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Quanto tempo impiegate per preparare la vostra diretta?

Forse scontato per coloro estranei all’universo radiofonico, ma la preparazione di un programma, a detta di molti professionisti del settore, richiede impegno e particolare attenzione nell’elaborazione dei contenuti da trasmettere in onda.

Sono diversi i fattori legati al lavoro redazionale che è alla base dei vari “talk” alternati alla musica proposta.

Anzi, spesso la quantità delle ore di preparazione è superiore a quelle di diretta, proprio perché il lavoro preliminare di ricerca e analisi delle argomentazioni consta di maggior tempo, al fine di realizzare una scaletta di interventi che sia in linea, in modo particolare, anche con il target a cui ci si rivolge.

Una differenza essenziale e alla base della scelta dei temi da affrontare, variabili a seconda del contenitore stesso: da quello spiccatamente di intrattenimento o votato all’informazione a 360°. Non a caso, il clock di molti programmi include la presenza di rubriche specifiche, trasmesse in momenti prestabiliti che tendono a creare una sorta di ascolto abitudinario per coloro che decidono di sintonizzarsi in un’ora ben precisa.

Anche questi spazi che costituiscono gli ingredienti di un format godono di un compito sinergico finalizzato ad arricchire la proposta dell’emittente con particolari novità che potrebbero coinvolgere un pubblico sempre più nuovo e curioso ad ascoltare qualcosa che possa distinguersi da ciò che propone l’etere nazionale.

Da questo punto di vista si muove l’operato di molti speaker che mirano proprio a tale obiettivo, affinché una notizia apparentemente risaputa, possa coinvolgere gli ascoltatori con una discussione che si differenzi dalle altre.

Un aspetto, questo, che è stato sollevato anche nel corso dell’ultima edizione del Web Radio Festival, organizzato da Radiospeaker.it lo scorso 24 settembre a Roma, in cui, nell’interessante workshop sulla conduzione radiofonica, tenuto da Dino Brown, speaker di M2O, la discussione si è incentrata sull’importanza della trattazione di una notizia, la quale deve avere un suo connotato personale, frutto della capacità, da parte del conduttore, di “entrare” nel fatto, arricchendolo di elementi in grado di distaccarsi da una semplice “lettura”.

In tal caso si evince la personalità di chi è al microfono, tanto da riuscire a catturare l’attenzione di una fetta di pubblico sempre più ampia.

Insomma, lavorare su un format richiede impegno e originalità, la stessa indispensabile per colpire anche un direttore artistico dinanzi alla scelta di una nuova figura da inserire nel proprio organico.

E voi? Quanto tempo impiegate per preparare la vostra diretta?

Articolo a cura di Maurizio Schettino

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