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Radio, meter vs diari? La misurazione dell’ascolto radiofonico verso un modello ibrido

Come cambia la rilevazione degli ascolti radiofonici in Europa (e in Italia).

Radio, meter vs diari? La misurazione dell’ascolto radiofonico verso un modello ibrido

Il dibattito tra misurazione attiva (interviste e diari) e passiva (meter elettronici) è più che mai attuale nel panorama radiofonico europeo. Tuttavia, l’esperienza dei principali mercati internazionali dimostra che la strada più percorribile è quella dell’integrazione: una soluzione ibrida e convergente capace di unire la granularità del dato elettronico alla rappresentatività delle rilevazioni dichiarative.

I vantaggi e i limiti del meter elettronico

La misurazione passiva attraverso i meter consente di raccogliere dati minuto per minuto con un ritardo minimo rispetto alla messa in onda, offrendo così metriche comparabili con televisione e digital media. Questo approccio è particolarmente adatto a un contesto cross-platform e cross-device. Tuttavia, i costi elevati e la dimensione ridotta del campione possono rappresentare un ostacolo, soprattutto per le emittenti locali.

La Svizzera, come leggiamo sul sito di CRTV, è stato il primo Paese europeo ad adottare un sistema completamente basato su meter (dal 2001). Tuttavia, anche nei mercati più avanzati come Stati Uniti, Svezia, Norvegia e Canada, la rilevazione elettronica coesiste spesso con metodi dichiarativi per coprire le emittenti locali. Il Regno Unito, ad esempio, ha adottato dal 2021 una soluzione ibrida con l’introduzione di MediaCell (PPM) accanto ai tradizionali diari RAJAR.

Le best practice europee: Francia, Paesi Bassi e Spagna

In Francia, Médiamétrie ha introdotto una misurazione parallela combinata con tecnologia RateOnAir (watermarking), mentre nei Paesi Bassi il sistema NMO offre un modello cross-mediale e multipiattaforma. In Spagna, l’EGM ha iniziato a includere l’audience in streaming dei maggiori gruppi radiofonici nazionali.

E in Italia? La svolta con ERA e Audiradio

Con la transizione da TER a ERA (Editori Radiofonici Associati), avvenuta ad aprile 2024, l’Italia ha avviato un importante cambiamento strutturale. La nuova Audiradio si prepara a lanciare, nel 2025, un sistema di rilevazione più evoluto, in grado di misurare anche contenuti on demand fruiti su dispositivi digitali grazie a tecnologia SDK. Un passo decisivo verso un sistema condiviso, trasparente e interoperabile.

Le tre tendenze chiave nella misurazione radiofonica

  1. Soluzioni ibride per garantire la rappresentatività dei dati, soprattutto nei mercati complessi e con molte emittenti locali.
  2. Sostenibilità economica: i sistemi elettronici sono efficaci, ma costosi. Solo un modello condiviso tra attori del settore può renderli praticabili.
  3. Convergenza cross-media e cross-device: il futuro è un sistema unico e integrato per tutte le piattaforme di consumo audio.

Il modello a cui si ispira oggi anche il nostro Paese è quello promosso a livello europeo da enti come EGTA, EMRO ed EASI, con il contributo diretto dell’Agcom. In Italia, il tema è stato approfondito anche durante il convegno Mediatelling promosso da UPA a Milano, a testimonianza della rilevanza di questa evoluzione nell’ecosistema radiofonico.

L’analisi presentata deriva dall’Osservatorio Radio in Europa 2024-2025, curato dall’Ufficio Studi di Confindustria Radio Televisioni, che offre uno sguardo approfondito sui cinque principali mercati radiofonici europei, con un focus dedicato alla Svizzera.

Il futuro della rilevazione degli ascolti radiofonici è sempre più orientato verso un approccio integrato, che possa coniugare accuratezza, sostenibilità economica e inclusività delle realtà locali. L’Italia è pronta a cogliere questa sfida.

Adriano Matteo

Adriano Matteo

Tecnico del suono radiofonico, live e broadcast, giornalista iscritto all'albo pubblicisti della Puglia e grande appassionato di radio in tutte le sue sfaccettature. Leggi i miei articoli

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