Osservatorio Radio Europa 2024-25: il futuro del mezzo tra DAB+, streaming e sfide digitali
Un confronto tra i principali mercati radiofonici europei evidenzia sfide, opportunità e scenari di sviluppo per il futuro della radio digitale, con un focus sulla posizione e le potenzialità del sistema italiano.

Un’analisi comparata dei Big-5 europei mostra le potenzialità e le fragilità del sistema radiofonico italiano in un panorama sempre più ibrido e competitivo. Il nuovo Osservatorio Radio in Europa 2024-2025 realizzato da Confindustria Radio Televisioni (CRTV) fotografa un settore in trasformazione, dove la transizione al digitale e l’espansione del DAB+ ridefiniscono ruoli, linguaggi e modelli di business.
Dopo una prima edizione centrata sull’Italia, il report allarga ora il confronto a Regno Unito, Germania, Francia, Spagna e Svizzera, proponendo un’analisi approfondita sui modelli di offerta, la regolamentazione, le piattaforme distributive, gli ascolti e le strategie digitali.
Radio sempre più digitale, ibrida e connessa
Secondo l’Osservatorio, la radio ha ormai superato il confine del solo ascolto lineare: oggi è omni-piattaforma, video-integrata e orientata alla personalizzazione. Le abitudini d’ascolto si sono evolute con il boom dello streaming, dei podcast e dei dispositivi smart. Tuttavia, l’automobile resta il luogo principale di fruizione radiofonica, nonostante l’avanzata delle case automobilistiche verso soluzioni solo IP o Bluetooth.
Un altro concetto chiave è quello della prominence, ovvero la visibilità delle emittenti tra la moltitudine di contenuti audio online. Da qui nasce l’urgenza, sottolineata dall’Osservatorio, di presidiare con forza tutte le piattaforme, per evitare una frammentazione che rischia di indebolire l’offerta radiofonica.

Il sistema italiano: resiliente ma strutturalmente fragile
L’Italia conta una forte prevalenza di operatori locali su oltre 1700 operatori. Questo sistema così frammentato è vivace ma fragile, con problemi strutturali legati alla scarsità di frequenze, alla dimensione ridotta delle aziende e alla necessità di sostenere l’innovazione tecnologica.
Il passaggio al DAB+ rappresenta un’opportunità concreta per migliorare la qualità della trasmissione e raggiungere più facilmente un pubblico nazionale. Ma per restare competitivo in Europa, il sistema italiano deve puntare su crescita dimensionale, razionalizzazione e innovazione, anche attraverso operazioni di aggregazione tra micro-emittenti.
I numeri delle radio in Europa: confronto tra i Big-5
Il report confronta le caratteristiche dei principali mercati europei:
- Regno Unito: circa 800 emittenti, il 92% locali, forte presenza della BBC
- Francia: 900 emittenti nella Francia metropolitana, 89% locali
- Germania: sistema federale con oltre 500 radio private, 36 nazionali
- Spagna: più di 2000 emittenti tra nazionali, regionali e municipali
- Italia: circa 47 emittenti nazionali e più di 1700 in totale
Modelli differenti, ma accomunati dalla necessità di equilibrio tra pubblico e privato, e dalla ricerca di strategie sostenibili nell’ecosistema digitale.

Un Osservatorio strategico per chi fa radio
L’Osservatorio, guidato dall’Ufficio Studi CRTV con contributi di esperti come Albino Pedroia, nasce per offrire dati comparati, analisi di scenario e strumenti di orientamento per editori, istituzioni e stakeholder del mondo radiofonico.
Come evidenziato nell’editoriale di Antonio Marano (Presidente CRTV) e nella prefazione del Direttore Generale Rosario Donato, il progetto si propone anche come piattaforma di formazione e dialogo: un punto di incontro tra professionisti, studiosi e policy maker, per rafforzare il ruolo della radio come media di coesione sociale, identità e partecipazione democratica.
In un’epoca di iperconnessione e contenuti usa-e-getta, l’Osservatorio Radio 2024-2025 dimostra che la radio non è affatto un mezzo del passato. È uno strumento capace di reinventarsi, di creare comunità e di continuare a parlare direttamente alle persone, con autorevolezza e immediatezza Investire nella radio, oggi, significa investire nel futuro del sistema dei media europeo.