Smettiamola di illuderci sul chip FM nei telefoni
Di recente, in Canada, mi sono imbattuto in un po’ di storia – o, così mi è sembrato. I dirigenti radiofonici stavano dibattendo apertamente per l’attivazione dei chip FM nei telefonini: una discussione che pensavo fosse morta da tempo.
È facile capire perché ancora oggi in Canada si discute di questo.
Alcune ricerche sui costi dei dati di telefonia mobile sembrano indicare che il Canada è estremamente costoso in quanto a dati mobili. Rispetto all’Australia (che ha all’incirca la stessa popolazione e la stessa estensione), i canadesi pagano quasi CINQUE VOLTE DI PIÙ per un piano mensile che fornisce UN TERZO IN MENO DI DATI. (Lo metto in maiuscolo perché mi sorprende ancora).
Forse le emittenti radiofoniche canadesi pensano che sia un’opportunità se i chip FM vengano abilitati. E non sono neanche sicuro che ce ne sia uno, ad essere onesti.
Come dispositivi, i telefoni cellulari hanno già prestazioni notevolmente inferiori quando si parla di ascolto della radio diretto e lineare (sia in streaming che in modalità FM).
La ricerca sui radioascoltatori del Regno Unito, a pagina 10 di questo PDF, sembra mostrare un ascolto della radio inferiore al 20% rispetto a tutto l’audio consumato su un telefono. Lo smartphone, il dispositivo più interattivo che possediamo sempre a portata di mano, non sembra essere quello più adatto all’ascolto di un flusso live non personalizzato come la radio a quanto pare.
Non è una grande esperienza per l’utente. Non ci sono loghi e praticamente nessun metadata quando si ascolta la radio FM.
L’azione stessa di sintonizzarsi su una stazione radio richiede che l’ascoltatore ricordi un numero casuale quasi mai collegato al nome dell’emittente. La società più vicina a sistemare l’esperienza dell’utente sui dispositivi mobili, la NextRadio di Emmis, non è stata supportata da altre parti dell’industria radiofonica nordamericana e purtroppo si è unita alla Visual Radio di Nokia finita presto nel cestino delle buone idee.
“Ma la radio è la cosa più importante in tempi di emergenza”, affermano le compagnie radiofoniche.
In realtà, se un’emergenza, o una grande notizia, arriva di sera o nei fine settimana, recenti prove suggeriscono che la radio non la coprirà comunque. Gli avvisi di SMS e app sono molto più efficaci nella comunicazione di pericoli immediati, come eventi meteorologici o incendi. Se la radio ha avuto una sua parte in questo campo, ormai non ce n’è più.
In ogni caso, la tecnologia è contro la radio.
L’antenna utilizzata per la ricezione FM o DAB + in un telefono cellulare è il cavo delle cuffie: ma il cavo ormai non esiste più in Apple o nei telefoni Google di fascia alta, che usano solo il Bluetooth.
Le cuffie Bluetooth sono una sfida anche per le misure elettroniche. Se invece pensassimo alle forti stazioni AM che esistono nelle aree metropolitane canadesi? C’è sempre stato un solo telefono cellulare con built-in AM, e la ragione per cui non lo sai è che era quindici anni fa, ed era spazzatura.
Ci sono molte prove che gli ascoltatori canadesi usino lo streaming più dei loro vicini degli Stati Uniti. Le compagnie radiofoniche canadesi potrebbero appoggiarsi sul CRTC per regolare in modo più efficace il prezzo dei dati mobili dalle reti cellulari. Ma non lo faranno, perché le compagnie radiofoniche canadesi sono le reti cellulari stesse.
Se le reti cellulari canadesi non facessero pressioni su Google e Apple per abilitare i chip FM – e lascia che ti ricordi di nuovo, essi sono proprietarie delle reti radio FM – questo non sembrerebbe un problema poi così grande.
Usiamo la nostra energia e concentriamoci sulla gioia del nostro pubblico, non cercando di catturare un unicorno magico che offre, nel migliore dei casi, dubbiosi benefici.
Articolo a cura di James Cridland