Roberto Sergio parla della radio durante il Covid
Il direttore di Radio Rai, Roberto Sergio parla in un'intervista del ruolo e degli sviluppi della radio durante la pandemia.
In una recente intervista pubblicata sul sito de “Il Tempo“, il direttore di Radio Rai Roberto Sergio ha parlato del ruolo svolto dalla Radio nella fase di maggiore criticitĆ dovuta alla pandemia, e dei suoi ulteriori sviluppi.
La Radio sempre c’ĆØ stata e ci sarĆ sempre. E’ il medium in grado, più degli altri, di reinvertarsi, adattandosi ai cambiamenti dettati dalla contemporaneitĆ , potenziando le proprie caratteristiche e sviluppandone di nuove, senza mai perdere la propria specificitĆ e qualitĆ come mezzo di comunicazione. Elemento questo, che emerge soprattutto nei periodi di crisi come quello che stiamo vivendo.
A tal proposito il direttore Roberto Sergio ha dichiarato: “La radio riesce a essere in onda anche nelle condizioni più estreme. La filiera produttiva ĆØ molto corta. Di fatto a un giornalista basta uno zainetto e può andare in onda in diretta da qualsiasi parte del mondo con la stessa qualitĆ che avrebbe in studio. Questo fa sƬ che la radio, davvero, non si ferma mai. Riesce a essere tempestiva, e a portare informazione in tempo reale e per questo, nelle emergenze diventa un porto sicuro in cui fermarsi. Nei primi giorni dellāemergenza, gli ascolti delle radio prevalentemente informative sono aumentati tantissimo.”
Il momento di crisi derivante dalla pandemia ha modificato abitudini, stili di vita e attivitĆ lavorative, di conseguenza anche le modalitĆ di ascolto e i bisogni del pubblico sono cambiati, e se in un primo momento c’era stata una maggiore richiesta di contenuti informativi, come sottolineato dal direttore di Radio Rai, successivamente ĆØ aumentanta anche la domanda di intrattenimento e svago.
“Oggi le persone chiedono leggerezza intelligente. Hanno bisogno di svago, di sorridere, di pensare positivo. La grande fame di informazione che cāĆØ stata allāinizio, come detto, ĆØ un poā scemata e dalle radio in questi ultimi giorni gli ascoltatori si aspettano voci amiche per guardare con fiducia al domani. Il che non significa umorismo di basso profilo, che anzi viene rifiutato. Ma leggerezza intelligente.”
La radio, le radio, hanno seguito questa tendenza, modificando i palinsesti, integrando nuovi programmi e riadattando i contenuti ( si pensi ai programmi per l’infanzia, o a quelli a supporto della didattica a distanza, ad esempio), per soddisfare nuove necessitĆ e coprire i nuovi momenti di fruizione, dilatati nell’arco della giornata.
“Dallā8 marzo la stragrande maggioranza dei colleghi erano giĆ in smart working, con tutte le piattaforme software attivate e operative a distanza. Dalla stessa data e dai giorni immediatamente successivi, i palinsesti sono stati modificati per rispondere alle diverse esigenze di ascolto. Non mi riferisco solo ai contenuti, ma anche alle abitudini di ascolto. Un esempio per tutti: il cosiddetto drive time, ovvero il picco di ascolto mattutino e pomeridiano coincidente con lāascolto nel tragitto casa-lavoro-casa, ĆØ stato quasi annullato. Lāascolto si ĆØ distribuito durante il giorno spostandosi anche nelle fasce prima meno frequentate come ad esempio quella della tarda mattinata. Evidenze che abbiamo analizzato e utilizzato per riadattare i palinsesti“, spiega Roberto Sergio.
La funzione e gli sviluppi futuri della Radio
Il mezzo radiofonico ĆØ stato sempre in grado d’interagire con le nuove tecnologie, entrando in perfetta sinergia con esse; la radio ormai, non viaggia solo via etere, ma anche sul Web, Dab+, attraverso gli smart speaker e gli aggregatori. ” (…) Ricordo qui che in pieno lockdown, ĆØ stata lanciata Radio Player Italia, la app che aggrega le radio, nata dalla volontĆ di tutti gli editori radio italiani. Quindi multipiattaforma per definizione ma anche per vocazione, con contenuti che non sono solo audio.”
E sul futuro e gli ulteriori sviluppi del mezzo, Roberto Sergio ha dichiarato: “Le tendenze mondiali sono chiare ed evidenti. Lāascolto on demand ĆØ una leva strategica per le radio di oggi e di domani. Bisogna andare in quella direzione. Altro tema: gli smart speaker. Chi avrebbe mai pensato solo cinque anni fa che oggi avremmo chiesto a Google home o ad Alexa di farci sentire le notizie alla radio? Anche in questo caso, bisogna esserci. La ricetta ĆØ questa: essere presenti su tutti i device e le piattaforme che ci portano agli ascoltatori. Non ĆØ facile. Anni fa bastava presidiare lāFm; oggi non basta più. E allora sƬ, bisogna reinventarsi ma cercando sempre di avere chiaro lāobiettivo: rispondere ai bisogni di ascolto delle persone“.
In ogni caso la Radio, proprio grazie alla sua eccletticitĆ e fluiditĆ , ĆØ destinata a non finire mai.