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Ascolti in radio o in un programma: come calcolarli?

Sono usciti da pochi giorni i nuovi rilevamenti d’ascolto per il periodo gennaio-giugno 2013 che hanno confermato la leadership di RTL 102.5 come network italiano più ascoltato, il crollo o la discesa di alcune emittenti e la risalita o la conferma di altre. Proprio guardando questi dati mi sono fatto una domanda che mi è servita come ispirazione per questo articolo: tolti i dati d’ascolto, che escono saltuariamente e che certo sono molto attesi ma che leggiamo comunque un paio di volte circa durante l’anno, per il resto del tempo come si può determinare il successo di una radio o di un programma?

Conosco uno strumento che si può usare in Internet e che permette di visualizzare le persone collegate in streaming in un determinato momento e che, volenti o nolenti, se si controlla è un dato che ci interessa parecchio. In radio ovviamente non c’è un sistema simile quindi bisogna escogitare un altro modo per capire, anche indicativamente, quante persone stanno ascoltando e come. D’altra parte è davvero così importante saperlo? Anche voi tenete a capire se dall’altra parte c’è qualcuno che vi sta seguendo?

Il primo riscontro che mi viene in mente può essere quello degli sms ovviamente, ma rimane comunque poco attendibile e non completamente veritiero. Infatti il numero di persone che manda sms e interagisce con voi può variare a seconda dell’argomento, che può essere più o meno interessante e coinvolgente, a seconda della puntata e dell’orario o ancora più stranamente a seconda della giornata. Mi è capitato infatti di andare in onda la sera di un ponte festivo ed è stata la serata in cui, ad oggi, ho ricevuto più sms e contatti da parte degli ascoltatori. Sinceramente non riesco a spiegarmelo ma bisogna tenerne conto.

Come gli sms anche le mail non risultano indicative per gli stessi motivi e le stesse problematiche. Capitolo a parte per quanto riguarda le telefonate: penso sappiate meglio di me come a cavallo tra gli anni 80 e 90 in radio fioccassero richieste musicali, dediche, saluti in diretta, auguri per diverse ricorrenze e chi più ne ha più ne metta, non ho vissuto direttamente quel periodo ma tanti me l’hanno testimoniato, i centralini e i telefoni erano costantemente intasati e i “disco-richiesta” (o le varie declinazioni con nome diverso) hanno fatto la fortuna di svariati speaker e svariate emittenti.

Oggi le cose sono totalmente diverse, con sms, mail e soprattutto social network le telefonate in diretta sono andate scomparendo, le richieste arrivano tramite messaggio o direttamente dalle pagine Facebook della radio ed è difficile che qualcuno chiami. Succede in tanti network in cui le linee rimangono aperte e vengono impostati programmi talk (vedi “La zanzara” e “Zapping” per dirne alcuni) e la gente partecipa numerosa, anzi spesso si fatica pure a trovare la linea libera. Per questi tipi di programmi la telefonata può essere sicuramente un mezzo utile per valutare la partecipazione e il seguito di pubblico, ma per emittenti “commerciali”, di flusso, o comunque per programmi normali che non richiedano l’intervento in diretta degli ascoltatori anche questo non può essere un metro di giudizio valido.

Rimangono i social network, in cui da qualche anno le radio si sono spostate in massa: il discorso dei contatti rimane simile a quello per gli sms, quindi non completamente attendibile (per gli stessi motivi citati poco fa). Può essere invece molto indicativo il numero dei “Mi piace” sulla pagina pubblica di un emittente o di un programma (idem per i follower su Twitter), ancor più che gli amici sul profilo. Per cliccare “Mi piace” bisogna entrare nella pagina, intanto sapere che esiste, guardarla e se si rimane colpiti da qualcosa o semplicemente si vogliono ricevere aggiornamenti a riguardo e vedere le notizie che vengono pubblicate si clicca “Mi piace”. Anch’io spesso faccio così, se trovo una pagina di cui mi interessa leggere notizie (quotidiani, squadre sportive, radio ecc) clicco “Mi piace” e so che periodicamente leggerò tutto ciò che la riguarda. È come firmare una sorta di patto di fidelizzazione con la pagina in questione, ma l’azione volontaria del click implica, per chi ha creato la pagina, che quella persona è interessata a leggere quello che viene pubblicato e a saperne di più. E questo è sintomatico di fedeltà e coinvolgimento.

Il numero di “Mi piace” che poi, si spera, cresce di giorno in giorno vi permette di capire se le persone che vi seguono aumentano, restano le stesse o diminuiscono. A mio parere, ad oggi, questo è l’unico modo, certamente indiretto per capire quante persone vi seguono e quanti ascoltatori sono interessati a quello che fate.

E secondo voi? Nel periodo che intercorre tra la pubblicazione dei vecchi dati d’ascolto e dei nuovi quale può essere un modo per sapere chi vi segue? È importante saperlo? Ci tenete a sapere quanti vi stanno ascoltando?

Articolo a cura di Nicola Zaltieri

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