La versione di Andrea Delogu: far cadere gli orpelli radiofonici con stile
Se c’è un esempio di radiofonia moderna, spigliata e dinamica, è quello offerto da Andrea Delogu. La sua forza – che non è soltanto quella di una bellezza disarmante – è espressa ancora meglio attraverso la voce. Cadenzata, giovanile, orecchiabile. Ma non è solo una questione di tono, perché la Delogu (in quella che è “La versione delle 2” con la compartecipazione di Silvia Boschero) riesce a rendere “potabile” un linguaggio ormai in disuso.
La perfezione sta proprio nell’accentuare una possibile gaffe o enfatizzare uno sfondone: quelle risate di sottofondo, che in radio potrebbero essere tendenzialmente aberranti, con lei sono il tocco in più in un’armonia perfetta. Questo perché la Delogu ha lavorato – e questo l’ha confermato lei stessa – sulle sue debolezze linguistiche e, talvolta, sceniche fino a farle diventare una virtù.
Non è dato sapere quando sia giusto parlare di resilienza: concetto troppo impegnativo e forse abusato, ma Andrea l’ha riqualificato rendendolo alla portata di tutti. Qualche tempo fa ha mostrato ai propri fan la guaina contenitiva che indossa per potersi “permettere un piatto di pasta in più”. Con la solita leggerezza, tutt’altro che sinonimo di superficialità, ha svelato un trucco da star che usano tutte e tutti dimostrando che dietro alla ribalta c’è un’umanità fatta di vizi e virtù che nascono proprio dalle imperfezioni.
Lo stesso fa anche in radio: la “versione di Andrea Delogu”, infatti, non è altro che un caleidoscopio emozionale che ci avvolge sistematicamente attraverso un aneddoto quotidiano o una curiosità senza tempo in grado di far crollare qualunque artificio o pantomima con ironia e schiettezza. Proprio come quando siamo al telefono con un’amica che non sentiamo da molto tempo e possiamo essere liberi di tirare fuori la nostra parte migliore (o peggiore, a seconda dei casi).
Andrea Delogu forse l’ha imparato dal migliore: Renzo Arbore
Insieme alla Boschero, Andrea Delogu riesce a restituire questa suggestione ricordandoci sempre che la radio è sì un’azienda, ma deve mantenere quella purezza – e anche quel pizzico di follia – che l’ha resa intramontabile. In grado di orientarsi grazie quella sagacia e quel pizzico di nonsense che fa sembrare tutto semplice anche quando non è così: lei, forse, l’ha imparato dal migliore. Renzo Arbore è un patrimonio da cui attingere e Andrea Delogu non se l’è fatto ripetere due volte.
L’esperienza radiofonica viene rivalutata e riportata alle origini con la giusta dose di modernità: ne “La versione delle 2” si ha la consapevolezza di essere dinnanzi a qualcosa di tanto irraggiungibile quanto desiderato. La meraviglia di evadere. Andrea Delogu ci ricorda che è possibile farlo, in accordo con un Caronte d’eccezione come Silvia Boschero, perché staccare la spina talvolta può aiutare a ricaricare le batterie. Ossimoro che si verifica abbastanza spesso quando quella luce rossa si accende e la celebre conduttrice ci porta nei meandri del proprio mondo somigliante sempre di più a una inarrestabile giostra.