La Radio che salvò vite sul Titanic: storia, curiosità e l’eredità di Marconi
Nel 1912, durante il naufragio del Titanic, furono i segnali radio a permettere l’arrivo dei soccorsi. Ecco come la tecnologia di Marconi fece la differenza e perché questa vicenda ha cambiato la storia della comunicazione per sempre.

Sapevi che la radio giocò un ruolo fondamentale nel salvataggio di molte vite durante il naufragio del Titanic? Una storia poco nota ma incredibilmente affascinante che ci ricorda quanto sia potente questo mezzo di comunicazione, ancora oggi al centro delle nostre passioni.
La nascita della radio: da Maxwell a Marconi
Per capire il ruolo della radio sul Titanic, dobbiamo fare un passo indietro. Nel 1873, lo scienziato James Clerk Maxwell scoprì le onde elettromagnetiche, ponendo le basi teoriche per le trasmissioni radio. Qualche anno dopo, Heinrich Hertz riuscì a generare queste onde sfruttando l’energia elettrica, dimostrando che si potevano produrre artificialmente.
Ma fu Guglielmo Marconi, nel 1896, a fare il vero salto: riuscì a trasmettere un segnale radio a due chilometri di distanza, dando ufficialmente vita alla radio. Un’invenzione che avrebbe cambiato la storia… e salvato vite.
La radio a bordo del Titanic: come salvò centinaia di persone
Quando il Titanic salpò nel 1912, era dotato di un apparato radio in una sala “Radio Marconi” all’avanguardia per l’epoca. Durante la tragica notte del 14 aprile, dopo aver colpito l’iceberg, furono proprio i segnali SOS trasmessi via radio a permettere l’arrivo tempestivo dei soccorsi.
Grazie alla radio, la nave RMS Carpathia ricevette il messaggio e si diresse immediatamente verso il luogo del naufragio, riuscendo a salvare oltre 700 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio. Secondo le fonti storiche, tra le 2.224 persone a bordo, sopravvissero circa 705-712 individui. Senza la radio, quel numero sarebbe stato probabilmente molto più basso.
L’evoluzione della radio: tra crisi e rinascita
Con l’arrivo della televisione, la radio ha attraversato momenti difficili, perdendo parte del suo pubblico. Tuttavia, nel corso degli anni, ha saputo rinnovarsi, restando un punto fermo nella comunicazione, nell’informazione e nell’intrattenimento.
Oggi, grazie al digitale, ai podcast e ai social, la radio vive una seconda giovinezza. Rimane un mezzo diretto, immediato e incredibilmente umano, in grado di emozionare come pochi altri.
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Chicco Giuliani, docente di conduzione radiofonica a Milano per Radiospeaker.it, ti racconta questa e altre curiosità sulla storia della radio per “Radio Pop” sui social di Radiospeaker.it.