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Giuseppe Cruciani: «I premi più belli? Quelli per il mio lavoro in radio». La Zanzara verso i 20 anni

In un’intervista al Corriere della Sera, Giuseppe Cruciani ripercorre il suo legame con la radio e anticipa i 20 anni de La Zanzara su Radio 24. «Tengo di più ai premi ricevuti per la radio», confessa il conduttore, che rivendica il valore della libertà d’espressione dietro al microfono.

Giuseppe Cruciani: «I premi più belli? Quelli per il mio lavoro in radio». La Zanzara verso i 20 anni

Nel pieno della promozione del suo nuovo libro Ipocriti! (Cairo Editore), Giuseppe Cruciani, voce storica de La Zanzara su Radio 24, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui si sofferma – tra vita privata, politica e provocazioni – anche sul suo legame con il mezzo radiofonico, che resta al centro della sua carriera.

La Zanzara, la radio e i premi: «Mi sento fiero di ciò che ho fatto»

Quando si parla di riconoscimenti, Cruciani non ha dubbi: «Tengo molto ai premi per il mio lavoro in radio, come Le Cuffie d’Oro». Un’affermazione che conferma quanto la radio rappresenti per lui non solo un lavoro, ma una vera e propria vocazione. Alla radio, infatti, ha dedicato più di vent’anni di carriera, e proprio nel 2026 La Zanzara compirà due decenni in onda.

In questi anni il programma è diventato un simbolo di libertà d’espressione, provocazione e ironia corrosiva. Un format irriverente e polarizzante che ha saputo ritagliarsi uno spazio unico nel panorama radiofonico italiano. Non a caso, Cruciani sottolinea anche il valore dell’Ambrogino d’Oro ricevuto dal Comune di Milano: «Ormai mi sento milanese, vivo qui da 26 anni».

I suoi modelli? Howard Stern e Jerry Springer

Tra i riferimenti citati da Cruciani, che è stato anche ospite delle ultime edizioni del World Radio Day, ci sono due figure che hanno segnato profondamente il linguaggio della radio e della TV negli Stati Uniti: «Howard Stern, quello del grande racconto del sesso alla radio, e Jerry Springer, che ospitò in tv il Ku Klux Klan e subito dopo gli ebrei: finì a sediate in testa». Due icone della comunicazione non convenzionale, capaci di trasformare ogni trasmissione in uno spazio di confronto – o scontro – autentico, senza filtri.

Tra aneddoti e libertà d’espressione: «La radio mi ha reso libero»

Cruciani ricorda anche alcuni dei momenti più controversi vissuti in diretta. Come quando Efe Bal protestò togliendosi i vestiti in studio: «Mi manca in radio», confessa con ironia. Oppure lo scherzo a Piergiorgio Odifreddi, a cui telefonò fingendosi il Papa: «Solo da poco mi ha perdonato. Era così emozionato che non voleva più mettere giù».

Ma se c’è un aspetto che Cruciani rivendica con forza, è il ruolo della radio come spazio di libertà. «Penso che i soldi servano ad affrancarmi dal fare quello che non mi piace», dice. E nel suo lavoro in radio, nonostante le critiche e le polemiche, ha sempre fatto ciò che ama: parlare, provocare, far pensare.

Con La Zanzara ormai diventata un punto fermo nel palinsesto di Radio 24, Cruciani si prepara a celebrare i 20 anni di una trasmissione che ha segnato un’epoca. E lo fa rimanendo fedele a sé stesso e alla sua idea di radio: vera, scomoda, viva.

Adriano Matteo

Adriano Matteo

Tecnico del suono radiofonico, live e broadcast, giornalista iscritto all'albo pubblicisti della Puglia e grande appassionato di radio in tutte le sue sfaccettature. Leggi i miei articoli

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