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Cosa fa cambiare radio agli ascoltatori

Ecco una domandina facile facile che però secondo me non è poi così scontata. Partendo da un assunto, cioè che la radio è fatta di ascoltatori, ovvio, e prendendo ad esempio RTL, che secondo i dati d’ascolto è da tempo la più seguita, possiamo facilmente immaginare come abbia il numero di ascoltatori più alto rispetto a tutte le altre. Ma sono convinto che tra tutte queste persone (quasi sette milioni, per alcuni anche di più) non ci siano solo ascoltatori fedeli o comunque da sempre legati all’emittente. Ci sarà sicuramente una buona fetta tra questi che prima ascoltava un’altra radio e poi, tenendo come esempio sempre RTL, è passata per un attimo a questa e da lì non ha più cambiato, o ancora che la segue solo in certi momenti della giornata o solo per certi programmi.

Ecco, è proprio questa la domanda: che cosa vi fa cambiare radio? Cosa vi induce a passare da una stazione ad un’altra? Potrebbe sembrare una domanda stupida e scontata ma secondo me non è così, visto che è anche grazie a questi ascoltatori “rubati” che le radio guadagnano consensi e, in alcuni casi, determinano o meno il loro successo. Anche perché, si sa, il passaparola è ancora una delle armi di comunicazione più potenti in circolazione.

Le radio non possono ovviamente sapere quanti cambieranno e passeranno, più o meno casualmente, alle loro frequenze, ma quello che possono fare è tenersi sempre “pronte” ad ogni eventualità, cercando di capire da quali radio la maggior parte degli ascoltatori arrivano e presentandosi con un prodotto più interessante e che magari si differenzi dall’emittente che hanno appena lasciato, per conquistarli, convincerli e tenerli.

So che starete pensando che questo sistema oggi non esiste visto che le radio sembrano più o meno tutte uguali ma penso sia l’unico ragionamento che possano fare. Tra l’altro ricordo una rubrica de “I Corrieri della sera” con Facchinetti e Pippo Pelo su Radio Kiss Kiss di qualche mese fa, che ora penso non facciano più, che si occupava proprio di questo: un ascoltatore chiamava in diretta dicendo quale radio aveva lasciato per ascoltare Kiss Kiss, i due chiamavano in onda il centralino della radio in questione e l’ascoltatore doveva “ammettere” che non li seguiva più perché ascoltava i “Corrieri della Sera” su Kiss Kiss. Un siparietto molto simpatico, anche perché poteva capitare, per conoscenze personali dei due speaker, che riuscissero a parlare in diretta con il Direttore Artistico o con un conduttore in particolare e la conversazione si faceva ancora più interessante visto che entrambi cercavano di convincere l’ascoltatore a seguire loro facendo promesse incredibili.

Per quanto vi riguarda invece, qual è il motivo che vi spinge a cambiare radio? Il mio non è un esempio calzante, visto che amo in particolare un’emittente e sento quasi sempre quella, però per passione mi trovo sempre ad ascoltare quasi tutti i network nazionali e a volte anche le radio regionali o locali. Diciamo anche che per un periodo avevo stabilito, quando non ascoltavo la mia radio preferita, di ascoltarne una nuova ogni giorno e mi ero fatto una bella panoramica in poche settimane della proposta radiofonica italiana. Poi non sono più riuscito a continuare in questa ricerca ma prometto che ripartirò.

Quindi siccome non rappresento la categoria di quelli che cambiano stazione, provo a trovare alcuni motivi che possono essere la causa di questo spostamento: il primo, secondo me uno dei più importanti, è la fedeltà ad un certo speaker. Con i movimenti che ci sono in questo periodo, è facile che un certo conduttore si sia costruito nel tempo una fetta importante di ascoltatori che lo seguono indipendentemente dall’emittente in cui trasmette e quindi quando si sposta si spostano anche loro. Più conduttori di questo tipo ci sono in un palinsesto e più ascoltatori riesce ad attrarre uno speaker, più pubblico avrà la radio.

Altro fattore che incide molto è la troppa pubblicità: come per la televisione, dove siamo portati a cambiare canale pur di non vedere pochi minuti di pubblicità, anche per la radio è lo stesso, con il rischio che un ascoltatore che cambia momentaneamente a causa della pubblicità non torni più indietro. Ma la pubblicità è l’anima della radio e quello che la fa stare in piedi, quindi a torto o a ragione ci deve essere.

Ancora c’è il troppo parlato (difficilmente il contrario): tantissimi ascoltatori non sopportano le radio in cui si parla tanto e quindi cercano interventi brevi e semplici, con un intervallo di tempo molto ampio tra uno e l’altro, e molta musica. Come scrivevo difficile che accada il contrario e che un ascoltatore cambi per la troppa musica e il poco parlato.

Questi sono i primi motivi che mi sono venuti in mente ma sono certo che anche voi ne avrete tanti altri e allora esprimete la vostra opinione. Come mai cambiate stazione?

Articolo a cura di Nicola Zaltieri

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