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Linus: “Continuerò finché mi divertirò”

Linus: “Continuerò finché mi divertirò”

Proprio ieri è uscito in tutte le librerie e i digital store il nuovo libro di Linus, intitolato “Fino a quando”, uscita che vi avevamo annunciato già qualche settimana fa.

Ecco dunque le dichiarazioni del direttore e conduttore di Radio Deejay durante la presentazione ufficiale del libro: “Stamattina ho registrato il primo capitolo al microfono, perché probabilmente questo libro uscirà anche nella versione audio con la mia voce. Pensate quanto sono vecchio: sono riuscito quasi a commuovermi per una cosa che ho scritto io”:

“Non c’è la dedica” – continua l’autore – “perché me ne sono dimenticato, potrei dire che lo dedico a me stesso. E’ un libro che parla di me, della mia fatica in tanti momenti della mia vita e le difficoltà che ho superato. Quello che racconto alla radio è vero ma non è tutto, esiste un backstage nella vita di qualsiasi personaggio pubblico. Davanti al microfono si cambia: la postura, il modo di parlare. Quando io parlo sono molto simile al normale ma è una recita di un personaggio. Tra me e Nicola funziona il gioco in cui lui mi prende in giro perché lui conosce i miei limiti e imbarazzi ed è molto bravo a metterli a nudo. E’ gratificante far combaciare persona e personaggio”.

“Il libro parte con la fine della mia adolescenza. L’ho scritto in un presente credibile, l’ultimo giorno in cui vado in onda. Ma non lo dico ai miei figli perché mi imbarazza scendere da questo piedistallo. La storia dura una mattina, infatti il libro non è lungo, ma ogni parola ha un significato”.

Linus ha poi descritto l’epoca delle prime radio libere: “Racconto l’esperienza delle radio private dagli anni 70 fino agli 80, come One o One. Sono cresciuto con il suo mito, quando poi ci sono andato fisicamente a lavorare era il 1983, ormai non mi piaceva più come una volta, era già cominciato il suo declino. Dopo pochi mesi infatti mi hanno chiamato a Radio Deejay, e senza pensarci troppo ci sono andato subito, nonostante il disaccordo di Angelo Borra. Ho raccontato queste esperienze senza fare il fenomeno, con modestia. La storia di uno che ha una grande passione che gli risolve la vita“.

“Nel libro parlo di Nicola, Gerry, Fiorello, Jovanotti, senza volergli fare la scarpetta. Racconto gli anni in cui Albertino diventa Albertino del Deejay Time. Le dinamiche tra fratelli, nonostante abbiamo sempre avuto un rapporto sereno, sono sempre un po’ complicate. I cinque anni di differenza fanno la differenza. Ma se ho fatto la radio è perché ho condiviso questa passione con mio fratello, eravamo entrambi innamorati dal mezzo”.

Successivamente spiega quando deciderà di andare in pensione: “Continuerò a fare radio fino a quando ci divertiamo. Il giorno che non sarà così o quando non piaceremo alla gente ci fermeremo. Ma oggi non ci fermiamo anche per rispetto per chi invece è stato costretto a fermarsi. Se uno lavora perché deve campare merita rispetto. Lascerò la professionalità e il tentativo di non essere banale e di aver messo responsabilità e intelligenza in quello che faccio. La radio è un mezzo meraviglioso che si merita libertà ma anche responsabilità. Mi sento ancora come se avessi cominciato ieri, mi piace e diverte tanto, potrebbe non finire mai”.

Il mio lavoro di conduttore e direttore è un mix di istinto e mestiere, riesco a farlo bene perché alla mia parte di artista affianco il mio modo di pensare molto preciso. Per fortuna non sono poi da solo a fare il programma e quindi è difficile essere di cattivo umore”.

Infine un consiglio: “Il libro è da leggere perché può piacere ad un appassionato di radio, perché ha degli snodi fondamentali“.

Francesco Pinardi

Francesco Pinardi

Conduttore radiofonico, speaker, giornalista e studente di Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Torino. Leggi i miei articoli

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