nomi come visitatori qualunque, in mezzo a tutti noi.

In questo periodo così negativo per le Radio in Italia vedere tutta la gioia, la passione e l’euforia che ancora c’è intorno a questo mezzo è un toccasana per il cuore. Il mondo delle Radio è ancora pieno di giovani e meno giovani che vogliono comunicare qualcosa di importante, che non riescono a pensarsi lontani da un microfono e che hanno un solo sogno nella vita: trasformare questa passione in un lavoro.

Erano tutti lì, ognuno con le proprie esperienze e la propria professionalità, ma con in comune la voglia di esserci e di gridare io credo nella Radio, credo nel suo futuro e credo che non potrà mai morire. È questa la molla che serve per andare avanti, per ricaricare le pile che magari si stavano esaurendo e per tornare a dare tutto di sé alla Radio. Le mie pile, ad esempio, si sono ricaricate a dovere. Ci si vede alla prossima edizione di Radio City, noi di Radiospeaker.it saremo ovviamente in prima fila!

 

Articolo a cura di Nicola Zaltieri

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