Radio Strategy: Max Pandini e il futuro della radio tra sfide e opportunità

Nell’ultimo episodio del podcast Radio Strategy, disponibile su Spotify e YouTube, Giorgio d’Ecclesia, CEO & Founder di Radiospeaker.it, ha intervistato Max Pandini, Audio Specialist di Telos e consulente editoriale per m2o, Radio Bruno e Radio Classica. Una conversazione ricca di spunti che ha esplorato le strategie per il futuro della radio, il rapporto con i giovani e il confronto con il mercato internazionale.
La visione di Max Pandini sul futuro della radio
Durante l’intervista, Max Pandini ha condiviso una visione positiva e proattiva sul futuro della radio, sottolineando come l’industria debba concentrarsi su autorevolezza e innovazione nei contenuti per affrontare le sfide poste dallo streaming e dai podcast. Pandini ha rivelato i risultati di un sondaggio condotto su un target di giovani tra i 18 e i 25 anni, che ha evidenziato come il 42,5% ascolti la radio regolarmente, mentre solo il 12,6% dichiara di non farlo. Dati che ribaltano la narrazione comune secondo cui i giovani sarebbero ormai distanti dalla radio.
Pandini ha affermato: “La radio vive in un ecosistema con più offerta rispetto al passato, ma non è destinata a scomparire. Deve continuare a essere autorevole e offrire un’esperienza che piattaforme come Spotify non possono replicare, come far vivere la musica, proporre contenuti curati e offrire un contatto umano.”
Radio e giovani: un legame ancora possibile
Uno dei punti chiave affrontati nell’intervista è stato il rapporto tra radio e giovani. Pandini ha spiegato che, per attrarre un pubblico giovane, le emittenti devono offrire prodotti specifici e ben studiati, capaci di parlare direttamente alle nuove generazioni. Ha citato come esempio le emittenti europee, dove la presenza di staff giovanili e la segmentazione dei contenuti sono strumenti vincenti per coinvolgere questa fascia di pubblico.
Pandini ha invitato l’industria radiofonica italiana a guardare ai mercati internazionali, in particolare a quelli tedeschi e francesi, dove il valore della radio è riconosciuto sia dal pubblico che dagli investitori. “Il mercato tedesco vale 3 miliardi di euro contro i 600 milioni italiani. Questo gap si riduce solo investendo in formazione, contenuti di qualità e valorizzazione economica del settore,” ha spiegato Pandini.
Strategie per attrarre investimenti pubblicitari
Un altro tema centrale è stato quello della raccolta pubblicitaria. Pandini ha evidenziato come la radio italiana debba cambiare approccio, offrendo servizi integrati e sottolineando il valore unico delle campagne radiofoniche rispetto al digitale. Ha citato esempi di altri Paesi, dove le emittenti sono percepite come partner strategici per le aziende e offrono soluzioni pubblicitarie innovative.
Un aspetto spesso trascurato ma fondamentale, secondo Pandini, è il sound branding. “Il suono della radio è la sua firma,” ha dichiarato, sottolineando come un audio di qualità sia in grado di creare un’emozione unica e fidelizzare l’ascoltatore. I dati del sondaggio condotto da Pandini confermano questa teoria: oltre il 91% degli intervistati ha dichiarato che la qualità del suono è fondamentale.
L’eredità della radio: formazione e valore
Pandini ha concluso l’intervista con un consiglio ai giovani che vogliono intraprendere una carriera nel mondo della radio: “Studiate, perfezionatevi e fatevi dare valore. La radio è ancora una grande opportunità, ma è fondamentale essere preparati e consapevoli del proprio valore.”
Max Pandini tornerà a trovarci anche al World Radio Day, il prossimo 20 febbraio al Talent Garden Calabiana a Milano. Ottieni il tuo pass gratuito!