La Radio è ancora il primo strumento per scoprire musica
In molti la danno prossima all’estinzione, qualcuno la considera un mezzo antico, superato. Per altri è troppo “parlata”, si sentono sempre le stesse canzoni e c’è poco coraggio nel lanciare nuovi dischi, poca originalità.
Molto più comodo crearsi la propria playlist su youtube, oppure usufruire di servizi streaming come Spotify, dicono. La concorrenza è folta ed estremamente agguerrita, eppure una ricerca recentemente effettuata negli USA dalla Nielsen, una multinazionale leader nel settore delle analisi di mercato, a cui persino Billboard si affida per elaborare le classifiche di vendita, ha dato un responso probabilmente inaspettato: la Radio è ancora il primo media per scoprire nuova musica.
I dati a riguardo parlano chiaro, perchè ogni settimana 243 milioni di cittadini americani si sintonizzano sulle innumerevoli frequenze presenti negli States per ascoltare la radio e andare alla scoperta di nuovi brani e nuovi artisti.
243 milioni, una cifra enorme che rappresenta il 51% degli appassionati di musica del Nord America e che colloca la Radio anche al di sopra della tv nella speciale classifica del media preferito per l’attività ricreativa.
Il posto in cui viene ascoltata di più è ovviamente l’automobile; è facile immaginare gli automobilisti di ritorno dal lavoro, piuttosto che gli autisti dei camion alle prese con interminabili code consolarsi con una buona trasmissione radiofonica.
A seguire è proprio il posto di lavoro, magari attraverso smartphone e auricolari o direttamente dal sito internet dell’emittente che si desidera ascoltare.
Questa ricerca è indubbiamente un riscontro importante, che dà ulteriore slancio a uno strumento troppo spesso snobbato e considerato obsoleto, ma che a conti fatti continua a fare da traino per l’industria musicale.
Per l’ennesima volta la radio può ribadire con orgoglio la propria importanza, il proprio valore, e soprattutto la propria capacità di attrarre persone di ogni età e da ogni angolo del pianeta. Ciò che la differenzia dagli altri strumenti, il suo punto di forza, è la riconoscibilità, la possibilità di coinvolgere emotivamente l’ascoltatore, avere un’anima, uno stile.
Tutto questo lo si deve agli speaker e a tutti coloro che lavorano attorno a un programma radiofonico; persone fisiche che sanno renderci partecipi, sanno emozionarci, sanno offrirci spunti di riflessione e in questo caso guidarci alla scoperta di nuova musica.
La parola chiave è comunicazione. Una componente che rende la radio unica e inimitabile, con buona pace di chi da anni vorrebbe prepararne i funerali.
Articolo a cura di Fabrizio Pascale