HomeMagazineDa Redattore a Conduttore: la gavetta dello Speaker

Da Redattore a Conduttore: la gavetta dello Speaker

C’è sempre un grande desiderio alla base della volontà di intraprendere una carriera professionale in radio, magari spinti dalla voglia di comunicare che, unita alla passione per la musica in genere, rende coinvolgente e stimolante la possibilità di parlare al microfono. Se a questo, si aggiunge poi l’occasione di condurre un format particolarmente ambito o comunque vicino alle proprie preferenze musicali, il risultato non può che essere piacevole e maggiormente soddisfacente per chi ricopre questa professione.

Si. Perché come abbiamo spesso ribadito, “fare la radio” è una professione che gode, come le altre, di tutti i requisiti necessari ed indispensabili per poter adempiere al meglio al proprio ruolo: speaker, fonico, redattore, post-produzione.

Ma in molti si chiedono da dove sia opportuno cominciare per farsi avanti tra la concorrenza, che attualmente è ben presente nell’etere.

Con una buona dose di umiltà, unita alla voglia di imparare, crediamo sia opportuno proporsi per ciò che realmente si pensa possa essere la collocazione, almeno iniziale, quella giusta, all’interno di uno staff radiofonico. Anche perché in un organico non vi sono solo quelli maggiormente esposti, ovvero i conduttori, ma anche la  serie di equipe che lavora incessantemente “dietro le quinte”, per dare vita ad un prodotto che sia quanto più possibile consono alle aspettative degli ascoltatori. Stiamo parlando, infatti, degli autori o comunque di redattori impegnati quotidianamente nella ricerca di news che possano destare l’attenzione della gente comune. Non è un lavoro semplice considerando la mole di informazioni che circolano oggi anche sul web, ormai sostituto della carta stampata. Notizie che potrebbero essere ripetute da altre emittenti, senza quindi rendere originale e nuovo ciò che viene trasmesso. Pertanto, non bisogna farsi sfuggire niente.

Insomma, il consiglio è questo: acquisire la giusta tecnica stando al fianco degli esperti magari con un lavoro redazionale, occasione per l’acquisizione di utili espedienti.

Ma in alcuni casi c’è sempre chi si lamenta o meglio vorrebbe assumere una posizione maggiore, magari “on air” e possibilmente retribuita. Discorso questo che, se da un lato potrebbe avere una sua validità, dall’altro va contro il sistema al quale molti giovani talenti sono purtroppo abituati, dovendo militare in contesti poco o per nulla retribuiti, dove solo la passione risulta essere l’arma vincente per andare avanti e ambire così a posti di rilievo.

Sacrificio, quindi, insieme all’impegno che deve contraddistinguere l’intero percorso di chi vuol entrare nel mondo della radiofonia, indipendentemente dal ruolo maggiormente preferito.

Respirare semplicemente l’atmosfera di uno studio radiofonico e venire a contatto con ciò che lo caratterizza, è un primo passo per capire se realmente quel posto può fare al caso nostro. Bastano davvero pochi secondi, magari come quelli che si hanno a disposizione per l’annuncio di un pezzo musicale.

Sono proprio quei secondi a fare la differenza e farci capire ciò che realmente desideriamo. In caso contrario, meglio cambiare mestiere, perché quello della radio non è un lavoro qualunque.

Articolo a cura di Maurizio Schettino

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